Così
lo ha descritto Roberto Cotroneo:
"Mi
sono arrivate le bozze di un libro. Di
Giuseppe Cerone. Intitolate "Lo Scrittore".
Lo pubblica una piccola casa editrice:
Garamond. Giuseppe Cerone è un
professore di inglese, di ottima cultura,
che vive al Sud, ad Agropoli. Diversi
anni fa scrissi un articolo proprio su
L'Espresso (Mi manda Cerone, 28 Aprile
1991) dedicato alle sue vicende editoriali.
Due anni dopo è tornato sull'argomento,
in prima pagina de La Stampa, Giorgio
Calcagno. Perchè? Perchè
Cerone scrive da anni romanzi e racconti
e nessuno glieli pubblica. Direte voi:
capita a molti. Ma Cerone può vantare
una carta in più: le lettere del
meglio tra i critici italiani che lo incoraggiano:
"Caro cerone, ho letto il suo libro
lo trovo moltointeressante. Continui a
scrivere, continui..." I nomi?
Geno Pampaloni, Claudio Magris, Giorgio
Barberi Squarotti, Tullio De Mauro...e
tanti altri. Cerone colleziona queste
lettere e si illude che prima o poi verrà
pubblicato. E invece no. Paradosso: nonostante
la benedizione dei grandi nomi i suoi
libri non riescono ad arrivare agli editori
importanti.
A quel punto a cerone viene un'idea: scrivere
un libro sulla sua vicenda editoriale,
intitolato "Lo Scrittore". Fatto
di scambi epistolari con editori e critici,
di telefonate, visite ed altro. E' un
libro illuminante, perchè racconta,
dal di dentro, cosa può accadere
a un medio scrittore senza particolari
doti letterarie. ma senza le cialtronerie
degli scrittori improvvisati.
Cerone non è peggio di molti autori
che si pubblicano in Italia. Lo devono
aver capito anche i suoi autorevoli interlocutori:
"Un'essenzialità programmatica
che dà origine spesso a risultati
di straordinaria intensità e verità.
Non conta di pubblicare la raccolta? Teniamoci
in contatto" (Giorgio Barberi Squarotti)
E ora esce questo testo. Che parla di
libri rifiutati. Per 113 volte. Gli venne
in mente di chiedere l'iscrizione al Guinness
dei Primati come l'autore più rifiutato.
Ma un certo Bill Gordon, americano, è
arrivato a quota 176. Forza Cerone, ne
mancano solo 63..."
Roberto
Cotroneo
"Prologo:
Licenza di uccidere"
Tratto da "Lo scrittore"
di G.Cerone
(per gentile concessione dell'autore)
Cristosanto!
Con questo biglietto posso arrivare alla
fine del mondo. E' come la licenza di
uccidere per James Bond. State a sentire:
"Caro Cerone, "muri lucani"
Dio sa quanti schiacciano ognuno di noi.
Lei ha il merito di saperlo raccontare.
Provi a mandare una copia del libro al
dott. Enzo golino e un'altra al redattore
culturale , dott. Roberto Cotroneo. Penso
che, se la sua prosa li interesserà
come ha interessato me, potranno parlarne
loro ovvero segnalarlo loro ad altri redattori
dell'Espresso. Buon lavoro e un cordiale
saluto. Suo Tullio De Mauro." Capite?
E' De mauro che scrive, il linguista,
l'autore del commento al corso di linguistica
generale di F. De Saussure, l'autore di
Introduzione alla semantica, di Senso
e significato, di guida all'uso delle
parole etc. devo stare calmo! Ma l'emozione
è forte. Rileggo il messaggio.
Dunque, "lei ha il merito di saperlo
raccontare" e poi "..la sua
prosa li interesserà come ha interessato
me.." Per la miseria! Il mio libro
gli è piaciuto. Avevo una paura
dannata prima di mandarglielo. Temevo
di non essere all'altezza. Invece
che soddisfazione! Il maggior linguista
italiano ha letto il mio libro
e
lo ha trovato
mi riconosce il merito
di saper raccontare. Sì, questa
lettera è proprio una pergamena
di laurea in miniatura. Esco e ne faccio
venti copie. Compro una cornice di picoglass
antiriflesso e appendo l'originale alla
parete. Tutti la dovranno leggere. Significa
che qualcosa si sta muovendo. Non sono
un completo imbecille, dopotutto. Mi sento
euforico e mi atteggio (fra me) a grande
scrittore. Dalle pagine di Millelibri,
sullo scaffale del mio studiolo nel sottotetto,
occhieggia Giorgio Montefoschi, in posa
da gay. Lo fisso con un certo disprezzo:
non è nient'altro che un collega
viziato della TV. Uno scrittore che non
ha niente da dire, comunque. Giurerei
che una lettera così da De Mauro
non la potrebbe mai ricevere.
Il
record dei "no"
Tratto
da "Lo scrittore" di G.Cerone
(per gentile concessione dell'autore)
Ma
torniamo a me e alla mia battaglia contro
il sistema. Dunque, il 10 ottobre 1993
è comparso sulla Stampa di Torino
un lungo articolo che mi riguardava. In
prima pagina. Il dott. Giorgio Calcagno,
che non saprò mai come ringraziare,
ha ricostruito tutta la mia storia, partendo
proprio dai rifiuti editoriali. Ecco l'articolo
Il
mio libro ha il record dei "no"
E'
riuscito ad accumulare, in pochi anni,
centotredici rifiuti editoriali, per cinque
libri, di poesia e narrativa. Si chiama
Giuseppe cerone, quarantunenne, lucano,
professore di inglese in una scuola media
del Cilento. E' lo scrittore più
inedito, in una società letteraria
dove i grandi autori sono quasi tutti
scomparsi, ma dove la macchina dell'editoria
arriva a sfornare trentamila libri nuovi
ogni anno.
Giuseppe cerone non è, propriamente,
un poeta della Domenica. Non appartiene
a quella temibile tribù dei manoscrittari
con Gattopardo nel cassetto che tendono
l'imboscata a Umberto Eco dopo la tavola
rotonda e poi gli mandano telegrammi di
insulti perché non ha convinto
il grande editore a pubblicarli. Accanto
ai centotredici no degli editori, Cerone
può esibire quasi altrettanti sì
di critici, scrittori, docenti universitari,
che gli hanno inviato lettere di stima,
incoraggiamento, alcuni di esplicito consenso.
Nel suo archivio domestico, ad Agropoli,
dove vive da quindici anni, le lettere
degli editori sono quasi tutte uguali:
"Abbiamo letto con interesse il suo
dattiloscritto, ma i nostri attuali programmi
non ci consentono
" Ce ne sono
cinque della Rizzoli, quattro della Mondadori,
e poi via di Garzanti, Rusconi, Frassinelli,
fino ai più piccoli. Solo pochi,
come Raffaele Crovi di Camunia, gli dicono
che il libro proprio non gli è
piaciuto. Altri, come Adelphi, esprimono
il loro disinteresse con il silenzio.
Le lettere degli scrittori sono di tipo
diverso e comprendono il Gotha della nostra
letteratura, da Ceronetti a Malerba, da
Siciliano a La Capria. Alcuni si limitano
a manifestare la loro simpatia per il
personaggio. Altri apprezzano il suo sforzo,
lasciandogli capire che sono dalla sua
parte, senza poter promettere nulla. Ma
più d'uno si sbilancia, con un
giudizio . "La scrittura è
pregevole, semplice e al tempo stesso
densa", gli scrive Geno Pampaloni.
"Mi sembra interessante lo stile
e una certa sanguigna disperazione che
circola tra le pagine" , precisa
Saverio Vertone. "Continui a scrivere-
incoraggia Claudio Magris-. Il racconto
che mi ha mandato rivela, nella sua brevità
ed essenzialità, una notevole forza".
Telegrafico, ma più gratificante
di tutti, il sommo Carlo Bo: "Ho
letto con ammirazione ". Roberto
Pazzi, grande collezionista di rifiuti
editoriali prima di arrivare al successo,
sembra capire il suo più sfortunato
imitatore del Sud: "Mi piace la capacità
del suo linguaggio di andare dritto al
cuore delle cose" E i suoi libri
continuano a rimanere dattiloscritti.
Giuseppe Cerone è il tipico giovane
meridionale, con amore per la cultura,
che vive da sempre nell'isolamento. E'
nato a Muro Lucano, di famiglia contadina,
ancora oggi i fratelli di suo padre coltivano
la terra. Il suo era un centro di undicimila
abitanti, poi si era spopolato; si è
venuto riprendendo solo dopo il terremoto
del 1980, che fatto duecento morti ma
ha portato tanti miliardi. "Per avere
uno sviluppo, il mio paese ha dovuto aspettare
il terremoto.", dice il professore,
con la triste ironia che affiora anche
dalle sue pagine.
In quel paese, quando lui era ragazzo,
qualche libro era cominciato ad arrivare,
dopo il lancio degli Oscar. Il figlio
dei contadini, dodicenne, si è
trovato Hemingway, Fitzgerald, poi Kerouac,
poi Bukovski, che lo hanno subito stregato.
Per avvicinarsi ai suoi miti, in mancanza
di un'America troppo lontana, ha cercato
di conoscere il mondo inglese, andando
a passare tutte le estati a Londra. Per
mantenersi faceva il cameriere nei ristoranti.
Finchè è arrivato agli studi
di inglese veri, all'Università
di Salerno. E alla laurea con una tesi
du Christopher Fry, che poteva essere
un buon biglietto da visita. C'erano dei
maestri di grido, allora, a Salerno: da
Sanguineti a De Mauro, che è stato
fra i primi a leggere le sue pagine e
il primo a scrivergli "Lei ha il
merito di saper raccontare".
Neanche il passaporto di De Mauro doveva
bastargli. Dopo la laurea è ripresa
rapidamente per Cerone la vita di provincia,
la scuola media, ad Agropoli, dove ha
messo su casa con la moglie, anglista
come lui; la nuova solitudine. Agropoli
d'inverno ha 20mila abitanti, d'estate
80mila, per l'invasione dei turisti; ma
all'appassionato di letteratura non offre
nessuna possibilità di contatti.
Qui c'è una via dedicata a Franco
Antonicelli, che ad Agropoli era stato
inviato al confino dal fascismo. Ma il
nume della città è un altro,
il farmacista Bonifacio, inventore di
quel leggendario siero anticancro, poi
proibito, che aveva fatto accorrere gente
da tutta Italia.
Da solo, in casa, cerone ha continuato
a scrivere, memorie di Lucania, esperienze
di vita, fantasie.
Ha scritto anche un romanzo, "Amnesia
di un professore", storia di un uomo
che vede la vita a sprazzi, tormentato
dalla perdita della memoria; un libro
di racconti per gli alunni delle medie,
"A scuola,ragazzi". E ha attivato,
instancabilmente, la posta. Per spedire
dattiloscritti ha speso milioni. "Un
libro di cento pagine, in fotocopie, mi
costa diecimila lire- dice-. Più
altre 6-7 mila lire in francobolli"
E ne ha mandati a centinaia. "Ma
è il mio solo hobby- si giustifica-.
Non spendo in altro. Anche mia moglie
è diventata più tollerante."
Aveva sperato molto quando si era interessato
a lui Luigi Compagnone, che gli aveva
anche dedicato un bell'articolo sul Mattino
di Napoli. Neppure quell'appoggio è
stato sufficiente. Per avere la soddisfazione
di vedere un proprio libro stampato, ha
scelto anche lui la pericolosa via delle
edizioni a pagamento, con trenta piccoli
racconti, Il muro lucano ( "Calvino
ci insegna ad essere brevi", spiega).
Poi, quest'anno, un piccolo editore torinese,
genesi, gli ha pubblicato un volume di
versi, Poesia Circolare, con una prefazione
molto convinta di Giorgio Barberi Squarotti.
Il poeta, sicuramente, c'è. La
circolazione no.
E allora il professor Cerone ha deciso
di giocare l'ultima carta. In fondo nessuno
aveva ricevuto tante bocciature, in Italia.
"Ho chiesto, per autoflagellarmi,
di essere annoverato nel Guinness dei
Primati" Almeno lì, avrebbero
dovuto stampare il suo nome. Dopo dieci
giorni gli è arrivata una lettera,
molto gentile, da Londra. "Dear Professor
Cerone
" La Correspondence Editor
della casa inglese lo informava che il
posto era già occupato. Il record
apparteneva da otto anni a uno scrittore
americano, Bill Gordon, che di rifiuti
ne aveva avuti 176, per un suo libro intitolato,
ironia delle ironie, How many books do
you sell in Ohio. Sconfitta inesorabile,
centoquattordicesimo rifiuto.
Giorgio Calcagno
Il 10 ottobre è stata, quindi,
una giornata memorabile. Poi gli avvenimenti
sono precipitati. La radio si è
occupata di me nella trasmissione Corsivi
d'autore e ho ricevuto dalla televisione
l'invito di partecipare al talk-shaw I
fatti vostri, condotto da Giancarlo Magalli
( cosa che però ho rifiutato perché
non mi andava di avere a che fare con
Magalli, che reputo una persona rosa dall'accidia).
Inoltre sono stato intervistato da Repubblica.
Poi ci sono state alcune telefonate. Per
il momento si tratta di semplici contatti,
ma chissà che non approdino a qualcosa
di concreto.
Insomma, è così che vanno
le cose. Quindi, lettore, se leggerai
queste pagine conoscerai il seguito della
mia telenovela. Ho cominciato nell'85
e forse nel 95, dopo dieci lunghi anni
e duemila lettere, riuscirò a pubblicare
un libro senza pagare. Però , per
onestà, devo aggiungere che non
so quanta soddisfazione ne ricaverò.
In fondo, forse, non ne valeva neanche
la pena. Ho solo trascurato la mia famiglia
e il piccolo lavoro quotidiano, che è
quello che dà maggiore gratificazione
a questa vita sensa senso. Mi ritroverò
nella condizione del personaggio di Dino
Buzzati nel Deserto dei Tartari, il quale
per tutta la giovinezza sognava di combattere
e infine, quando i Tartari arrivano, egli
è a letto moribondo. Spero di non
essere moribondo, ma senz'altro durante
l'attesa ho perso granparte del mio entusiasmo
e soprattutto, a furia di elemosinare,
gran parte della mia dignità.
|
Chi
è?
Giuseppe
Cerone è nato a Muro Lucano (Potenza)
nel 1952.
Si è imposto all'attenzione della
critica nazionale con IL MURO LUCANO (Ed.
Nuovi Autori, Milano, 1989), POESIA CIRCOLARE
(Ed. Genesi, Torino, 1993; con una entusiastica
prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti),
LO SCRITTORE (Ed. Garamond, Roma, 1994,
presentato nell'ambito della mostra 'Libro
94', presso la Biblioteca Nazionale Centrale
di Roma, da relatori d'eccezione quali
Tullio De Mauro e Roberto Cotroneo).
Di lui si sono occupati più volte
Giorgio Calcagno sulla STAMPA, Roberto
Cotroneo sull'ESPRESSO, oltre a: Dino
Messina e Giulio Nascimbeni sul CORRIERE
DELLA SERA, Tiziano Scarpa su IL MANIFESTO,
Bianca De Fazio e Teresa Serrao su LA
REPUBBLICA, Valeria Parboni e Gian Carlo
Ferretti su L'UNITA'; Luigi Compagnone
su IL MATTINO, Carlo Donati su IL RESTO
DEL CARLINO e LA NAZIONE; Paolo Mattei
su L'INFORMAZIONE; e ancora: RAI 2 (Corsivi
d'autore), GR Uno (Gian Maria Molli),
RAI 3 (Omnibus), IL GIORNALE di BRESCIA,
PREALPINA di Varese, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO,
TELEAGROPOLI, IL GIORNALE DI NAPOLI, MILLELIBRI,
BASILICATA, IL PAESE di Modena, CIOCIARIA
OGGI, L'OPINIONE, l'agenzia ANSA, LA FIERA
DEL LIBRO, l'agenzia ADNKRONOS, TABLOID,
AVVENIMENTI, IL MONDO di None, CRONACHE
CILENTANE, IL MAESTRALE, IL MENSILE DEL
CILENTO, STORIE, VERNICE, PROGETTO, etc.
Estensore di centinaia di articoli culturali,
Cerone ha collaborato a diverse riviste,
fra cui SCUOLA E DIDATTICA, ed è
stato membro della Giuria del Premio Internazionale
Magna Graecia.
Molti critici e scrittori illustri, fra
cui Carlo Bo, Roberto Pazzi, Claudio Magris,
Maurizio Chierici, Roberto Sanesi, Enzo
Siciliano, Sabino Acquaviva, Geno Pampaloni,
Enzo Biagi, Corrado Stajano, Saverio Vertone,
Gianni Riotta, Raffaele La Capria, Isabella
Bossi Fedrigotti, Gillo Dorfles, Giorgio
Saviane, Nico Orengo, Masolino D'Amico,
Fernanda Pivano, Mario Soldati, Cesare
De Seta, Natalia Aspesi, Corrado Augias,
Antonio Porta, Gaspare Barbiellini Amidei,
Elisabetta Rasy, hanno espresso giudizi
molto lusinghieri sulla sua opera.
Giuseppe Cerone ha anche pubblicato un
e-book con kultvirtualpress.
Per leggerlo, potete
cliccare qui.
>>SITO
WEB<<
I
LIBRI
ZEN.ZIP
di
Giuseppe Cerone
Edizioni
Progetto Cultura
2003 - 80 pp.; 10 €
ISBN: 8889243627
Lo
scrittore
di Giuseppe Cerone
Editore
Garamond
Collana "Fine Secolo"
Pagine 211 Anno 1994
Euro 10.33
ISBN 888618008X
Il
libro è il fedele e documentato
racconto di una storia singolare, nata
da un'ispirazione comune a molti: trovare
un editore che sappia scommettere sul
"genio nascosto" e vedere pubblicate
le proprie fatiche letterarie. Giuseppe
Cerone è (o è stato) uno
degli innumerevoli casi di scrittori cui
le redazioni editoriali negano inesorabilmente
l'esordio. Per ben 113 volte. Il libro,
scritto con comprensibile ma garbato risentimento
e con una vena di autoironia, fotografa
la complessa realtà dell'editoria
italiana, presentandoci metodi e stili
dei suoi protagonisti nella ricostruzione
della lunga trafila di scambi epistolari
con editori e critici, telefonate e visite
varie. Fino a quando, al centoquattordicesimo
tentativo...
Compra
questo
libro su IBS
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