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Pietro Rotondi. Traduttore e autore
di Bruno Ambrella
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Fra i traduttori italiani delle opere del self-helpismo anglosassone vi è anche il milanese Pietro Rotondi (Milano 1814 – Velate Varesino 1899). Negli anni in cui i libri per gli operai iniziavano a riempire gli scaffali delle prime biblioteche popolari, Rotondi traduceva per l’editore Gaspero Barbera alcuni testi fondamentali ai fini della diffusione della letteratura self-helpista in Italia. Dell’inventore e filosofo americano Benjamin Franklin, Barbera pubblica nel 1869 la Vita di Beniamino Franklin scritta da se medesimo. Nuovamente tradotta dall'edizione di Filadelfia del 1868, ricavata per la prima volta dal manoscritto dell'autore, da Pietro Rotondi; nel 1870 escono gli Scritti minori di Beniamino Franklin; raccolti e tradotti dal prof. Pietro Rotondi. Nello stesso anno l’editore di Firenze pubblica la traduzione del libro intitolato The Pursuit of knowledge under difficulties, un’opera dell’autore britannico George Lillie Craik (1798 - 1866) pubblicata per la prima volta a Londra nel 1830; l’edizione italiana, seguendo il fortunato filone delle opere aventi un detto popolare in copertina (Si ricordano in particolare il Chi si aiuta Dio l’aiuta di Samuel Smiles e il Volere è potere di Michele Lessona), è intitolata Costanza vince ignoranza, ossia La conquista del sapere malgrado gli ostacoli; traduzione libera dall'inglese con aggiunta di vari esempi italiani per cura di Pietro Rotondi. Infine, nel 1872, Barbera affida a Rotondi la traduzione di Character, il nuovo libro di Samuel Smiles: Il Carattere: prima traduzione italiana di P. Rotondi; con le memorie dell'autore scritte da esso. Pietro Rotondi non svolse solamente il mestiere di traduttore ma fu anche autore di alcune opere di carattere popolare, e fu preside del Liceo classico Cesare Beccaria di Milano dal 1867. Il Dizionario di De Gubernatis ci fornisce alcune informazioni sulla vita dell’autore milanese: «Fu della bella schiera de’ letterati lombardi che, dopo avere presagito il vicino risorgimento della patria, cooperarono con l’opera e col consiglio al glorioso successo delle cinque eroiche giornate, dopo le quali accorse al campo, credendo più utile continuare con l’armi in pugno la caccia allo straniero che agitarsi inutilmente per le vie di Milano per la forma del governo». La sua propensione alle opere di carattere popolare era già evidente in un libro da lui dato alle stampe nel 1841 e intitolato Dante offerto all’intelligenza dei giovanetti. L’opera nasce con l’intento di facilitare la comprensione delle terzine dantesche a un pubblico giovane, e a chi, poco avvezzo alla lettura, non si è ancora avvicinato al sommo poeta. Nelle sue pagine, Rotondi, non riporta i canti nella loro totalità ma solo le parti salienti; alternando ovviamente i versi al commento dell’opera. L’edizione italiana del libro di George Craik, Costanza vince ignoranza, non è una semplice traduzione, del resto lo stesso sottotitolo ci segnala che siamo davanti a una traduzione libera. Il lettore apprende fin dal titolo lo sforzo fatto dal traduttore per adattare il libro dell’autore inglese al nuovo pubblico. Rotondi, infatti, oltre a tagliare alcune parti del testo originale, inserisce nel libro le vite di ventisei italiani che contribuiscono a dimostrare la veridicità della massima esposta in copertina. La vena italiana del libro pubblicato da Barbera è rintracciabile già nell’epigrafe posta all’inizio della prefazione firmata da Pietro Rotondi. Il traduttore riprende alcuni versi del poeta riminese Aurelio Bertola (1753 - 1798), il quale elogia la conoscenza come valore fine a se stesso e non necessariamente come mezzo per arrivare al successo nella vita: «Se il saper non ti comparte I tesori e la potenza, Ti dà più: t’insegna l’arte D’esser pago e farne senza». Con questi versi il professor Rotondi sembra voler prendere le distanze da un’interpretazione del self-helpismo prettamente utilitaristica. Ancor prima di iniziare a leggere le vite degli uomini che, grazie alla costanza e al duro lavoro, riuscirono a diventare personaggi di fama internazionale, il traduttore vuole ricordare al pubblico italiano l’importanza del sapersi accontentare e dell’accettazione delle proprie condizioni. L’opera di adattamento compiuta nella traduzione del libro non è tenuta nascosta da Rotondi: «Io però che ho voluto tradurre non solo il libro, ma, se si può dire, anche l’intenzione che lo dettava, ho interpretato il desiderio dei nostri lettori, e aggiunto o sostituito non di rado agli stranieri, esempi italiani corrispondenti; […] così che l’opera venne specialmente accomodata alla opportunità della gioventù italiana». Si osserva che, sia nell’indice sia nel testo, ogni parte aggiunta dal traduttore è segnalata da un asterisco; non c’è stata, dunque, la volontà di celare gli interventi apportati da Rotondi. Nel secondo capitolo dell’edizione italiana è presentato al lettore il primo connazionale aggiunto da Rotondi: si tratta di Lodovico Antonio Muratori. Le informazioni sulla vita dell’intellettuale modenese sono tratte, come precisa lo stesso traduttore, da un racconto per ragazzi di Pietro Thouar. È indicativo che un testo indirizzato ai più giovani venga scelto per essere inserito in un’opera dedicata primariamente a un pubblico adulto. Le competenze di lettura del lettore cui ci si vuole rivolgere non sono evidentemente ritenute tanto distanti da quelle dei lettori più giovani. Lo stesso Rotondi, dovendo ricorrere una seconda volta ai racconti di Thouar per la presentazione di un altro illustre italiano, fa cenno a tale aspetto: «Cederemo un’altra volta la parola a Pietro Thouar, che l’ha tanto nobile e schietta; quantunque egli abbia scritto solo ad edificazione di giovinetti, e il nostro libro vorrebbe l’onore d’essere preso in mano anche da uomini fatti». I ventisei italiani inseriti dal traduttore avvicinano il libro di Craik al pubblico della penisola e ne favoriscono la comprensione. Due scelte, in particolare, sembrano voler caratterizzare definitivamente l’opera secondo le intenzioni di Pietro Rotondi: la prima è quella di concludere il libro inserendo ben diciassette pagine sul viaggiatore italiano Carlo Vidua (1785 - 1830), lasciando così al lettore un ricordo più vivo di un esempio italiano. La seconda, proprio in chiusura del libro, è quella di porre Dio in primo piano nella determinazione del destino dell’uomo, riducendo in tal modo la forza dirompente del self-help. Il traduttore, infatti, dopo aver elogiato Carlo Vidua per la sua attività, la sua perseveranza e il rifiuto dell’ozio, ricorda al lettore la grandezza di Dio: «La divinità dell’operare pur si sente in mezzo alle peggiori difficoltà ed ai più crudi dolori; che è segno del nostro dovere e destino. Quanto all’utile poi e ai risultati della nostra vita, come questa così quelli sono non in mano nostra, ma del Creatore». La volontà di diffondere la conoscenza degli uomini che hanno fatto grande la nostra penisola non si esaurisce in questa traduzione arricchita; nel 1875 Rotondi pubblica per i tipi della casa editrice Giacomo Agnelli di Milano I migliori esempi della storia d’Italia esposti da Pietro Rotondi, con il quale l’autore intende fornire ulteriori modelli da seguire: “Io mi sono ingegnato, coi mezzi dell’arte mia, di fare questi quadri, i quali se non all’occhio propriamente, si affacciassero alla fantasia, per così stamparsi nella memoria e parlare al cuore di chi legge, con viva efficacia”. A dimostrare l’attenzione posta dai vari enti culturali di allora e dalle istituzioni a questo genere di opere basate sui medaglioni biografici, basti ricordare che la commissione del Reale Istituto Lombardo premiò il testo di Rotondi nel Concorso al premio Ciani del 1875: “[…]l’autore s’è proposto di preferenza di cogliere quegli episodi che potessero essere tradotti in forma drammatica e viva, e porgere così esempi di carità patria e di virtù civile agli italiani”. Altra opera pensata per i più giovani ma adatta anche ad un pubblico più ampio è la Storia di Milano narrata agli alunni delle nostre scuole da Pietro Rotondi. Il libro è pubblicato nel 1878 dalla Ditta Giacomo Agnelli, e una dedica firmata dall’autore e rivolta a quello che sembra essere il committente dell’opera, legittima il lavoro di Rotondi come indispensabile testo scolastico. L’autore si rivolge, infatti, all’assessore municipale sopraintendente scolastico Gaetano Negri, futuro sindaco di Milano e senatore del Regno d’Italia (ricordato anche come traduttore dal tedesco della favola Pierino Porcospino): “Eccole, signore chiarissimo, la breve storia ch’Ella mi invitò a scrivere per le nostre scuole […]”. Tornando alle traduzioni, come si è detto Pietro Rotondi volge in italiano per l’editore Barbera altre opere basilari del self-helpismo anglosassone. Nell’introduzione all’autobiografia di Benjamin Franklin l’autore milanese non lascia dubbi riguardo alla necessità della lettura della vita dell’inventore e filosofo americano: “Il suo libro è davvero attraente e quanti l’hanno preso a guida della loro condotta, di qualunque nazione fossero n’ebbero a sperimentare così utilmente gli effetti sul carattere morale e non di rado anche sulla condizione economica, da doverlo proclamare uno de’ più efficaci e diritti maestri, che l’umanità s’abbia mai avuto”. L’importanza della divulgazione non solo delle opere ma anche delle biografie di alcuni autori riconosciuti come esempi da seguire, è riscontrata ugualmente nella traduzione della seconda opera di Samuel Smiles, Il Carattere; dal sottotitolo, infatti, oltre ad apprendere che si tratta della prima traduzione italiana di P. Rotondi, il lettore è informato del fatto che all’interno troverà le memorie dell'autore scritte da esso. Con gli Scritti minori di Benjamin Franklin, infine, si vogliono diffondere in Italia gli ammonimenti che lo scrittore americano riserva per i diversi ambiti della vita umana; si trovano in questa raccolta suggerimenti inerenti all’educazione, all’economia, all’igiene, alla politica, al lavoro e a molti altri campi. L’epigrafe non firmata posta nel frontespizio sembra essere un manifesto dell’intera letteratura self-helpista: “Attendi con ogni studio alla tua professione, e ne diverrai maestro; sii frugale ed operoso, e acquisterai ricchezza; sobrio e temperato, e vivrai sano; virtuoso in tutto, e sarai felice”.
A cura di Bruno Ambrella
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