GLI
AUDIOLIBRI DI PB
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La
storia di Andrea e del suo inferno quotidiano:
vivere. Un nugolo di personaggi che gli si muovono
intorno su di uno sfondo urbano degradato arrangiandosi
alla meno peggio per sopravvivere, per cercare
un'improbabile via di fuga. Una madre e un padre
che hanno perso ogni interesse per la famiglia;
Sarah, la sorella, che cerca in tutti i modi
di arginare il proprio malessere autodistruggendosi;
Simone, il fratello perfetto che rinnega le
sue origini; gli amici traditi e l'amore disilluso
una spirale di volti ed eventi destinata ad
involversi su sé stessa fino al tragico
epilogo.
L'incipit
Non me ne frega un cazzo del mio futuro,
di quello che farò da grande, di quello
che ho fatto, di quello che fanno gli altri,
del cognome che porto, dell'Italia, dell'Europa
unita, dell'Africa, dell'America Latina, dei
disoccupati nel Sud Italia, del mio orticello,
dei girotondi, della maggioranza, dell'opposizione,
di che tempo farà domani, di quanto costa
un litro di benzina, dello sciopero generale
in aprile, della guerra in Palestina, di Bin
Laden, del mullah Omar sfuggito in motocicletta
ai marines addormentati tra le macerie di una
scuola, di quello che scrivono sui giornali,
di Bush, di Pippo Baudo, di Fabio Fazio, di
Biagi, di Luttazzi, dei Pokemon, degli Oscar,
degli Afterhours, di quelli che vogliono mettere
in piedi qualcosa, degli attivisti politici,
dei volantini di incontri formativi per giovani
manager con le braghe già abbassate,
dei Verdena, delle conseguenze dell'abuso di
droghe pesanti, delle polemiche su Sgarbi, dell'inchiesta
su Vanna Marchi, delle letterine, delle veline,
degli ospiti del Grande Fratello, dei presentatori,
delle presentatrici, del nuovo bidone targato
Fiat, della pizza surgelata, delle balene, dei
canguri, dei capelli grigi, del singolo di Sanremo
al primo posto in classifica, della cravatta
abbinata alla giacca, dei cortometraggi, degli
amici, dei nemici, dell'Equosolidale, della
forma fisica perfetta, dei consigli dei parenti
scritti sui biglietti d'auguri arrivati in ritardo,
dei missionari in Africa, dei sogni di fare
carriera che le persone mi vomitano sul maglione
usato, delle scarpe pulite, delle scarpe rotte,
dei pantaloni stirati, dei capelli con la riga
da parte, lunghi, sporchi, corti, rasta, a spazzola,
rasati, tinti, stirati,delle camicie a quadri,
dei jeans rotti, di quelli a vita bassa, dei
sacchi a pelo, delle borse firmate, dei barboni,
degli indagati di Tangentopoli morti suicidi,
di Craxi e del suo diabete e delle lacrime di
quella nevrotica di sua figlia Stefania, delle
tende, dei fornelletti da campeggio, delle strette
di mano, degli opuscoli sulla dieta perfetta
da seguire, del buco dell'ozono, delle magliette
con le scritte giuste, della musica giusta,
di quella sbagliata, dell'Università,
delle cure per il tumore, di conoscere altre
persone, dei gruppi d'ascolto, dei genitori
morti, di quelli vivi, della fidanzata col culo
perfetto, dell'amica del cuore, della cugina
col naso rifatto (...) delle vite di sconosciuti
di merda che come una telenovela mi perseguitano
a tutte le ore del giorno con i loro successi
sul lavoro, dei morti sulle strade, dei bambini
assassinati, delle mamme che piangono per la
strada e che vorrei vedere morte e ora se ti
guardo Sarah e penso a tutte le cose che mi
hai detto in questi giorni ti vorrei spaccare
la testa e buttare giù dalla finestra,
perché mi fai sentire ancora più
una merda quando spari quelle stronzate!
La televisione è lì, in mezzo
al soggiorno, finalmente spenta con tu che fissi
a bocca aperta lo schermo vuoto senza la forza
di parlare facendo la figura di una drogata
di programmi preserali andata in overdose. Avrei
dovuto fare la spesa, cucinare, passare in farmacia,
ci ho rinunciato, sono rimasto qui ad aspettare
che ti svegli perché anche se non voglio
parlare è impossibile restare zitti.
L'autore Andrea Consonni è nato nel 1979 e
abita in Brianza. Ha già pubblicato Settantanove
punti di fuga (Besa, 2001).
Per contatti: infinitejesst@libero.it.
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