Henri-Renè-Albert-Guy
de Maupassant, fu tra i più grandi
maestri della novella. Nacque nel castello
di Miromesnil-Normandia, il 5 agosto 1850,
da Gustave de Maupassant, nobile di provincia,
e da Laure Le Poittevin. La prima gioventù,
trascorsa in Normandia, fu
amareggiata dalle continue liti tra i genitori
che si separarono nel 1860. Dalla madre,
donna coltissima, ereditò l'amore
per l'arte. La passione per la letteratura,
invece, fu in parte dovuta all'influenza
dell'amico di famiglia Gustave Flaubert.
A Rouen, dove nel 1868 conseguì la
maturità in lettere, conobbe poi
Louis Bouilhet, conservatore alla Biblioteca
comunale, poeta ed amico di Flaubert. Entrambi
lo stimolarono a leggere i contemporanei:
Hugo, Balzac, Baudelaire, e diedero un proficuo
orientamento alla sua vena creatrice. Nel
1870 si arruolò nell'esercito in
occasione della guerra franco-prussiana.
La crudeltà del conflitto lasciò
in lui una traccia profonda che si rivela
soprattutto nelle prime novelle. Nel 1871,
tornato alla vita civile, andò a
vivere a Parigi, dove svolse un lavoro impiegatizio
prima presso il ministero della Marina e
delle Colonie, e in seguito al Ministero
della Pubblica Istruzione, su intercessione
del padre. La vita da impiegato tuttavia
non lo soddisfaceva, ed inoltre a Parigi soffriva
per la mancanza del contatto con la natura,
del mare e delle coste della Normandia.
Nel 1880 lasciò definitivamente il
lavoro per dedicarsi interamente alla letteratura,
sotto la guida dell'amico Flaubert. A Parigi
conobbe Ivan Turgenev, Edmond de Goncourt,
Léon Daudet, ed iniziò a frequentare
il gruppo di letterati riuniti intorno alla
forte personalità di Emile Zola.
Nel 1880 apparve la sua prima novella, "Palla
di sego", inclusa in una raccolta dal
titolo "Le veglie di Medan", a
cui collaborarono diversi scrittori della
scuola zoliana con racconti ispirati alla
guerra del '70. La morte di Flaubert, il
5 maggio 1880, fu un colpo gravissimo per
Maupassant e segnò l'inizio di un
periodo di straordinario vigore creativo:
scrisse circa trecento racconti (molti dei
quali sono variazioni sul tema sempre presente
della follia e della crudeltà umana),
sei romanzi e numerose opere minori. Al
successo letterario fece seguito anche l'agiatezza
economica, che gli permise di dedicarsi
alle cose che più amava: il lusso,
le belle donne ed i viaggi. Fu in Italia,
in Corsica ed in Africa, e spesso si concedeva
lunghe crociere in mare sullo yacht "Bel-Ami".
In questo periodo però la sua salute,
minata dalla sifilide che aveva contratto
in gioventù (oppure ereditato dal
padre), iniziò a peggiorare drammaticamente.
Iniziarono i problemi alla vista, le emicranie,
l'insonnia, tutti disturbi che lo sottoposero
ad uno stress logorante. I dolori continui
gli causarono un tracollo psicofisico. Consultò
numerosi medici a Parigi e a Nizza, senza
riuscire a trovare rimedio alle sue sofferenze.
Mentre si trovava a Cannes, nella notte
del 1° gennaio 1892 tentò il
suicidio. Dopo qualche giorno fu trasportato
a Parigi e ricoverato presso una clinica
psichiatrica, dove, ormai in preda alla
follia, il 6 luglio 1893, morì all'età
di quarantatre anni. Maupassant ebbe tre
figli da Joséphine Litzelmann, unica
figura femminile di qualche importanza nella
sua vita.
Tra le sue opere meritano
di essere ricordate le raccolte di novelle:
La casa Tellier (1881), La signorina Fifi
(1882), Miss Harriet (1884), Le sorelle
Rondoli (1884), Chiaro di luna (1884), Horla
(1887), La mano sinistra (1889) ed i romanzi:
Una vita (1883), che narra con viva partecipazione
le miserie di una donna sposata, Bel-Ami
(1885), sulla figura di un giornalista senza
scrupoli, Mont-Oriol (1887), Pierre e Jean
(1888), Forte come la morte (1889), Il nostro
cuore (1890).