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recensioni
In
balia del rancore
di Stefania Carignani
a cura di Roberta Carbonetti
Edizioni
Il Foglio
Euro 8 - pg. 90
Sottili,
le sensazioni che suscita la prima lettura del
romanzo. L'impatto emotivo a cui la Carignani
induce il lettore, guidandolo nel dispiegarsi
fluido degli eventi, sembra restare particolarmente
aderente al titolo dell'opera: inevitabile l'identificazione
con la protagonista, istintiva la condivisione
del rancore nei riguardi degli antagonisti.
La voce narrante ci racconta la vita della giovane
Paola, che fa della vendetta lo scopo ultimo
delle sue giornate: distruggere l'esistenza
di coloro che con l'inganno le hanno rubato
l'infanzia, diventa la sua missione. Ma quello
che inizialmente potrebbe sembrare uno schieramento
manicheo di personaggi "positivi"
opposti a personaggi "negativi", addentrandosi
nel romanzo, si trasforma progressivamente in
un'approfondita analisi psicologica di personalità
poliedriche, lontane dai semplicistici "tipi
umani".
Il rancore che rende quasi invasata la protagonista,
causa un'evoluzione psicologica che si palesa
anche all'esterno, come fosse somatizzata. Pur
cambiata, pur cinica, Paola manifesta a tratti,
nelle pieghe della coscienza, i segni della
permanente esistenza della bambina di un tempo,
la cui voce è stata pressocché
soffocata.
E' alla fine dell'opera che, nella sofferenza
e nell'inaspettato senso di colpa, la protagonista
dimostra di essere ancora, nonostante tutto,
fedele a se stessa. Anche gli antagonisti, che,
sebbene connotati negativamente, finiscono per
diventare vittime, esprimono appieno tale processo
evolutivo. Avvincente, la trama, conduce il
lettore a procedere celermente; il susseguirsi
pressante degli eventi non mette comunque in
ombra i microcosmi umani. Quello che della storia
rimane profondamente impresso è il senso
spietato di caducità, che smussa gli
spigoli dell'incosciente desiderio di rivincita.
(Roberta Carbonetti)
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