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recensioni
Nodo al pettine Confessioni di un parrucchiere anarchico di
Gianluca Mercadante
Anno
2006 -
Alacran
Prezzo €
13 -
159 pp.
ISBN
2147483647
Per introdurre la lettura di questo libro si è scomodato niente meno che Giuseppe Caliceti e allora uno si aspetterebbe come minimo che tra le pagine dei racconti si nascondesse qualcosa di importante, di fondamentale, magari che si facesse pure letteratura, di quella con la elle maiuscola. Niente di tutto questo. Nodo al pettine è un libro leggero come una lad lit, facile, spensierato, senza nessuna pretesa letteraria e soprattutto capace di regalare qualche momento di allegria. Questa figura di parrucchiere anarchico mi ha fatto venire a mente il pasticcere troskista di morettiana memoria, ma anche certe battute del grande Achille Campanile. Il punto di vista di Mercadante, che impugna forbici e bigodini e si mette all’opera, è divertente e realizza un quadro di un mondo piccolo che si confessa nel momento di farsi i capelli. Nodo al pettine non è un romanzo, ma una raccolta di racconti (meglio direi di pensieri, di intermezzi, di personaggi e situazioni) legati da un esile filo conduttore, inconsistenti e privi di spessore come la più classica delle lad lit. Penso che anche l’autore ne sia consapevole e mica sono qui per fargliene una colpa, anzi… di tanto in tanto fa piacere leggere qualcosa che si prefigge il solo scopo di divertire in modo intelligente. Il massimo della comicità viene raggiunto nel capitolo Rapa Nui, dove l’autore si abbandona a una serie di modifiche di titoli letterari ispirandosi al mestiere di parrucchiere. Ne vengono fuori cose come: Altri bigodini, La treccia nera e Dottor Spazzola & Mister Fon. Vi risparmio le altre, pure se in tutto questo continuo a vederci come nota stonata l’introduzione di Caliceti, ma forse sono io che mi sbaglio, magari uno di questi giorni lo trovo a fare la prefazione di Tex contro Mefisto. L’opera prima di Mercadante (Il banco dei somari edito da No Reply) era parecchio superiore, ma questo libro è tutto un altro genere e non vuole certo scavare in profondità. Dico la verità, a me le vicissitudini di un parrucchiere di Vercelli affascinano poco, ma pure se fosse un lattaio di Cologno Monzese sarebbe lo stesso e anche se si trattasse di un venditore di noccioline dell’Avana… L’autore ci racconta i fatti suoi e fa della sua vita da parrucchiere il centro del mondo, ma per fortuna ironia e comicità salvano il tutto e ci consegnano un buon prodotto. Se cercate una lettura spensierata e senza implicazioni letterarie, se avete amato la Littizzetto, le barzellette di Totti e le memorie di Sconsolata, questo è il libro che fa per voi. Non ve ne pentirete.
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