Uno
dei maggiori scrittori del XX secolo ha prodotto
storie bizzarre quanto una parte della vita che
ha vissuto in prima persona. In un'epoca gravida
di innovazioni stilistiche, tra la fine degli
anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta,
non si aveva timore di giocare d'azzardo, di spingersi
oltre i limiti, giocare una partita a poker con
la letteratura senza avere niente in mano, neppure
una coppia vestita. L'azzardo con la scrittura,
ma prima ancora con la vita, è uno degli
elementi che contraddistingue l'esperienza artistica
di William Burroughs. Per riuscire a dire "cose
nuove" è lui stesso a spingersi attraverso
i giardini della prosa consolidata e statica del
tempo, mostrando le fragili e sotterranee crepe
che da tempo minano la vitalità delle narrativa.
Inizia, quindi, un feroce e onnivoro lavoro di
taglia e cuci (cut-up) di ogni elemento letterario
e meta-linguistico gli capiti a tiro (quest'ultima
non è una metafora casuale e gratuita,
considerata la sua "drammatica" passione
per le armi. Amore folle e bruciante che causerà
perfino la morte accidentale della moglie Joan!).
Risultato: un furto senza precedenti alle relazioni
logico-concettuali della narrativa. Così,
visto che il furto è insito nella produzione
letteraria di William Burroughs, perché
non replicare in maniera certo più comprensibile
il procedimento che lui ha creato insieme a Brion
Gysin? Avvicinate, quindi, le facciate di due
edifici letterari determinati - romanzo gotico
e produzione letteraria del nostro - abbiamo scoperto
che vi sono molteplici aderenze, margini di contiguità
tra senso diffuso e produzione letteraria fatta
e finita. Ci si è, inoltre, divertiti a
proporre due stili digressivi leggermente differenti,
in modo da portare in superficie le sporgenze
e gli angoli che manovali abili ma non infallibili
hanno prodotto nell'edificio appena creato.
The tempestuous loveliness of terror
Il verso è del poeta romantico Percy
Bysshe Shelley e coglie in maniera significativa
l'anima ispiratrice più profonda del
romanzo gotico, genere letterario maledetto,
che ha fatto scorrere brividi freddi sulla pelle
di intere generazioni di lettori. Il romanzo
gotico può essere paragonato a un bosco
immaginario fatto di alti alberi con rami senza
fine, selvaggiamente intrecciati in una libera
creazione di forme aliene, che ispirano un sottile
senso mistico e un piacevole timore. Gotico
è anche un temine usato in architettura
per indicare lo stile caratterizzato da archi
acuti molto slanciati verso l'alto, grandi rosoni
intarsiati e alte guglie, con cui venivano costruite
imponenti cattedrali tra l'XI e il XII secolo.
Probabili fiocchi ectoplasmatici saldati
insieme da fuochi blu
Burroughs intreccia le trame dei suoi scritti
fantascientifici entro vere e proprie cattedrali
linguistiche. Ha avuto la forza di ricreare
interi universi fantastici a partire dalla semplice
forza coesiva della parola. Le sue prime esperienze
narrative sono quindi la manifestazione palese
di una tensione interiore verso altre dimensioni,
uno scatto verso l'alto, verso un significato
che si svincoli dalle grossolane leggi di gravità
più tradizionali, cioè le leggi
grammaticali e lessicali. La predilezione per
temi che scavano nel torbido, che hanno come
obiettivo quello di centrare il cuore ipocrita
delle convenzioni della medium class americana
è un elemento centrale e portante della
sua produzione.
Gotico è una parola di origine rinascimentale
e ha come significato generico quello di "barbaro",
selvaggio distruttore della tradizione classica.
William Burroughs si scaglia proprio contro
le pastoie della tradizione letteraria del tempo;
si avventa con la forza di cui è capace,
che non attinge, come sarebbe normale e ovvio
attendersi, alla forza della carne, dei muscoli
intrecciati a bianchi tendini, degli arti meccanici
che stritolano rozzamente la propria preda.
Lo scrittore si serve dell'esile alterazione
lessicale, ne fa un grimaldello per iniziare
un percorso rivoluzionario assolutamente devastante.
Da questo punto di vista le vastità anarchiche
dei suoi spazi letterari sono un gorgo entro
cui cade ogni forma di pensiero complessa e
logicamente ordinata. L'orda selvaggia dei suoi
apparenti vaneggiamenti meta-linguistici produce
un ritorno alla forma abbreviata, al frammento,
alla scheggia di senso che contiene in sé
autonomia e rabbiosa indifferenza nei confronti
del tutto fatto e finito.
Per comunanza di elementi fantastici e spirituali
è stato dato lo stesso nome al genere
letterario nato nella seconda metà del
Settecento in Inghilterra. Il romanzo gotico,
chiamato anche "nero", è caratterizzato
da un'abbondanza di luoghi religiosi tetri e
pittoreschi:
conventi, abbazie oppure antichi castelli, labirinti,
rovine. È ambientato solitamente in epoca
medievale, periodo che però non viene
interpretato nella sua realtà culturale
e sociale. Il medioevo cupo, sinonimo di barbarie
e di violente passioni, offre ai lettori il
piacere di un coinvolgimento in un'atmosfera
oppressiva. Diventa uno spazio narrativo ideale
di sogno e mistero, che trasuda angoscia e avvolge
con il fascino dell'irrazionale.
Il fasto di un antico passato, rappresentato
dalle cattedrali gotiche, dai castelli turriti,
adesso diventa il vuoto baratro di una condanna
senza tempo. I luoghi narrativi vengono alterati
in funzione dello sfasamento temporale, fenomenale
metafora della progressiva dissociazione interiore
dell'umanità. Tutti gli elementi risucchiati
all'interno della narrazione ricordano in modo
pulsante il motivo del controllo, della vita
vincolata, dell'incatenamento. Questi elementi
dalla struttura solida abbondano nelle viscere
delle costruzioni "acuminate" edificate
durante l'epoca medievale.
Gli scrittori gotici colgono con piena consapevolezza
la bellezza dell'orrido, tanto da creare una
vera e propria estetica fondata su di esso.
I nuovi personaggi che popolano questo mondo
letterario sono spettri, mostri, creature demoniache
prodotte da una fervida immaginazione. Sono
affascinanti, stupefacenti e fuori dal comune.
Il catalogo delle creature coniate da Burroughs
attinge direttamente alla mondo della fantascienza,
ma non solo! La tecnica del cut-up può
essere considerata il modo più moderno
di assemblare nuove creature, Frankenstein della
modernità privi di morale. Mostri dalle
mille identità, dalle sembianze più
terrificanti, perturbati e intossicati da elementi
che faticano a ossidarsi con il comparto genetico
in dotazione. Fiori non comuni di un universo
che corre a tutta velocità verso la propria
distruzione. Il piacere finemente assetato,
affamato di novità, sedato per alcuni
momenti grazie alla creazione, a ogni pagina,
di nuove creature: più sono inconsuete,
predatori senza fissa identità, più
calano lo spettatore nell'ambigua posizione
della preda, dell'oggetto del desiderio da parte
di un essere predatorio. Il romanzo d'avanguardia
ha un senso compiuto differente rispetto a quello
presente nel romanzo tradizionale, come a dire
che si verifica uno slittamento dal senso riposto
all'interno della pagina verso l'esterno, l'occhio
che legge, che curiosamente passa da una parola
all'altra, che viene irretito sempre più
dalla narrazione. Orrido, paura, suspense, thrilling
sono le calamite che vincolano e imprigionano
il lettore lasciandolo senza fiato. Il terrore
che paralizza, che sfoca i contorni della percezione,
che rabbuia il lume della ragione e che apre
distese immense di apparente nonsenso, logica
distante e nuova.
Il fascino del mostruoso misura la nostra
attrazione verso ciò che è altro,
alieno e pertanto sconosciuto. Il romanzo gotico
fa leva su quella parte "sospesa"
dell'anima che non conosciamo mai perfettamente,
che rimane ignota, latente, sopra le righe del
nostro vivere quotidiano. In questo luogo galleggiano
le nostre paure, i terrori che ci accompagnano
fin dall'infanzia, i desideri inconfessabili:
è questo il materiale che gli scrittori
gotici hanno utilizzato per le loro opere. Gli
elementi soprannaturali, così presenti
e così importanti, non sono altro che
l'espressione codificata di paure comuni. Sono
la metafora di una condizione di crisi di fine
Settecento rispecchiabile nel lacerante processo
di mutamento sociale, nelle violente e radicali
trasformazioni operate dalla rivoluzione industriale.
La paura costituisce la più straordinaria
molla dell'immaginario sociale.
La crisi è incombente. Non ulteriormente
rimandabile. Si ha quasi l'impressione che la
si stia invocando. È stato costruito
qualche rifugio in grado di difendere l'uomo
da se stesso e dalle sue assurde creazioni?
Il vicino appare come un predatore. Nessun legame
affettivo è più possibile. La
visione alterata della realtà e dei rapporti
sociali si insinua sempre più nel profondo,
perché la percezione è modificata
radicalmente. Distorsione, stortura, forzatura
delle consuete leggi fisiche immanenti: questa
è la nuova legge che governa qualsiasi
manifestazione e percezione fisico-corporea.
La nuova ragion d'essere del profondo, di qualsiasi
creazione non può più essere codificata
in maniera univoca. Le perversioni, le fantasie
più sfrenate diventano le nuove guide
per un tour de force all'interno del parco dei
divertimenti per adulti: novelli Dante nel Giardino
delle Delizie di Bosch, l'apprendistato delle
perversioni più deliziose e devianti.
Si diventa studenti che si applicano per apprendere
i segreti della corruzione, della macchinazione
finalizzata all'omicidio, della tortura, del
controllo preconscio, una moderna filosofia
del boudoir prêt à porter per i
giorni felici e per quelli no! Il mondo ha perduto
le più semplici e confortevoli indicazioni
riguardo ai valori fondamentali. La paura e
il terrore diventano elementi portanti, quanto
mai essenziali, di qualsiasi tipo di approccio
alla "oggettualità"; manifestano
inaspettate proprietà vitali. Le persone
"cosificate" alla maniera heideggeriana
(merce accumulata, accatastata come risorsa
da utilizzare nel prossimo futuro - Matrix invenit
con gli avveniristici campi di coltura di esseri
umani ridotti a pile per i governanti meccanici
planetari) vengono spolpate della sostanza,
degli effluvi vitali: i liquidi seminali allagano
stanze, androni, enormi spazi interstellari,
per alimentare il fuoco di sabba orgiastici
interplanetari. Il meccanismo di nascita e morte
è assolutamente e completamente invertito.
Non esiste più un movimento circolare
che dalla nascita conduca alla vita, semmai
il contrario, anche se le nuove forme di vita
mutanti non hanno più rapporti con l'antico
simulacro. Le nuove forze che governano e impongono
la propria volontà al ciclo di nascita
e morte hanno uno straordinario senso dell'umorismo
e già per questo dovrebbero essere ricompensate
della loro inesausta fatica. In ultimo si sarebbe
tentati di parteggiare proprio per loro!
Il fantasma, il vampiro del gotico esprime
una reazione conservatrice fondata sul "divino",
sul trascendente.
Nei romanzi di Burroughs s'incontrano individui
in cui a prevalere è la doppia identità,
la parte a-normalmente in "ombra",
perché lì in qualche modo si trova
il vero io. Il dualismo è insito in questa
dimensione. Il profondo diventa l'immediato
materiale da scandagliare per reperire informazioni
che appaiono senza senso solo per chi non ha
accesso alle reali chiavi di decodifica. Il
significato dell'altra "parte" esiste,
ma è totalmente dissociato dalla logica
comune.
Il bipolarismo, l'immanenza del trascendente
è anche all'origine di un profondo conflitto
che tarda a trovare una vera risoluzione che
offre un po' di pace: "Basta che ne abbiate
due perché abbiate delle noie. Il dualismo
è il fondamento di questo pianeta: bene
e male, comunismo e fascismo, uomo e donna".
Logica di contrasto, di tensione verso nuove
dimensioni che ricacciano ogni volta l'individuo
sempre più con il viso nel fango: "L'altra
Metà turbinava su nell'atmosfera urlando,
viso convulso che soffoca dalle risa e le parole
del sesso che si rovesciano dal grasso di gola
in globuli di cristalli sanguinanti [
]"
(Il biglietto che è esploso, Ed. Sugarco
1983).
La parte oscura dell'anima emerge, si diffonde
in ogni pagina e come un soffice fumo avvolge
ogni parola. La paura, con la sua funzione catartica
e tentatrice, ci spinge verso la tana del lupo,
ci fa avvicinare alla soglia. Paradossalmente
ci da coraggio in quanto innesca nel profondo
la perversità dell'animo umano che, in
una continua e interminabile sete di conoscenza,
sfida la natura rischiando la vita, cioè
varcando quella soglia fino ad allora preclusa
al soggetto umano.
E il soffio del tornado spira in abbagli di
ghiaccio e fredde lame d'acciaio. Amen!
© A.Tacconi e S.Nicosia
GLI AUTORI
Alessandro Tacconi: Redattore ed
editor presso la casa editrice Hobby & Work.
Ideatore e fondatore del progetto letterario-teatrale
Guignol's Band, per cui ha scritto le rappresentazioni
performative "Cesare Pavese e i suoi blues"
e "Calvino in nero". Ha pubblicato
un libro di poesie, "Blues di Akyro"
(Ed. Ibiskos, Empoli), e su numerose riviste
letterarie, cartacee e virtuali, compaiono suoi
contributi in prosa e poesia.
Stefano Nicosia: Ha pubblicato
articoli e racconti su riviste, fanzine e siti
Internet (Hacker Journal, Avatar, ClubGhost,
ecc.). È stato finalista in numerosi
concorsi letterari. È di prossima pubblicazione
un'antologia di suoi racconti per le Edizioni
Ferrara.
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