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SIR
ARTHUR CONAN DOYLE
(1859-1930)
a cura di Marco Roberto
Capelli
Conan
Doyle studio' presso lo Stonyhurst College
in Austria e poi all'Universita' di Edimburgo,
dove si laureo' in medicina nel 1885. Dopo
avere lavorato come medico di bordo su di
una baleniera decise di stabilrsi in Inghilterra
e di aprire uno studio a Southsea. Non divenne
mai un medico di successo, e di questo possiamo
essere grati, fu infatti durante le lunghe
ore di inattivita' tra la visita di un paziente
ed il successivo che iniziò a scrivere
le storie di Sherlock Holmes. La singolare
ed innovativa figura del detective di Baker
Street colpi' subito la fantasia degli inglesi
e decreto' il successo del suo creatore.
Successivamente, durante la guerra Anglo-Boera,
Conan Doyle fu corrispondente di guerra
dal Sudafrica. Ritornato in patria scrisse
un libro di memorie che gli valse la nomina
a Baronetto. Negli ultimi anni di vita,
a seguito della morte del figlio durante
la Prima Guerra Mondiale, si interesso'
allo spiritismo scrivendo saggi ed articoli
e tenendo numerose conferenze. Il suo ultimo
lavoro e' "The Edge of Unknown"
( 1930 ) in cui spiega le sue esperienze
psichiche. Recentemente (1983) è
stata pubblicata una raccolta di racconti
inediti "ritrovati" tra le sue
carte. Tra i pezzi più interessanti
"L'ultima possibilità",
uno scritto sul difficile tema del "giustiziere"
cioè dell'uomo che decide di sostituirsi
alla legge.
Non solo Holmes, la produzione fantastica
ed avventurosa.
A causa, probabilmente, della grandissima
popolarità ottenuta da Sherlock Holmes,
passa spesso in secondo piano l'altra produzione
di Doyle: quella avventurosa e fantastica,
che pure ha regalato personaggi indimenticabili
e memorabili avventure. Uno fra tutti, il
professor Challenger, burbero ed eccentrico
biologo e paleontologo scopritore, assieme
al suo incredulo collega professor Summerlee,
al temerario Lord Roxton ed al giornalista
irlandese Malone, cronista della spedizione,
niente meno, che di un intero Mondo perduto
(1912), una valle dimenticata dal tempo,
al centro del bacino fluviale del Rio delle
Amazzoni, dove vivono, in precario equilibrio,
animali preistorici, ominidi e antenati
dell'Homo Sapiens. Degno collega di Challenger
è il professor Maracot, anch egli
eccentrico scienziato, ma tanto silenzioso
e riservato quanto l'altro è chiassoso
e iracondo. Forse perchè il suo campo
d'azione è il mare e più precisamente,
il regno dei fondali oceanici esplorando
i quali si imbatterà ne L'abisso
di Maracot (1927) nei resti non proprio
abbandonati della mitica Atlantide. In realtà
Doyle fu sempre maestro nel mescolare sapientemente
realtà e finzione, sua è la
"colpa" di uno dei fraintendimenti
più clamorosi della storia del giornalismo,
era ancora studente quando basandosi sul
ritrovamento, vero e non certo inusuale
a quei tempi, di una piccola nave alla deriva
senza equipaggio, la Mary Celeste (da lui
ribattezzata Maria Celeste), rielaborò
i fatti reali aggiungendovi dettagli misteriosi
ed allusivi ma completamente inventati,
come ad esempio un pasto lasciato interrotto
e la velatura completamente dispiegata,
con tale realismo da creare una leggenda
ancora viva oggi, a più di cento
anni di distanza. Per quel racconto, Il
mistero del Maria Celeste (1884), il primo
venduto ad un giornale, il giovane Conan
Doyle ricevette un assegno sufficiente a
pagare la retta dell'alloggio universitario
per diversi mesi.
Del resto conosceva bene la vita di mare,
i suoi miti, le sue paure e le sue leggende,
essendo stato medico di bordo su di una
baleniera nel biennio 1885-1887, a questa
esperienza attinse anche durante la stesura
delle sue numerose storie di pirati (raccolte
in Tales of pirates).
Ma la produzione di Doyle è veramente
vastissima e vi trovano posto anche romanzi
storici (alla Walter Scott) come La Compagnia
Bianca(1891), The last of the legions (L'ultima
legione) o Other tales of long ago, gialli
senza Holmes come My friend the murderer
and other stories (Il mio amico, l'assassino
ed altre storie), racconti del terrore (come
The American's Tale (1880) storia di una
mostruosa pianta del Madagascar che si ciba
di esseri umani, The horror of the heights(1913),
interessante racconto quasi fantascientifico
sui rischi dell'allora nuovissima tecnologia
aeronautica o La mummia rediviva (1892)),
romanzi fantascientifici come La fine del
mondo (1913) e perfino poesie, come quelle
dedicate alla guerra anglo-boera e scritte
in SudAfrica dove si trovava come corrispondente
di guerra, che gli valsero, nonstante lo
scarso valore letterario, il titolo di baronetto
nel 1902 e che furono raccolte nel libro
The Great Boer War. (Marco R. Capelli)
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