RAFFAELLO BRIGNETTI (1921-1978
), nato all'Isola del Giglio il 21 settembre
1921, ha trascorso l'infanzia e la prima
giovinezza all'Isola d'Elba nel castello
del Faro, di cui suo padre era guardiano,
come ricorda egli stesso: L'infanzia e
la giovinezza furono di un arcipelago,
tutto o quasi quello toscano, più
che di una sola isola. [...] I ricordi
sono successivi - quando avevo sei anni?
Forse meno - e la scena è di una
spiaggia quieta, lunata, il Campese, con
la torre e una brezza estiva dall'interno
che sapeva di vigne, macchie e fieni;
la brezza mi sottraeva e portava al largo
una barchetta con la vela di carta. [...]
Prefazione al libro di A. Schiaffino e
D. Solari "Giglio beato scoglio"
(1970). Ha frequentato le elementari a
Porto Azzurro, il paese più vicino,
che raggiungeva ogni giorno in barca.
Conseguita la maturità al liceo
classico di Portoferraio, si è
trasferito a Roma per seguire gli studi
universitari. Durante la seconda guerra
mondiale ha combattuto in Grecia; dopo
l'8 settembre 1943 è stato internato
in Germania per quasi due anni. Nel 1947
si è laureato in letteratura italiana
contemporanea (relatore Ungaretti) con
una tesi riguardante scrittori di mare
italiani e stranieri, approfondendo in
particolare l'opera di Vittorio G. Rossi.
Ha pubblicato il suo primo libro, Morte
per acqua, presso Sansoni nel 1952,
cui hanno fatto seguito La deriva, Einaudi
1955; La riva di Charleston, Einaudi
1960; Allegro parlabile, Rizzoli 1965;
Il gabbiano azzurro, Einaudi 1967 (premio
"Viareggio"); La spiaggia
d'oro, Rizzoli 1971 (premio "Strega");
La ritrattazione, De Luca 1973; La ballata
della vela, Rizzoli 1974. Dopo la morte,
avvenuta il 7 febbraio 1978, sono usciti
postumi Mare dei deliri, Mursia 1981;
Acrimonia, Vallecchi 1988; Racconti
atalattici, Edizioni del "Gruppo
Taranto" 1991.
SPIZZICATURE
Brani de "La deriva":
Luciana lo ascoltava come se tutto
ciò non potesse essere che un
preambolo. Egli continuava a parlare
di Mietta. Sembrava piu' allegro, piu'
disposto a trattare argomenti senza
importanza: Luciana aveva l'impressione
di assistenre ad un errore. Le pareva
che Elia si trovasse di fronte ad una
possibilità e non riuscisse ad
accorgersene. Infine Elia si rese conto
che doveva parlare di alter cose.
- Come sono stupido - disse: - cambio
argomento? -
- Come vuoi
- disse Luciana.
Elia proseguì: - Non pretendo
niente da te, non ti chiedo niente:
ma vorrei che almeno in un momento desiderassimo
tutti e due le stesse cose.
Non seppe piu' andare avanti. Luciana
capi' che era stato colto dall'emozione
di prima, quando le aveva fatto quello
strano accento ai treni e all'alba e
ci si sveglia: la persona piu' cara
ci balza nel cuore di sorpresa [...]
Il porto e' quieto e buio. Tutti
coloro che sono convenuti qui non hanno
incontrato ne' marinai ne' pescatori:
i marinai sono nelle cucce dei loro
battelli che dormono: i pescatori hanno
gia' acceso i loro lumi in alto mare.
Non c'e' che un giovane e una ragazza,
che tornando al paese dal porto percorrono
il viale in senso contrario.
Carmela non parla. E' in compagnia di
Attilio, che finge di non vedere e continua
un discorso a proposito dell'eta'. Infine
Carmela dice: - Hai visto? -
Attilio se n'e' accorto benissimo. Carmela
sorride tristemente e lo guarda. - Anche
per quest'anno niente da fare
- dice. [
]
Carlo
Santulli
c.santulli@rdg.ac.uk