A cura di TIZIANA PETRECCA
Lapprendistato
di Velazquez cominciò nella bottega
del pittore Pacheco dalla quale uscirà
non ancora 18nne come pittore maturo e geniale.
In questa bottega apprese i principi manieristici
e ancora un po accademici. Linizio
della sua attività lo vede pittore
di vita popolare: suonatori, bevitori, interni
di cucina; caratterizzazione dei personaggi
attraverso una ricerca dal vivo ma soprattutto
la ricerca di una realtà umana colta
nella semplicità formale:uova nei tegami,
cristalli trasparenti, riflessi del vino.
Questa ricerca non muta nemmeno
per la figura umana, nei suoi quadri troviamo
la ricerca della realtà sui volti dei
quali coglie ogni espressione: dalle rughe
allaccenno di un sorriso. La ricerca
del realismo al di la delle apparenze, il
manierismo ripudiato.
Ma questo periodo è
solo linizio, un percorso preliminare
prima di diventare il grande e insuperato
artista di corte di Filippo IV. Latteggiamento
mentale del primo e del secondo periodo non
è identico. Il ridurre la visione ad
oggetto danalisi di verità naturale
nella diversa realtà della luce è
un nuovo rapporto che si stabilisce tra lartista
e il mondo che lo circonda, un rapporto questo,
inedito in Spagna ma che in Italia a Roma
e Napoli era già presente grazie al
Caravaggio.
Alla pittura e studio del Caravaggio,
arrivò, certamente, attraverso i vincoli
che la Spagna aveva, ancor di più che
con altre città, con Napoli allora
capitale del viceregno spagnolo.
Napoli allora era viva di cultura
ed arte e rappresentava il tramite più
diretto di una cultura di avanguardia, modernissima
e piena di suggestione, nella quale era di
spicco la seconda ondata Caravaggesca grazie
a Ribera e altri maestri.
Velazquez nel 1623 divenne
pittore di corte di Filippo IV e questo gli
permise di elaborare liberamente la sua arte
innovatrice. Le grandi collezioni dellarte
Rinascimentale permisero al pittore, che aveva
già maturato un grande bagaglio di
acquisizioni, di guardare queste opere in
modo diverso e dare alle sue opere maggiore
apertura e audacia sia nella libertà
che nella novità del linguaggio pittorico.
Attraverso questi studi si
definì la sua personalità nuova
per tutta larte Europea delletà
moderna. Alla corte di Filippo, predominò
subito sugli altri artisti già presenti
ma ancora legati allaccademismo manierista,
preminenza sancita ufficialmente nel 1627.
Questo
fu il periodo artistico migliore per Velazquez,
con incarichi importanti presso la corte.
Nl 1628, Rubens protagonista del Barocco,
giunse a Madrid portando modernità
e ulteriori conoscenze che Velazquez, ancora
chiuso nel rigoroso naturalismo, apprese.
Decise di visitare lItalia,
studiò Tiziano - reinterpretandolo,poi,
in chiave naturalistica- dipingendo una delle
opere più singolari Il trionfo
di Bacco del Prado.
Velazquez passò in Italia
quasi due anni visitando le città tappe
fondamentali per unartista straniero
: Genova, Milano,Bologna ma anche Roma e Ferrara.
A Roma restò un anno e qualche
settimana a Napoli, fu un viaggio di studio
e approfondimento.
A Roma dipinse due quadri importanti
La fucina di Vulcano del Prado
e Giuseppe ed i fratelli del
monastero dell Escoriale. La sua presenza
fu fondamentale per lo scambio con numerosi
artisti residenti a Roma e soprattutto a Napoli,
che nellesempio di questo pittore videro
rafforzato il loro amore per la corrente naturalistica.
Fu in questo periodo con i
due dipinti Veduta della villa Medici
entrambi al Prado, che Velazquez fu in anticipo
sugli altri nel determinare la pittura di
paesaggio attraverso la realizzazione pittorica
ricca di atmosfera, quasi in anticipo sulle
conquiste libere che furono dellimpressionismo.
Tra il primo viaggio in Italia e il secondo
venti anni dopo, fu molto attivo e si affermò
ancora di più. Molti ritratti di corte
nei quali si nota una grande ripresa dal vero:ritratti
equestri con cavalli impennati, tipici del
Barocco, ritratti ufficiali nei quali limpostazione
tradizionale fu trasformata attraverso la
modernità della sua pittura. Ritrasse
nani e buffoni di corte in successione incredibile
e in questi si ritrova, ma stemperato, il
naturalismo arricchito da un più ricercato
pittoricismo.
Meno numerose furono le composizioni
sacre di tematica rara. la Tentazione
di S. Tommaso della cattedrale di Orihueza
e linsolito Cristo alla colonna
della National Gallery di Londra, di impostazione
ancora naturalistica.
Ma è proprio tramite
tutte queste diverse esperienze: pittura dambiente,
di paesaggio, animali e oggetti, maturò
sempre più ardita la resa pittorica
con pennellate fluide e vibranti piene di
luce che coglie i valori più veri della
rappresentazione.
Una sintesi efficace e completa
di questo momento di piena maturità
artistica è un opera importantissima
di tutta larte del 600 La resa
di Brera del Prado del 1635.
Nel 1649 Velazquez ritornò
in Italia per due anni come artista e uomo
di corte, per cercare capolavori antichi e
moderni per le raccolte del re dando anche
prova del suo incontrastato primato; in questo
periodo fu il pittore più illustre,
il più potente tanto che posò
per lui pure Papa Innocenzo X° per un
ritratto ora nella galleria Doria, e ancora
a Roma dipinse il ritratto del suo servo:
Jean de Pareva, che esposto al Pantheon riscosse
grande successo.
Da questo momento cominciarono
i dipinti della vecchiaia che aprirono la
pittura e il suo cammino alle conquiste del
figuratismo moderno. Questi dipinti furono
in prevalenza ritratti, lultima attività
diede più spazio alla ricerca pittorica
senza, però, tralasciare lesigenza
del racconto.
Ai ritratti si affiancò
una grande opera Las meninas
al Prado:le damigelle di corte che è
un ritratto multiplo ambientato in una sala
del palazzo reale.
In questo quadro sono ritratti:
damigelle, nani e dignitari intorno allinfanta
Margherita e ritrae anche se stesso di fronte
alla tela. Anche il re e la regina sono presenti,
ma riflessi nello specchio sul fondo
Ritroviamo limpegno compositivo
ma quest opera lambiente è
più intimo, la luce più controllata
come può essere solo in un interno
ed è proprio questa luce che potenzia
le figure secondo le distanze e le qualità
cromatiche dei particolari.
E un quadro dove gli
accordi di luce, colore e spazio, trovano
la loro più alta formulazione che sarà
di quanto più moderno e ardito, dopo
Caravaggio, abbia prodotto la pittura Europea.
Ancora cè da menzionare
unaltra opera di grandi dimensioni che
è una trasposizione del mito di Aracne
Le filatrici. E incerta
la data, forse è antecedente allultimo
viaggio in Italia e dello stesso periodo della
magnifica opera Venere allo specchio
alla National Gallery di Londra.
Ritroviamo spesso citati in
alcuni quadri di questo artista dipinti di
altri maestri: Rubens nel Las meninas-lo
si vede nello sfondo sullo specchio- e Tiziano
in Las Hillanderos (le filatrici)
sullo sfondo.
(C) Tiziana Petrecca
tillj2004@yahoo.it