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Rassegna
Stampa
Progetto Babele: da zero
a sei, genesi di una E-zine anomala.
Con
il numero sei, in uscita in questi giorni,
Progetto Babele, la E-zine fondata da Marco
R. Capelli, compie un anno. Sei i numeri usciti,
più tre speciali - tra cui una antologia
di racconti di fantascienza - per un totale
di un centinaio di racconti presentati. Più
di tredicimila i visitatori unici transitati
sul sito in quattordici mesi.
La strada percorsa fino ad ora sembra decisamente
in salita, si va dalle duecento copie distribuite
dal numero zero fino alle ottocento del numero
cinque, dal primo gruppetto di collaboratori
riuniti telematicamente quando la redazione
era uno scassato PC al quarto piano della
vecchia Bridge House sul Patrick's Quay ,
ai più di cento collaboratori fissi
di oggi.
Un successo, ovviamente sempre nei termini
relativi della stampa amatoriale, determinato
da diversi fattori. Innanzitutto PB, pur prediligendo
i racconti di intrattenimento e di genere,
dalla fantascienza all'horror al giallo, non
ha mai assunto una caratterizzazione precisa.
Scelta abbastanza rischiosa, fatta allo scopo
di evitare i limiti imposti da una collocazione
"di nicchia" e che ha certamente
scontentato qualcuno ma che, alla fine, sembra
essere stata premiata dalla maggioranza dei
lettori. E poi, sicuramente, il formato, certamente
anomalo tra le E-zine presenti sul net. La
rivista infatti nasce per la stampa, concepita
ed impaginata come un prodotto di tipografia
che, invece di essere trasferito su carta,
viene distribuito gratuitamente in formato
Acrobat PDF (Adobe Acrobat è un diffusissimo
programma gratuito per la visualizzazione
di documenti su Internet). La stampa può
essere facilmente effettuata in autonomia
da quei lettori che, come il sottoscritto,
non amino troppo la lettura a video. L'idea,
in sé, è semplicissima: la rivista
viene distribuita gratuitamente perché,
grazie a Internet, non ci sono costi di distribuzione,
mentre il costo di stampa viene ridiretto
sui lettori. Il sito quindi non coincide con
la rivista, come avviene normalmente per le
E-zine, ma è solo uno strumento che
contiene le funzioni necessarie per la presentazione,
la diffusione e la gestione dei contatti.
Eccezionale è poi il rapporto di amicizia
personale che si è instaurato fra i
membri della redazione e moltissimi dei collaboratori
che si sono avvicinati alla rivista anche
soltanto per inviare un breve testo, al punto
che nonostante il numero non enorme di lettori,
non passa giorno senza che nella mailbox della
redazione entrino almeno una decina di e-mail
dal contenuto più vario.
Fin dall'inizio Progetto Babele viene concepita,
almeno secondo le intenzioni dei fondatori,
per riempire un "vuoto" tradizionale
del mondo degli e-writers, la mancanza di
punti di riferimento fissi. Ed in questa ottica
PB ha sempre cercato, riuscendoci soltanto
in parte, di proporsi come una sorta di guida
agli e-writers, da qui la presenza costante
di rubriche dedicate alla recensione di altre
E-zine, di e-book, di siti dedicati al mondo
della scrittura. Questo è anche il
motivo per cui la redazione ha sempre insistito
sul fatto che PB fosse una fanzine indipendente,
non legata, cioè, a nessuna casa editrice
o autore particolare e che non accettasse
alcun tipo di pubblicità sul sito o
sulla rivista, quasi a garanzia della sua
funzione di arbitro imparziale. Scelta coraggiosa,
in un certo senso, ma anche autolimitante,
il ristretto budget, costituito per autotassazione
dei membri della redazione, rende impossibile,
ad esempio, la produzione anche solo di quelle
cento o duecento copie stampate che potrebbero
essere utilizzate sia per la distribuzione
in abbonamento, in questo senso la richiesta
non mancherebbe, sia a scopo promozionale,
inviandole a biblioteche o a professionisti
del settore. Tuttavia essere indipendenti
non può significare restarsene isolati,
anche perché l'isolamento è
una forma di snobismo che decisamente non
si addice a PB, democratica e pacifica per
vocazione, la redazione è infatti in
stretto contatto con molte altre E-zine e
riviste letterarie on line, tra cui Ganimedia,
Il foglio Letterario, Niederngasse, Domist.net,
Decadance e tante altre, secondo la convinzione
precisa che lo scopo comune di tutte queste
iniziative debba essere quello di presentare
e far conoscere quanti più nuovi autori
possibile filtrando e selezionando quanto
c'è di meglio nella sterminata (e per
questo ormai quasi illeggibile) produzione
letteraria presente su Internet. Anche perché,
più siamo e più facilmente la
nostra voce verrà ascoltata. Forse
non è un caso che negli ultimi mesi
siti mastodontici quali SF2, Libero di Scrivere
o Scrivi.com abbiano perso qualche visitatore
a favore di realtà più piccole
come Ganimedia, piuttosto che PB o Decadance,
riviste che, davvero, cominciano ad essere
una guida indispensabile per il lettore in
cerca di materiale di qualità, in un
ambiente sovraffollato nel quale, nella necessità
di fare una scelta, si rischia di mancare
ciò che vale la pena di essere letto
a vantaggio di ciò che potrebbe tranquillamente
essere ignorato.
Tornando a Progetto Babele, bisogna comunque
ricordare come, nonostante il relativo successo
e l'interesse risvegliato anche nel mondo
della scrittura professionale - sul numero
Sei è stata riportata una lunga intervista
concessa in esclusiva da Isabella Bossi Fedrigotti,
un'altra intervista, questa volta ad Alda
Teodorani, comparirà sul numero sette,
accompagnata da un racconto gentilmente concesso
dalla scrittrice stessa ed una grossa sorpresa,
sulla quale ancora non si fanno anticipazioni,
attende i lettori del numero autunnale - PB
sia un prodotto giovane ed in continua evoluzione,
decisamente migliorabile sotto molti punti
di vista. Abbiamo già detto, ad esempio,
come la rivista nasca "pensata"
per la stampa. Questa caratteristica, positiva
sotto molti aspetti, è però
anche fonte di numerosi problemi minori, sia
per le dimensioni del file PDF generato che,
su connessioni lente o soggette ad interruzioni
frequenti, può essere difficile da
scaricare, che per la difficoltà di
lettura a video delle parti più piccole
o degli articoli spezzati su colonne separate,
mancando su di uno schermo, ovviamente, la
libertà di movimento tipica della pagina
stampata. O, ancora, per l'assenza di quei
riferimenti multimediali che potrebbero trasformare
il testo in un ipertesto ampliandone le possibilità
senza però fargli perdere le caratteristiche
della versione su carta. Anche il sito, sia
pur professionalmente realizzato grazie alla
bravura del team di sviluppo b2h, pecca di
eccessiva staticità così come
si nota, a volte, la necessità di porre
maggior attenzione al lavoro di editing dei
testi che presentano piccoli refusi tanto
banali quanto fastidiosi.
Tanto lavoro ancora da fare, che corrisponde,
comunque, ad altrettanto divertimento per
i membri della redazione e, sperabilmente,
per i lettori della rivista. Perché
una cosa va comunque detta a proposito dei
redattori di PB: fino ad ora si sono sempre
mantenuti fedeli al sottotitolo di Letteratura
per divertimento che compare su tutte le copertine,
rifiutando, in ogni caso, di prendersi troppo
sul serio, ed evitando sia di assumere toni
inutilmente pseudointellettuali che di perdersi
nell'autocelebrazione gratuita.
Speriamo che continuino così per molto
tempo.
© Marco R. Capelli 10/06/03
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