Tarzan,
a quasi cento anni dalla nascita, rimane uno
dei personaggi più famosi della letteratura
avventurosa, ma, mentre quasi tutti conoscono
la storia del re della foresta, pochi invece
ricordano il suo creatore, Edgar Rice Burroughs
(1875-1950). In realtà quando Tarzan
apparve per la prima volta sulle pagine di una
rivista di racconti, nell'Ottobre del 1912,
Burroughs aveva già pubblicato da un
anno e con ottimo successo il suo primo romanzo:
Sotto le lune di Marte.
Privo di un'istruzione regolare, Burroughs
- dopo aver abbandonato la carriera militare
- aveva tentato la fortuna, da vero pioniere,
esercitando moltissimi mestieri, tra i quali
quelli di poliziotto ferroviario, minatore,
cercatore d'oro, venditore ambulante di dolciumi,
cow-boy, e contabile. Nel 1912, amareggiato
per i numerosi insuccessi professionali, decise
di scrivere un romanzo d'avventura di genere
fantascientifico, spinto dal successo che, in
quel periodo, stavano avendo le prime riviste
"pulp". Piuttosto dubbioso sul risultato
raggiunto, Edgar Rice Burroughs preferì
firmare la prima edizione de Sotto le lune di
Marte con lo pseudonimo di Normal Bean (traducibile
come Uomo Qualsiasi). Il romanzo fu pubblicato
in sei parti sulla rivista All-Story ed ottenne
un successo immediato e del tutto imprevisto,
almeno per l'autore.
Giunto su Marte tramite una singolare forma
di "viaggio psichico", il terrestre
John Carter v'incontra un mondo antichissimo
e decadente, in cui una grande civiltà
del passato ha ceduto il posto a una miriade
di città-stato abitate da razze umane
(o pseudo umane) coinvolte in una interminabile
guerra per la sopravvivenza. Un mondo nel quale
si scontrano scienza e magia, tecnologia e orde
barbariche, popolato da mostruosi animali e
bellissime principesse (che depongono uova!).
In un crescendo di popolarità, John Carter
si guadagnerà il rispetto di tutte le
razze marziane, fino a guidarle alla ribellione
contro i falsi dei che dominano il pianeta.
E' abbastanza evidente, anche solo leggendo
questa breve traccia, come il ciclo "marziano"
di Burroughs sia più facilmente collocabile
nell'ambito della narrativa fantastica classica
che in quello fantascientifico. Lo si potrebbe
forse inserire all'interno di quel particolare
ramo del fantastico che annovera tra i suoi
capolavori opere come il Il barone di Munchausen
di Raspe o il viaggio lunare di Luciano di Samosata,
con in più una certa dose di sfacciataggine
tutta yankee che ricorda certi romanzi di H.
Ryder Haggard (anche se Quartermain era inglese...)
o il Saturnino Farandola di Albert Robida (che,
pure, era francese). Certamente alla "sinistra"
di Wells ed in posizione antitetica rispetto
ai romanzi di anticipazione pseudoscientifica
di Jules Verne.
Del resto Burroughs non si preoccupa minimamente
della credibilità o verosimiglianza di
quanto racconta, è un narratore dalla
fantasia prodigiosa e potente e l'ambientazione
marziana è forzata proprio dalla natura
dell'invenzione burroughsiana che non può
essere contenuta da nessuno scenario terrestre
o, comunque, convenzionale.
La
facilità con cui aveva scritto e pubblicato
"Sotto le lune di Marte" avevano fatto
intravedere all'autore, ormai trentaseienne,
la possibilità di diventare in breve
tempo uno scrittore professionista, al punto
che, spinto dall'entusiasmo, aveva scritto in
sole due settimane un secondo romanzo "The
Outlaw of Tom" che era stato però
clamorosamente rifiutato da Thomas Metcalf (all'epoca
redattore capo della rivista All Story Magazine).
La delusione fu cocente e Burroughs avrebbe
probabilmente deciso di rinunciare a scrivere
non fosse stato Metcalf stesso a spronanrlo
affinchè si rimettesse al lavoro su di
un soggetto nuovo ed originale.
Il risultato fu "Tarzan delle scimmie"
(Tarzan of the Apes -1912). L'originalità
del soggetto e la trama avventurosa ne fecero
un immediato successo e le lettere degli ammiratori,
che invasero la redazione di All story ne furono
la conferma. Quando i capitoli successivi furono
rifiutati dallo stesso Metcalf, Edgar non si
scoraggiò e sottopose i manoscritti ad
una rivista concorrente, che li pubblicò
immediatamente. Poi, per non rimanere intrappolato
nell'ambiente degli autori pulp, iniziò
a spedire copie del romanzo a famosi editori.
Ancora una volta, il libro fu rifiutato da tutte
le case editrici interpellate, ma fu notato
da Albert Terhune, redattore dell' Evening World
di New York che ebbe l'idea di trasformare Tarzan
delle scimmie in un romanzo a puntate da inserire
sul supplemento domenicale del giornale per
cui lavorava. Presto altri quotidiani in tutta
la nazione ne seguirono l'esempio e con migliaia
di lettori entusiasti in tutto il paese, improvvisamente,
anche gli editori presero ad interessarsi alle
opere di Burroughs. Finalmente, nel Giugno del
1914, Tarzan of the Apes venne pubblicato da
A.C.McClurg & co. Il vero successo, però,
arrivò soltanto nel 1929, quando un pubblicitario
di nome Joe Neebe convinse Burroughs a realizzare
un adattamento a fumetti delle sue storie da
inserire nei supplementi dei quotidiani. Per
la preparazione delle strisce fu scritturato
Hal Foster che all'epoca era già un famoso
illustratore. Il successo fu tale che i maggiori
quotidiani degli stati uniti iniziarono a gareggiare
per aver e il privilegio di riproporre la storia.
Scrittore quanto mai prolifico (anche se non
molto amato dalla critica), Burroughs scrisse
fino agli ultimi anni di vita pubblicando circa
settanta libri e vendendo quasi duecento milioni
di copie in tutto il mondo.
Oltre ai cicli di John Carter e Tarzan, Burroughs
ne ideò altri tre: il Ciclo di Pellucidar
(1922-1963) ambientato al centro della terra
e popolato da uomini ancora allo stadio dell'età
della pietra; quello della Terra dimenticata
dal tempo (del 1918), ambientato su un'isola
sperduta dell'Oceano Pacifico (non vi ricorda
in mente qualcosa?); ed infine il Ciclo venusiano,
ultimo in ordine di tempo, iniziato nel 1934
con I pirati di Venere.
Burroughs morì nel 1950 in California
lasciando un'eredità di quasi dieci milioni
di dollari dell'epoca. Due città - una
in California e l'altra nel Texas - furono battezzate
rispettivamente Tarzana e Tarzan in onore del
suo personaggio più famoso. (M.R.C.)
Questi i titoli che compongono il Ciclo
di Marte:
Under the Moons of Mars (1917) - Sotto le
Lune di Marte
The Gods of Mars (1918) - Gli Dei di Marte
The Warlord of Mars (1919) - Il Signore della
Guerra di Marte
Thuvia, Maid of Mars (1920) - Thuvia, Fanciulla
di Marte
The Chessmen of Mars (1922) - Le Pedine di
Marte
The Master Mind of Mars (1928) - La mente
di Marte
A Fighting Man of Mars (1931) - Il Guerriero
di Marte
Swords of Mars (1936) - Le Spade di Marte
Synthetic Men of Mars (1940) - Gli uomini
sintetici di Marte
Llana of Gathol (1948) (collezione) - Lhana
di Gathol del pianeta Marte
The Ancient Dead (The City of Mummies) (1941)
- Il Morbo Antico
Black Pirates of Barsoom (1941) - I Pirati
neri di Barsoom
Yellow Men of Mars (1941) - Fuga su Marte
Invisible Men of Mars (1941) - Gli Uomini
Invisibili di Marte
John Carter of Mars (1964) (collezione) -
John Carter di Marte
John Carter and the Giants of Mars (1941)
- John Carter e i giganti di Marte
Skeleton Men of Jupiter (1943) - Gli uomini-scheletro
di Giove
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