GLI
AUDIOLIBRI DI PB
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E’ con il consueto piacere che mi accingo a presentare questa seconda antologia UNIBOOK – Progetto Babele, sia perché la stesura di queste righe suggella un anno di “fatiche letterarie”, sia perché, ancora una volta, il ruolo di presidente della giuria mi ha concesso l'emozione sempre nuova di incontrare autori interessanti, abili, brillanti e disposti a condividere con noi lettori le complessità dei loro universi interiori.
Oltre duecento i partecipanti a questa edizione (in leggero aumento rispetto al 2009), molti i racconti di qualità con qualche singolare differenza rispetto all’edizione precedente: se, da un lato, è aumentato il numero delle opere egregie, dall’altro sembra essere diminuito quello dei testi oggettivamente eccezionali. In altri termini, a fronte di un aumento del livello medio di qualità (e, forse, proprio per questo), sembra essere diminuito il numero di quei racconti che, per stile, contenuti, originalità, si distaccano nettamente dal gruppo degli inseguitori.
Ovviamente, questo ha reso ancora più difficile il già complesso lavoro della giuria, costretta al compito ingrato di selezionare, scartare, escludere; eppure, sbuffando e crepitando, ancora una volta ci siamo riusciti – in caso contrario non stareste leggendo queste righe, mi si passi il commento lapalissiano - ed abbiamo prodotto la nostra brava quasi-classifica!
E’ con orgoglio, quindi, che comunico il nome della vincitrice di questa seconda edizione del Premio UNIBOOK – Progetto Babele: si tratta di Patricia Wolf, giornalista e scrittrice già nota ai nostri lettori, scoppiettante e rockettara come il suo Verrà l’alba e avrà il suono di una radiosveglia.
Patricia vince, oltre all’inclusione in questa antologia, la pubblicazione di una raccolta che dal racconto di cui sopra prende il titolo e che, per chi fosse interessato, è già disponibile nel catalogo dei “Libri di PB”, collana Narrativa.
Per le rimanenti nove posizioni, come da tradizione, abbiamo scelto la formula del “Secondo parimerito”, e non è una scelta di comodo: è davvero difficile, quando non impossibile, catalogare ed inquadrare in uno schema matematico un “oggetto” poliedrico e mutevole come un racconto.
A quali parametri appellarsi per la stesura di una graduatoria? Come classificare percentualmente la capacità di creare un mondo illusorio eppure verosimile, suggerire emozioni, sorprendere, divertire?
E' semplicemente impossibile.
Ecco, quindi, i nostri nove “secondi classificati” in ordine, rigorosamente, sparso.
Iniziamo con La quinta stagione di Anna Rossetto, racconto malinconico e agrodolce come la vita - che riceve una “menzione speciale della giuria” - e Cinque di Cettina Caliò, un frammento di memoria che ha il colore del Mediterraneo in estate. Soffermiamoci un istante a contemplare Niente IPod, grazie di Antonella Burlini, rapido ed essenziale come un'istantanea di altri tempi, e poi affidiamoci a Claudia Girardi, che ci farà da guida negli abissi del tradimento e del dolore portandoci fino alle soglie della follia, che è poi Quello che resta, in fondo...
Curiosamente, mi accorgo solo ora della netta predominanza femminile all’interno di questa antologia: undici a quattro per le amiche scrittrici. Mi attendo uno scatto d’orgoglio da parte del sesso forte (si fa per dire) nella prossima edizione!
Per il momento, però, dobbiamo accontentarci di un consolatorio "pochi ma buoni", consolatorio ma azzeccato se riferito al coinvolgente affresco di fantascienza sociale Il trasporto deve continuare di Paolo Brera, giornalista e scrittore professionista che mescola assieme amore, cannibalismo e cieca determinazione corporativistica o al difficilmente classificabile Un metro quadrato di marciapiede di Gianpaolo Borghini.
Apparentemente, il filo conduttore che che lega tra loro tutti i brani qui raccolti sembra essere la malinconia; una malinconia che rasenta la rassegnazione, cupa ed onnipresente anche quando, nonostante tutto, i personaggi rifiutano la resa e vanno avanti, brancolando con cieca testardaggine tra le tenebre di una esistenza apparentemente senza scopo. Segno dei tempi che stiamo vivendo, indubbiamente, ma chi ha contagiato chi? Sono stati gli autori ad influenzare i giurati o, viceversa, i giurati, inconsciamente, hanno scelto racconti in cui si rispecchiano gli elementi più tipici di questo triste inizio di millennio? O non è, piuttosto, qualcosa che aleggia nell'aria e si infiltra dovunque, anche tra le pagine di Progetto Babele?
D'altra parte, anche Buonanotte Mirea di Serena Tubertini, non è che uno sguardo nell’orrore quotidiano e mediatico, solo apparentemente velato da un'innocenza caparbiamente capace di scivolare sul fango senza sporcarsi.
Riflessioni amare, dalle quali, fortunatamente, ci distoglie Cinzia Pierangelini con il suo Calcio d'inizio, versione rivista e corretta della Genesi che non potrà non strapparvi, almeno, un sorriso.
Novità dell’edizione 2010 è, infine, l’inclusione di cinque racconti scelti tra i “finalisti”. Pur non essendo ufficialmente inclusi nella rosa dei vincitori, questi testi presentavano aspetti peculiari o caratteristiche tali da farci ritenere che non ci potessimo esimere dal presentarli ai nostri lettori.
Considerateli un piccolo regalo (o bonus) dedicato a quanti avranno la bontà di acquistare una copia di questa nostra ultima fatica.
Questi i titoli, ancora una volta in ordine sparso: il fantascientifico Notizie dall’infinito di Samuele Nava, l’originale Oscillazioni e parallelismi di Ariase Barretta, il cupo I miei inferni di Selene Feltrin, il toccante Il quaderno di Rosilde di Chiara Sorino e, infine, La casa sulla scogliera di Rossella Saltini, lunga e profonda riflessione sulla solitudine.
Ed ora, a costo di ripetermi per l’ennesima volta, lasciate che vi auguri: buona lettura!
Marco R. Capelli
Ringrazio di cuore Marco Rizzini, responsabile di Unibook Italia e Unibook Spagna, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile ed i membri della giuria per la pazienza, l’impegno e la competenza.
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