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recensioni
Tour
de france 1903 di Paolo Facchinetti TRATTO DA PB8
Edicicloeditore
pag.172, euro 12.50
Il
Tour de France, la piu' celebre corsa ciclistica
a tappe, deve la sua origine alla concorrenza
tra due quotidiani sportivi - "L'Auto-Vèlo"
e "Le Vèlo" -, in particolare
tra i due direttori, Henri Desgrange e Pierre
Giffard. La sera del 20 novembre 1902, Desgrange
disse ai suoi collaboratori, Georges Lefèvre,
redattore per il ciclismo, e Georges Prade,
responsabile della parte automobilistica, che
bisognava trovare una idea per aumentare le
vendite del giornale, attestate a meno della
meta' di quelle del concorrente. In contrapposizione
a
"Le Vèlo", che aveva inventato
la Parigi-Roubaix, sarebbe stato necessario
per "L'Auto Vèlo" promuovere
una grande e innovativa manifestazione ciclistica
che attirasse l'attenzione dei lettori. Non
sembrava semplice: erano gia' state realizzate
varie corse al limite della resistenza. A trovare
la formula magica fu "Gèo"
Lefèvre: organizzare una corsa a tappe
che attraversasse la Francia, portando i ciclisti
in luoghi fino ad allora fuori dai circuiti
agonistici. Si sarebbe chiamato - aggiunse -,
semplicemente Tour de France. Era soltanto una
idea, ma sollecito' l'interesse di Desgrange,
il quale si mise subito all'opera per realizzarla.
Compiuta una prima valutazione sui benefici,
il lavoro organizzativo per l'avvio del primo
Tour ebbe una accellerazione all'inizio del
1903, alimentata da una campagna di stampa talmente
marcata da costringere Desgrange a non lasciarsi
scavalcare dalla attesa mediatica che si era
creata intorno alla corsa. I ciclisti furono
incoraggiati a iscriversi, animati dalla novita',
dai premi, e dai regolamenti. Tra essi vi erano
atleti di ogni genere: ciclisti di esperienza
e personaggi in apparenza folkloristici. Gli
iscritti si presentarono alla partenza il primo
giorno di luglio del 1903. Previste sei tappe:
la prima da Parigi a Lione, l'ultima da Nantes
a Parigi. Il libro ricostruisce con precisione
le fasi che caratterizzano la invenzione della
Grande Boucle, il contesto storico, sociale,
agonistico di quel periodo a cavallo tra la
fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
La cronaca delle sei tappe permette al lettore
di viaggiare in un tempo in cui il ciclismo,
prima che sport, era avventura di individui
animati dalla voglia di fare quello che altri
non avrebbero mai potuto, di arrivare in luoghi
prima inesplorati, utilizzando un mezzo di trasporto
che aveva gia' avuto molte innovazioni negli
anni precedenti, e che sara' ancora di piu'
sviluppato dopo quella prima memorabile corsa
attraverso la Francia. In sella a biciclette
senza cambio e con soltanto il freno anteriore,
i ciclisti, moderni navigatori su due ruote,
insieme eroi e pirati, contavano su loro stessi,
sulle loro capacita' atletiche e soprattutto
su una volonta' d'acciaio, pronti a soffrire
la fame e la sete, a correre di notte e ad attraversare
luoghi in cui potevano essere vittime di agguati.
"Ciclismo di altri tempi", si dice
con una espressione retorica che non significa
nulla. L'aurea di romanticismo e di purezza
che pervade certi affreschi del tempo passato
è ricondotta dall'autore a una realta'
in cui, come oggi, accanto all'agonismo dai
tratti epici c'e' la furbizia, a volte a limite
della negazione della sportivita', se non direttamente
tracimante nella scorrettezza. Attraverso la
cronaca, il libro ritorna immagini e volti che
la maggior parte dei contemporanei non conosce.
Figure, a loro tempo degne di prime pagine e
celebrazioni, oggi dimenticate. Maurice Garin,
valdostano naturalizzato francese, primo vincitore
della classifica finale del Tour; Hippolyte
Aucouturier, un lottatore in bicicletta; Rodolfo
Muller, originario di Livorno e residente a
Parigi, il "poeta della bicicletta",
atleta appassionato di competizioni sportive
(corsa, moto, bicicletta), a cui spetto' il
compito di testare le tappe del Tour 1903, prima
di parteciparvi e arrivare quarto al Parco dei
Principi.
La ricerca storica di Paolo Facchinetti, giornalista,
gia' direttore del "Guerin Sportivo"
e scrittore di vari testi sul ciclismo, e'completata
da una documentazione molto utile agli operatori:
la lista degli iscritti al Tour 1903, le classifiche
delle singole tappe e quella generale aggiornata,
i vincitori della ambitissima maglia a pois
per il miglior scalatore (che esiste dal 1933,
quella gialla invece dal 1919), le tappe vinte
dagli italiani (la prima, la Caen-Parigi, nel
1910, da Ernesto Azzini), piu' - per i cicloturisti
- una guida alle sei tappe della prima edizione:
per chi volesse provare a ripercorrerle.
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