Una
intervista di Davide
Riccio
Davide:
Il bastone della pioggia non
lo si può definire un vero e
proprio strumento musicale: riproduce
un suono simile a quello dell'acqua
corrente, una pioggia appunto, o le
onde del mare che si frangono sulla
battigia. Nell'arte di Tomoko Ide, credo
unica al mondo, il rainstick diviene
invece uno strumento molto più
complesso ed espressivo
senza
contare che lo suona danzando. Com'è
nata questa idea?
Tomoko: Un giorno, ho visto
questo strumento in uno studio di danza,
buttato per terra, come se nessuno lo
volesse usare. Ho pensato subito che
bisognava portarlo in vita, farlo danzare
con me. Cosi, pian piano, facendolo
danzare con il mio corpo, ho scoperto
che si potevano trarre fuori molti suoni
naturali. Fino ad allora non era considerato
uno strumento; era un bastone che veniva
usato in studio di registrazione, per
imitare i suoni della pioggia. Adesso
questo strumento fa parte del mio corpo.
Io ho un altro arto, come le gambe o
le braccia!
Davide:
Tomoko la si può definire
ad oggi l'unica vera virtuosa di questo
strumento, solitamente utilizzato accessoriamente
da percussionisti o polistrumentisti
che tuttavia non hanno mai pensato di
votarsi del tutto ad esso. Si può
dire inoltre che Tomoko ha scoperto
che con il rainstick si possono imitare
anche altri suoni. Quanti e quali suoni
diversi riesce a evocare dunque con
il bastone della pioggia?
Tomoko:
Oltre al suono della pioggia, si
possono emettere suoni naturali impensabili:
ruscelli, fiumi, mare, pietre che rotolano,
battito d'ali d'uccello, il volo del
calabrone, venti etc.
Davide:
Il suono dell'acqua è
senz'altro uno di quegli archetipi sonori
principali, che caratterizza il nostro
vissuto sonoro fin dalla vita intrauterina
(liquido amniotico, la stessa inspirazione/espirazione
della madre che dall'interno somiglia
la risacca del mare, come dimostra una
registrazione del musicoterapista italiano
Rolando Benenzon). Quello dell'acqua
è dunque il primo suono, insieme
a quello cardiaco, su cui si innestano
tutti i suoni successivi dalla nascita
all'infanzia e avanti. Potrebbe essere
questa un'immagine per descrivere l'incontro
fra il fascinoso tappeto sonoro del
rainstick di Tomoko e le melodie rilassanti
di Nikkos? Cosa fate sul versante della
musicoterapia e del pregevole impegno
sociale del portare musica tra anziani,
pazienti e disabili?
Nikkos:
L'acqua è l'elemento base
dell'uomo. Sappiamo bene che siamo circondati
da e siamo fatti di acqua. Il suono
dell'acqua, è il suono della
nostra vita. Proprio quest'anno ad ottobre
faremo un concerto a Tokyo intitolato,
"Vita" dove metteremo in risalto
i suoni che caratterizzano la nostra
vita, dalla vita intrauterina alla fine
della vita. Naturalmente non useremo
solo il Rainstick, ma anche altri strumenti.
Io, Nikkos, lavoro tra gli anziani,
i disabili etc. da 10 anni. La mia musica
è usata in tante università
giapponesi, come terapia di rilassamento.
Da 4 anni con l'uso del Rainstick di
Tomoko e della sua danza, non solo si
descrive musicoterapia, ma si può
parlare anche di rilassamento visivo.
La danza di Tomoko con il Rainstick,
è appassionante, coinvolgente,
commovente, romantica, una esperienza
visiva unica, che aiuta a sognare, a
volare in un altro mondo. Non ci proponiamo
come musicisti teraupetici, ma lo dicono
gli altri, i giornalisti, le personi
comuni. Ci criticano, spesso in questo
modo. Non oseremmo definirci in questo
modo; non abbiamo mai studiato musica
teraupetica. Rilassiamo la gente in
modo naturale, e forse è il modo
più vicino all'uomo.
Davide:
In Italia la musica negli ospedali
mi risulta sia stata sperimentata solo
all'oncoematologia dell'ospedale infantile
Meyer di Firenze. Come vanno le cose
in Giappone? Non so perché, ma
penso che lì le cose siano più
avanti. E' un paese in tutto così
all'avanguardia
Nikkos:
L'Italia era il paese dell'opera, della
musica classica; non credo che gli Italiani
siano interessati ad usare la musica
a fine teraupetico. In Giappone, e soprattutto
negli Stati Uniti, c'è una cultura
più profonda nell'ambito musica
e terapia. La gente ha capito che l'ascolto
della musica fa parte del bisogno quotidiano;
oltre ad essere un arte è anche
una medicina naturale dell'uomo. Ci
sono in commercio molte raccolte di
CD a fini di healing e di rilassamento.
Davide:
Una domanda per Tomoko. Come ha scoperto
la musica di Nikkos? Quando l'ha ascoltato
per la prima volta cosa ha provato?
Come nasce la sua danza sonora al suono
delle musiche di Nikkos?
Tomoko:
Io ho conosciuto Nikkos per caso;
non sapevamo, da entrambe le parti,
che eravamo artisti. Regalandomi un
disco, mi è venuta la voglia
di muovermi e di ricominciare a danzare.
Si, infatti avevo smesso perché
il dottore mi aveva proibito di ballare
la danza classica. A causa di forti
dolori, il medico mi ha riscontrato
la mancanza di una vertebra. Dopo una
pausa di 4 anni, il suono del flauto
di Nikkos è entrato nel cuore
e questo mi ha fatto scuotere i miei
muscoli. Naturalmente non ho ricominciato
con dei movimenti bruschi, o fatali
al mio corpo. La sua musica si muove
dolcemente, mi fa muovere lentamente.
Davide:
Come sono accolti e come si svolgono
i vostri spettacoli dal vivo, sicuramenti
unici? Dove vi si potrà ammirare
prossimamente. Anche in Italia?
Nikkos:
Sono accolti molto bene; il cuore del
publico si unisce a quello nostro. Diventa
un unico stage con tutta la gente! Si,
siamo sicuramente unici; la critica
e la gente lo affermano. Tomoko oltre
a danzare, suona benissimo il pianoforte
e il freenotes, uno strumento simile
allo Xilofono, ma molto piccolo. Ci
alterniamo al pianoforte, flauti dolci,
keyboards, basi musicali etc, ed una
serie di Rainstick che anche Tomoko
costruisce.
Siamo stati in Sicilia lo scorso febbraio
per dei concerti nelle scuole elementari
e medie. Abbiamo anche suonato per alcune
Associazioni Amici della Musica. In
totale 39 concerti. Non sapremo quando
torneremo in Italia. E' stato un successone!!!
La gente piangeva dalla emozione ed
i bis non finivano; alcuni hanno proposto
di ricominciare il concerto per la seconda
volta, invece dei 2-3 bis. Incredibile!
E' stato il primo nostro tour, ma solo
in Sicilia.
Davide:
Come si possono reperire i vostri
dischi dall'Italia? E' possibile ordinarli
dal vostro sito www.nikkosmusic.com
?
Nikkos:
Abbiamo iniziato in Europa con Oreade
Music, una casa discografica Olandese,
che distribuisce in nostri dischi; non
sappiamo di preciso se sono reperibili
anche in Italia. Si dal nostro sito
è possibile ordinarli; per ordinare
dei dischi meglio scrivere al seguente
e mail: nikkosflute@aol.com
Davide:
Posso dedicarvi ora due poesie?
Una è di Seamus Heaney, e parla
proprio del rainstick. L'altra è
mia, e vi descrivo il perché
il mare affascina da sempre l'uomo (il
suono intrauterino della respirazione
materna che somiglia il frangersi dell'acqua
e il ribollìo del liquido amniotico).
Una volta la lessi in radio proprio
suonando il bastone della pioggia.
Seamus
Heaney
The Rain Stick
for Beth and Rand
Upend the rain stick and what happen
next
Is a music that you never would have
known
To listen for. In a cactus stalk
Downpour, sluice-rush, spillage and
backwash
Come flowing through. You stand there
like a pipe
Being played by water, you shake it
again lightly
And diminuendo runs trough all its scales
Like a gutter stopping trickling. And
now here comes
A sprinkle of drops out of the freshened
leaves,
Then subtle little wets off grass and
daisies;
Then glitter -drizzle, almost-breaths
of air.
Upend the stick again. What happens
next
Is undiminished for having happened
once,
Twice, ten, a thousand times before.
Who cares if all the music that transpires
Is the fall of grit or dry seeds through
a cactus?
You are like a rich man entering heaven
Through the ear of a raindrop. Listen
now again.
Il
bastone della pioggia
Ruota il bastone della pioggia e ciò
che poi accade
è musica che non avresti mai
pensato
d'ascoltare. In un gambo di cactus
Gli scrosci e le cascate, il tracimare
e la risacca
giù scorrono. E tu stai come
una zampogna
suonata dall'acqua. Lo scuoti ancora
piano:
diminuendo pervade ogni sua scala
come una gronda che smette di colare.
Ed ecco arrivare
spruzzi di gocce da foglie rinfrescate,
poi piccoli misteriosi umori, d'erba
e margherite;
e scintillìo di pioggia, aliti
quasi d'aria.
Giralo ancora. Quel che poi accade
non val meno per esser già accaduto
una, due, dieci, o mille volte prima.
Che importa se ogni musica che essuda
è ghiaia che cade o semi secchi
dentro un cactus?
Sei come un ricco entrato in paradiso
dall'orecchio di una goccia di pioggia.
Ancora, adesso ascolta.
da:
The Spirit Level, The Noonday Press,
Ferrar, Straus and Giroux, New York,1966.
ALLA
MADRE
Per voce e rainstick
Di
Davide Riccio
Io
so perché mi ammalia
il mare. Tu inspiravi
e i frangenti sulle rocce
sciabordano schiumando.
E
poi che l'onda si è
franta, lenta e costante,
e scemando la cresta
respinta si ritira,
pacifica
tu espiravi.
E lo sciacquio fievole
e ipnotico, amniotico,
mi
riavvolge di nuovo.
E vorrei non finisse
mai
ma senza erosione.
TO THE MOTHER
For voice and rainstick
By Davide Riccio
I
know why the sea
Is fascinating me:
You were breathing in
And breakers on the rocks
Foaming are washing;
And
for the wave is broken
Constant, slow,
And diminishing the crest
Driven back it retires,
Peaceful you were breathing out.
Then
the feeble lapping
Hypnotic, amniotic,
Wraps me once more
And
I would it was
Never ending
and still
With no erosion.
Nikkos:
La ringraziamo per le poesie dedicateci;
la sua (Alla madre, per voce e rainstick),
ci ha fatto commuovere molto.
|
Nikkos
e Tomoko
Vincenzo Bifaro, italiano nato a Trapani,
in arte Nikkos, è un musicista
polistrumentista e compositore che vive
ormai da molti anni tra gli USA e il
Giappone, ora stabilmente nella terra
del Sol Levante. Cominciò all'età
di dieci anni a studiare fisarmonica.
Il padre possedeva un locale, dove si
suonava musica dal vivo, e qui nacque
la sua passione per l'arte dei suoni;
cominciò a studiare la fisarmonica,
poi il pianoforte e quindi, all'età
di tredici anni, il flauto, ma anche
il sassofono e la chitarra. Studiò
flauto presso il Conservatorio V. Bellini
con il rinomato maestro G. Maduli, si
diplomò quindi a Palermo, perfezionò
i suoi studi all'Accademia delle Arti
di Roma, quindi intraprese la sua carriera
di flauto solista suonando con numerose
orchestre in Italia ed Europa, quindi
a New York per due anni. Tornato in
Italia, Nikkos fece il suo debutto discografico.
Da allora ha inciso molti lavori per
le maggiori case discografiche. Dal
1989, le sue melodie e la sua musica
rilassante hanno toccato milioni di
ascoltatori in tutto il mondo. Nel 1992
andò a Tokyo, si innamorò
del Giappone e decise di viverci stabilmente.
Qui vi incontrò e sposò
Tomoko Ide, in arte Tomoko, incise musica
per numerose majors, poi fondò
la sua personale etichetta discografica,
la Nikkos Music (LLC). Cominciò
a comporre colonne sonore e musiche
per spot pubblicitari, per video e cd-roms,
strinse amicizia con la pittrice Sumi
Ishikawa (vincitrice del premio Raffaello
in Italia), pittrice che disegnerà
anche alcune copertine dei dischi di
Nikkos. Nikkos cominciò inoltre
a esibirsi per molte giuste cause, portando
la sua musica (di riconosciuta valenza
terapeutica) anche negli ospedali, nei
centri di riabilitazione, nei centri
socioterapeutici per disabili o nelle
case di riposo per anziani. Nikkos è
membro della Japanese Artist Association
for Charity. I suoi generi preferiti
sono la musica classica, il jazz, il
bossanova, la fusion e la New Age, ma
la musica strumentale che compone e
suona non è facilmente "etichettabile":
è molto personale, ha un suo
stile e una sua peculiare sonorità.
Tra i suoi lavori "Angels Dreaming",
"Angels Flying" e "Angels
singing" (quest'ultimo vede la
partecipazione della cantante Darlene
Kolenhoven, già vocalist per
il grande compositore greco Yanni).
Iniziata la danza classica alla tenera
età di 3 anni, Tomoko studiò
anche pianoforte, recitazione e calligrafia
giapponese. Si diplomò in letteratura
francese e dopo numerose diverse esperienze
approdò alla musica di Nikkos,
che le ispirò un proprio unico
stile di danza
con il rainstick.
Da allora si sono esibiti in Giappone,
Stati Uniti e Italia. E in Italia, tra
le antiche spiagge e colline di Sicilia,
hanno realizzato un DVD ("Celebration
of the Sea"), dove si può
ammirare la danza con il rainstick di
Tomoko accompagnata e ispirata dalle
musiche di Nikkos.
IL BASTONE DELLA PIOGGIA
"Rainstick"
è il nome anglicizzato e, pertanto,
internazionalizzato di "palo de
lluvia", tipico strumento musicale
e cerimoniale dell'America del Sud e
del Centramerica. Da noi è noto
come "bastone della pioggia".
Diffuso in Perù, Equador, Cile
e Brasile, ma anche in Africa e Australia,
il bastone della pioggia ha origini
antichissime, e ancora oggi viene utilizzato
non solo per scopi musicali, ma anche
in cerimonie religiose propiziatorie
per il raccolto o per la pioggia. Fin
dall'antichità le popolazioni
centroamericane lo utilizzavano inoltre
nelle cure delle malattie del sistema
nervoso, conferendo al suono rilassante
simile ad acqua dello strumento, perciò
allo strumento stesso, poteri magici.
Il nome gli deriva dal fatto che il
suo suono somiglia allo scrosciare della
pioggia o dell'acqua corrente o del
mare, le sue onde, la risacca.
E' una sorta di sonaglio della classe
degli idiofoni di lunghezza variabile:
ve ne sono di piccoli, medi e lunghi
anche un metro. Ha forma di tubo. Questo,
svuotato al suo interno, può
essere di legno e vimini (come in Brasile)
o di bambù (come invece in Messico),
o può trattarsi di una zucca
di forma allungata e resa vuota al suo
interno (come in Africa).
Ma il vero e più autentico bastone
della pioggia, quello proveniente dal
Cile e dall'Argentina del Nord, è
in realtà costituito da un bastone
cavo ricavato dallo scheletro ligneo
della pianta morta di un particolare
e specifico cactus, che si trova nel
deserto Acatama nel nord del Cile. E
val la pena sottolineare che le popolazioni
locali non usano mai le piante vive,
ma soltanto quelle già morte
naturalmente. Questo cactus vive all'incirca
sessanta-settant'anni. Poi, quando muore,
la polpa verde si dissecca, lasciando
infine il nudo scheletro tubolare di
legno della pianta che verrà,
nei segmenti opportunamente tagliati,
utilizzato per formare il corpo del
rainstick. L'interno viene riempito
con polvere di conchiglie, ciotoli,
sabbia, semi. Prima di riempirlo, però,
vengono inseriti dei segmenti di canna,
dei chiodini o, nel caso dei bastoni
in cactus, le spine stesse cadute nel
processo di decomposizione della polpa,
al fine di creare internamente una spirale
che rallenti la caduta del materiale
mentre rotola da una parte all'altra.
Chiuse le due estremità, lo strumento
è pronto.
Per suonarlo bisogna scuoterlo e ruotarlo
mentre lo si ribalta gradualmente da
una parte all'altra, partendo da e tornando
a una inclinazione ideale di 60 gradi
per ottimizzare la lunghezza, la pienezza
e la continuità del suono. In
questo modo il contenuto interno del
rainstick scorre lungo la spirale interna
producendo un suono simile a quello
marino o della pioggia. Se ben costruito
il suono del rainstick è davvero
naturale, graduale e amplificato. Oggi
la sua diffusione è praticamente
planetaria.
Strumento estremamente semplice da costruire
con materiali poveri e di riciclo, chiunque
può crearsene uno utilizzando
un tubo porta-disegni o altri tubi di
cartone (per es. quello della carta
cucina), breccioline, lenticchie o chicchi
di riso o pastina, e dei chiodini sottili
da piantare lungo una spirale non troppo
stretta. Quanto alla quantità
del materiale utilizzato per riempire
il rainstick fatto in casa, potrete
aggiungerne o toglierne fino a quando
non si resterà soddisfatti della
durata e qualità del suono. Infine,
non rimarrà che decorare a piacere
l'esterno.
Come ogni strumento musicale, anche
il rainstick ha i suoi virtuosi. Ne
ha fatto un uso importante la danzatrice
giapponese (e suonatrice di rainstick)
Tomoko Ide. Tomoko e il flautista Nikkos
vi hanno intitolato perfino un album,
"Rainstick" appunto. Le loro
performance hanno incantato chiunque
vi abbia assistito.
Tomoko ha sviluppato una tale destrezza
con il bastone della pioggia che, oltre
a suonarlo danzando, accompagnandovi
il flauto del partner Nikkos, riesce
a riprodurvi non solo la pioggia, ma
diversi suoni della natura come le onde
dell'oceano, ruscelli, il battito d'ali
degli uccelli.
A
cura di
Davide Riccio
|