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recensioni
A
quattro mani
di Anna Maria Trevale
a cura di Silvia Rossetti
AndreaOppure
Editore 2003
Pagine: 275 Euro 7,75
"Internet sta dunque cominciando a
seminare vittime in giro per il mondo? Il mezzo
di comunicazione così nuovo e così
poco collaudato prende evidentemente alla sprovvista
i malcapitati che non si aspetterebbero, come
nel mio caso, di provare certi sentimenti stando
davanti ad un video freddo ed inerte. Quello
che non ti aspetti accade e ti ritrovi ad inseguire
un sogno, un sentimento, qualcosa che abbiamo
già definito assurdo ma che tuttavia
esiste..." Tratto dalla quarta di copertina.
Vanni ed Alessandra, due vite distanti. Due
esistenze che si snodano in una quotidianità
soltanto a tratti comune, in città lontane
ed attraverso storie assolutamente estranee.
Eppure in entrambe c'è una falla, un
fessura da cui entra acqua. Un'acqua che silenziosamente
penetra ed invade profondità remote.
Acqua nera e densa, intrisa di solitudine. Ed
è proprio su questo terreno, quello della
solitudine, che avviene l'incontro. Vanni ed
Alessandra diventano due nomi nella rete, due
nick in una chat che casualmente stabiliscono
un contatto. Prima in forma lieve, attraverso
messaggi garbati ed ironici, e poi con approcci
più intimistici. Il rapporto tra i due
diviene sempre più serrato, quasi ossessivo,
e il sentimento che li lega assume le sembianze
dell'amore. Un amore immaginario ed assolutamente
interiore, che non valica i confini della mente
e che si consuma senza trovare realizzazione.
Ma l'amore, in questo caso, è soltanto
un sottofondo. Un filtro attraverso cui scorrono
reciproche confessioni. L'uno svela all'altra
i propri desideri, le proprie fragilità,
i propri pensieri. E nell'aprirsi, nel deporre
ogni resistenza si dibatte nella nebbia che
lo separa dalla propria interlocutrice. "Sono
fatto di pensieri, sogni, ideali e speranze,
come tutti, anche se per te non sono altro che
un fantasma dietro ad una tastiera" scrive
Vanni in uno dei suoi messaggi. Le parole tracciano
un sentiero che conduce nel chiuso della solitudine
umana. La porta della casualità offre
a due perfetti sconosciuti la possibilità
di esplorare se stessi, quasi osservandosi allo
specchio, ma il rapporto che ne scaturisce è
destinato a restare imprigionato nelle maglie
della rete. Questo ed altro nel romanzo di Annamaria
Trevale, "A quattro mani" (AndreaOppure
editore, Roma, 2003, euro 7,75). Un libro che
ripropone un genere di antica memoria, quello
epistolare, ed esplora la varietà dei
rapporti umani attraverso il mondo virtuale
di Internet. Un'idea interessante che offre
numerosi spunti di riflessione, anche se per
certi versi non sembra realizzarsi pienamente.
Il dialogare tra i due protagonisti, infatti,
conosce momenti di stasi rasentando a volte
la banalità. C'è però un
guizzo che percorre il libro, un interrogativo
che solletica il lettore: quale bisogno, quale
desiderio è alla base dell'umana ricerca
di reciprocità? Quale spasimo guida un
uomo qualsiasi a confrontarsi con se stesso
ed a viaggiare fra le proprie emozioni attraverso
uno schermo luminoso ed una tastiera? Ed è
questo il merito maggiore della scrittrice milanese,
la ricerca delle ragioni che resta aperta. "Perché
ti scrivo?" si chiede ad un certo punto
uno dei due. Già perché?
(Silvia Rossetti)
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