Una
intervista di Davide
Riccio
Intervista
ad Andrea Menario e Marco R. Capelli
Davide:
Cosa caratterizza esattamente l'epic
metal, come distinguerne la particolarità
nell'ormai fittissimo sottobosco di
sottogeneri dell'heavy metal?
Martiria:Ciao
Davide, cominciamo subito col dire che
personalmente non mi piacciono le etichette
(le trovo limitative) ma ormai sembra
quasi che senza non si possa vivere.
Cosi, anche con i Martiria ci siamo
trovati troppo spesso di fronte alla
classica domanda: "Che genere suonate?"
...così ci siamo dovuti adeguare
e, collocare anche noi, in una delle
tante definizioni di genere musicale.
Tornando alla tua domanda, penso che
con Epic Metal si possa distinguere
tutto ciò che emozionalmente
crea una sensazione di imperiosità
e malinconia per qualcosa che c'era
(e che non necessariamente non c'è
più!).
Più propriamente, ciò
che si "racconta" in musica
come gesta significative, nelle quali
i soggetti, sono destinati a vivere
in eterno nelle emozioni e nelle percezioni
di chi è all'ascolto.
Davide:
Qualunque sia il sottogenere,
il metal è anche un modo di vivere,
di pensare (born to lose, live to win?),
di combattere per vivere, dunque, e
vincere. Questo vale anche per voi?
Quello dell'heavy metal è ancora
uno dei pochi generi musicali che è
rimasta anche filosofia di vita e dove
conta il gruppo di pari, la comunità
di simili, l'appartenenza e la fratellanza
in un mondo ormai votato all'intimismo,
al solipsismo, all'individualismo?
Martiria:La
risposta più banale sarebbe chiedersi:
chi non combatte per vivere?
Sicuramente ci rispecchiamo in questo
stile di vita ma non ci sentiamo emarginati,
anzi...
Non penso sia solo l'heavy metal un
veicolo per creare una filosofia di
vita dove la comunità ed il gruppo
ritrovano i propri valori, questa meta
di intenti, penso sia filo conduttore
in tutti gli individui dotati di sensibilità
e lealtà d'animo.
Davide:
Oggi si fa soprattutto sincretismo,
crossover, sintesi personali di tutto
quel che c'è, libero flusso (anche
multimediale) di coscienze e conoscenze
attingendo qua e là a tutte le
culture musicali planetarie o storiche.
Pochi, dunque, mantengono l'adesione
pura a un genere musicale preciso, coerente
ai suoi canoni e stilemi di origine.
Dai vostri profili personali ho letto
che tutti voi amate anche (com'è
giusto che sia) altri generi, dalla
disco degli Earth Wind & Fire al
progressive dei Genesis, dall'AOR -
Adult Oriented Rock - a Gino Vannelli
etc.). Voi stessi avete suonate anche
cose diverse, dal doom metal al progressive
etc
Vi soddisfa restare incanalati
in un solo genere (anzi, in questo caso
sottogenere dell'heavy metal) o sentite
di avere lasciato qualcosa fuori di
musicalmente inespresso pur di mantenere
coerenza con il progetto? Benché,
invero, già nei Warlord (cui
vi ispirate) il repertorio era in fondo
molto più vario ed eterogeneo
rispetto alle power metal bands dell'epoca,
influenzato perfino dal prog-rock, ed
anche nel vostro disco non mancano introduzioni
e inserti di sapore celtico, note di
fisarmonica, di malinconica chitarra
classica e medievaleggiante, momenti
quasi à la Blackmore's night
Ma anche questo in fondo fa parte dell'epic
metal
Martiria:
Beh! in questa domanda sono più
che mai parte in causa.
Premetto che le composizioni dei brani
di "The Eternal Soul" sono
scritte tutte dalle mie mani, coadiuvate
dalla mia testa.
Ammetto sinceramente di far parte anche
io della schiera di musicisti "pluri-genere"
(precisando però che sono cresciuto
col metal), ma vivo la cosa in modo
molto positivo. E' fondamentale per
me ascoltare, e se possibile, attingere
da tutte le forme d'arte che ci circondano
(in primis quelle musicali), basta però
che il tutto, si concretizzi in quelle
che sono le peculiarità personali.....di
conseguenza mi trovo, ad amare la complessa
musicalità degli EWF, l'immediatezza
dei Queen, le atmosfere dei Pink Floyd,
l'onnipotenza dei Manowar fino alla
magniloquenza dell'opera ( su tutti
Verdi e Puccini). Nello stesso tempo,
rimango affascinato di fronte ad una
dolce melodia celtica ed elettrizzato
ascoltando una ritmica dirompente dei
vecchi Metal Church.
Nel progetto Martiria credo che tutti
questi aspetti siano presenti non perché
"pensati", ma semplicemente,
perché parte di ciò che
siamo e di quel che vogliamo comunicare
ed in questo l'apporto di Maurizio e
Derek sono fondamentali.
Ci conosciamo ormai da diversi anni
e da circa 10 suoniamo insieme in varie
situazioni e quel che più importa
nella nostra fusione musicale non è
tanto il background individuale di musicista
ma il fatto che siamo prima di tutto
amici, con personalità assolutamente
compatibili e questo è l'unico
vero collante, il resto è lasciato
all'interpretazione del musicista.
Davide:
Il disco è suonato molto bene,
fin dalle prime note si sente di avere
a che fare con una band capace, con
musicisti d'esperienza e tecnica. Poi
arriva la bella voce chiara, dotata
ed esperta dell'americano Rick Anderson,
già dei Warlord (quindi tra i
fautori storici dell'epic metal)
Ed è anche subito chiaro che
se dall'Ohio Rick "Damien King
III" Anderson ha aderito al progetto
dei romani Martiria, beh, ci attendono
52 minuti di vera musica. Com'è
avvenuto l'incontro, come è stato
lavorare con lui, cosa ha significato
(nel senso che, credo, già solo
per la sua presenza questo disco dovrebbe
entrare di diritto nella storia dell'epic
metal)?
Martiria:
Ti ringrazio innanzi tutto per le belle
parole. L'incontro con Rick è
avvenuto grazie all'intervento di Bill
Tsamis , che ho contattato nel momento
in cui Dario (cantante) non ha potuto
più seguire il progetto. Ho chiesto
a Bill se poteva mettermi in contatto
con uno dei cantanti che avevano fatto
parte dei Warlord in passato. Da lì
, la conoscenza di Rick.
Devo assolutamente
spendere più di una parola di
elogio per Rick, innanzi tutto sotto
il profilo umano, una persona disponibilissima
ed umile che ha dato alla musica dei
Martiria quello che la musica stessa
esigeva.
Rick è veramente un professionista,
puntuale ed efficente. Quel che ci ha
colpito di più, è stata
la personalità con cui ha interpretato
i brani, sembrava quasi una cosa provata
e riprovata ed invece posso assicurare
che ha lavorato sulle linee di cantato
che gli avevo mandato solo per una dozzina
di giorni.
Apportando un' intensità incredibile
ed una interpretazione ispirata dal
cuore.
Non potremo mai smettere di dirgli grazie,
e lui lo sà!
Non è in dubbio che la sua presenza
rende il tutto di altro livello.
Davide:
I testi, di Marco R. Capelli, hanno
un loro spessore, non parlano solo di
elfi e di goblin, di maghi e di streghe
ecc. solo per il gusto fine a se stesso
tipico di certo epic-fantasy metal.
Traggono sì spunto dalla mitologia,
dall'epica anglo-sassone, celtica, ma
anche egizia, romana, assiro-babilonese
Toth, dio egizio contatore del tempo,
Avalon e le leggende arturiane, l'incantatrice
Morgan Le Fey, amante e allieva di Merlino,
Merlino stesso e la foresta di Broceliande
in Bretagna, dove si dice esista ancora
la sua tomba, Babilonia che brucia,
guerre tra legioni di antichi romani
contro orde di celti, tutte cose avvolte
ormai nella notte dei tempi o nel mistero
di sempre
Ma tuttavia diventano
ambientazioni per veicolare anche messaggi,
diciamo, moderni. Quali, in particolare,
vi preme di comunicare, o ritenete più
importanti riassumere nella vostra "poetica"?
Martiria:
Premetto che Marco è riuscito
in un' impresa a dir poco incredibile,
nella quale solo un folle con la sua
pazienza e PASSIONE poteva riuscire,
creando testi da vaghe indicazioni metriche
talvolta è stato per me fonte
di energia per andare avanti con più
determinazione.
Comunque, per quanto mi riguarda posso
solo dire che mi sono limitato a suggerirgli
approssimative ambientazioni dell 'album
e gli stati d' animo che volevo rappresentare
di brano in brano...e lui ha creato....a
te Marco....
Marco:
Lavorare con Andrea è stato
per me una sfida continua. Si trattava
di fare qualcosa che non avevo mai fatto
prima, cioè scrivere il testo
per una canzone, e per di più
in una lingua che, per quanto possa
conoscere bene, non è la mia!
E, per essere sinceri, è stato
probabilmente questo l'aspetto che più
mi ha stimolato: la sfida.
Per quanto la mia esperienza sia limitata,
credo che il nostro metodo di lavoro
sia stato completamente inusuale. Andrea
mi passava, di volta in volta, la struttura
metrica del brano ed una indicazione
su quelli che erano "i temi"
del pezzo. Mi diceva cose tipo: "Okay,
questo è un pezzo veloce, aggressivo,
epico" oppure "Parliamo di
un brano potente, corale, adatto alla
rappresentazione di una battaglia".
Ed io scrivevo il testo senza aver sentito
la musica. E, forse, proprio per questo
i testi si sposano così bene
con la melodia (perché si sposano
bene con la melodia, giusto?), perché
non c'è stato il doppio passaggio
tra la mia sensibilità musicale
e quella del compositore. C'era invece
uno spunto, un'idea unica, sulla quale
venivano costruiti musica e testo quasi
contemporaneamente.
E quando finalmente ascoltavo la canzone
dicevo: "Sì! E' così
che me l'ero immaginata!".
Davide:
Una domanda per Marco. Come
hai lavorato ai testi dei Martiria?
In questo progetto, pur se membro ti
senti come uno dei componenti della
band, anche se in veste soltanto di
paroliere e poeta, un po' come Pete
Sinfield lo era alla corte dei King
Crimson?
Marco:
Mah, se ti dico che Andrea ed io
non ci siamo mai parlati, ci credi?
Voglio dire, ci siamo conosciuti via
e-mail e via e-mail abbiamo gestito
tutta la nostra collaborazione!
Però, canzone dopo canzone, mi
sono sentito sempre più coinvolto
nel progetto e quando, finalmente, ho
avuto tra le mani una copia del CD mi
sono sentito orgoglioso come un neo-padre
in visita alla nursery. Adesso muoio
dalla voglia di sentirli suonare dal
vivo per poter dire "Ehi, quelle
parole, le ho scritte io!". E se
non mi fanno salire sul palco, giuro
che mi offendo!
Volendo, potrei pure dare una mano con
le luci...
Davide:
Due parole sulla distribuzione
e promozione del disco
Dove e
quando vi si potrà per altro
vedere in concerto?
Martiria:
Comiciamo col dire che "The Eternal
Soul" uscirà per la Hellion
Records sotto la supervisione di Moisés
Della Monica. Sarà distribuito
inizialmente in Sud America, Italia,
Germania, Giappone e USA.
Per quel che riguarda il discorso live,
la cosa è più complessa.
Il tutto dovuto principalmente alla
distanza che separa noi da Rick, conseguentemente
stiamo cercando di trovare delle situazioni
di mini tour, partecipazioni come guests,
ecc., impegni che giustificherebbero
per la produzione lo sforzo organizzativo
per metterci insieme su un palco. Per
ora posso solamente dire che è
prevista una promozione per l 'album.
Davide:
Come sempre da un'intervista,
si spera magari in una domanda particolare,
su qualcosa che sta a cuore, e poi finisce
che non arriva. A voi dunque l'ultima
parola.
Martiria:
Solo per ringraziare tutte le persone
che ci sono state vicine in questo ultimo
periodo,e per salutare tutti coloro
che come band ci supportano. Come direbbe
il grande Joey DeMaio : Hail !!!
Il CD The Eternal Soul è
edito dalla HELLION
RECORDS e può essere
acquistato on line sul sito: www.hellionrecords.com
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I "Martiria"
sono una band romana di heavy metal
o, meglio, di epic-metal, formatasi
nel 1987 su iniziativa di Massimo Di
Vincenzo (cantante) e Andy "Menario"
Menarini, chitarrista di epic/power
metal. Agli inizi più orientata
al doom-metal di Candlemass e Black
Sabbath, la band, che accoglierà
negli anni diversi musicisti, nel 1998
si ferma per consentire alcuni progetti
solisti. Nel 2003, Andy Menario, dopo
una intensa attività live e di
studio con varie bands decide di ritornare
al progetto Martiria coinvolgendovi
altri musicisti dell'area romana: Dario
Daneluz, un cantante con molte esperienze
e influenze musicali, dal soul al rock
nu-metal; Maurizio Capitini, batterista
metal già del gruppo Astaroth,
nonché tecnico del suono; il
bassista "progressive" Derek
Maniscalco. Il nuovo progetto è
fare del più classico epic metal,
grandioso e possente, incalzante, ma
anche melodico, incastonandovi momenti
acustici al modo di antiche ballate,
alla Iron Maiden. Nel novembre 2003
Andy Menario contatta, tramite Bill
Tsamis, Rick Anderson, ex cantante dei
Warlord, che si unisce al gruppo. Cominciano
a lavorare a un nuovo album, i cui testi
- basati per lo più sull'epopea
anglo-sassone - sono affidati a un poeta
e scrittore italiano, Marco R. Capelli. E l'album del ritorno è
The Eternal Soul (maggio 2004).
"The eternal soul" è
la quintessenza dell'epic-metal suonato
con tutti i crismi stabiliti a cominciare
dal 1982 da gruppi capostipiti quali
Manowar, Omen, Virgin Steele e Warlord,
ma il cui seme era stato gettato forse
dagli Iron Maiden con la loro New Wave
of British Heavy Metal.
E-mail:
info@martiria.com
Babylon
Fire
(Menario-Capelli)
Dall'album
"The
Eternal Soul"
SLOWLY
Walking through burning Babylon,
The mighty walls
Slaughtered for my own glory
Soldiers raiding open temples.
I am the conqueror, emperor and king,
hand of destiny,
Will of the gods, famine everywhere
Fire, death and screams.
Corpses laying on the roads,
throughout the city
With The marble bodies of their fallen
gods.
My glorious army, that cannot loose,
will bring my name
On any road, in any house
where there is still gold to steal.
HARD
Oh great king
Master of justice
The rebel city
Has finally been freed.
Their blasphemed lord
Hides in the desert,
Tonight you'll have
His head on a pike for you.
CHORUS
Burns Babylon
For the greed of a man
Burns Babylon
For the sins of a man
HARD
Beautiful
girls in chains,
And so much gold!
Burns the city,
On a pyre of wine.
Their noble beauty
Sold for a copper coin.
Burns the city,
On a pyre of wine.
SLOWLY
Walking through burning Babylon
I see my glory
In every drop of blood That marks
its roads of stone.
Walking through burning Babylon
Exultant soldiers hail my name
Hundreds of desperate lives in chains
,
And too many eyes on me.
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