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  Sir Arthur Conan Doyle


Sherlock Holmes ed il caso dei tre studenti
di Sir Arthur Conan Doyle
Trad. a cura di Marco R. Capelli

Apparsa per la prima volta su PB ZERO Aprile 2002

Fu nel novantacinque che, per una combinazione di eventi sui quali non mi soffermerò, Sherlock Holmes ed io trascorremmo alcune settimane in una delle nostre celebri città universitarie, e fu proprio in quel periodo che ci capito il piccolo, ma interessante, caso che sto per raccontarvi.
Ovviamente, ogni dettaglio che potesse portare il lettore ad identificare il college o le persone coinvolte nella vicenda, sarebbe quantomeno inopportuno. Uno scandalo cosi imbarazzante è bene che svanisca in silenzio. Tuttavia, con la dovuta cautela, il fatto in se può essere raccontato, dal momento che consente di illustrare quelle qualità, per le quali il mio amico era cosi interessante. Proseguiro' quindi la mia narrazione, cercando di evitare quesgli elementi che potrebbero servire a collegare l'evento ad un particolare luogo o ad una particolare persona e limitandomi a riportare i fatti, cosi' come si svolsero.
Ci eravano stabiliti in un appartamento ammobiliato nelle vicinanze di una biblioteca, dove Sherlock Holmes stava compiendo laboriose ricerche su certi antichi documenti, ricerche che lo avrebbero condotto a risultati cosi strepitosi che saranno probabilmente l'argomento di uno dei miei futuri racconti. Fu qui che, un pomeriggio, ricevemmo la visita di un nostro conoscente, il Signor Hilton Soames, professore al St. Lukes College. Il signor Soames era un uomo altro e magro, dal carattere eccitabile e nervoso. Lo conoscevo come un uomo costantemente agitato, pure, in quella particolare occasione, si trovava in un tale stato di incontrollabile nervosismo che, era ovvio, qualcosa di assolutamente inusuale doveva essere accaduto.
"Io spero, signor Holmes, che lei possa dedicarmi qualche ora del suo prezioso tempo.É accaduto un incidente molto grave al St. Luke College e, davvero, non fosse stato per la fortunata combinazione della sua presenza in città, non avrei proprio saputo cosa fare."
"Sono molto impegnato al momento e non sono in cerca di distrazioni." rispose il mio amico "Preferirei che ricorreste all'aiuto della polizia."
"No, no, signor Holmes, una cosa del genere è totalmente impossibile! Una volta che si è invocato l'aiuto della legge, non è più possibile arrestare il moto degli eventi e, questo, è uno di quei casi in cui, per il buon nome del college, è assolutamente essenziale evitare ogni scandalo. La sua discrezione è nota quanto la sua abilità e lei è l'unico al mondo che possa aiutarmi. La imploro, signor Holmes, di fare il possibile."
Il carattere del mio amico non era certo migliorato da quando era stato privato del congeniale scenario di Baker Street. Senza i suoi taccuini, i suoi reagenti chimici ed il suo disordine domestico, non riusciva a trovarsi a suo agio. Si strinse nelle spalle con poco cortese accondiscendenza, mentre il nostro visitatore, con parole concitate e gesticolando con fare eccitato, continuava la sua storia. : "Mi lasci spiegare, signor Holmes, domani sarà il primo giorno di esami per la Fortesque Scolarship. Io sono uno degli esaminatori. La mia materia è il greco, ed uno dei primi esercizi consiste proprio nella traduzione di un lungo brano in Greco che lo studente non ha mai visto prima. Questo brano è stampato su di un foglio che viene distribuito il giorno dell'esame e sarebbe, ovviamente, un immenso vantaggio se lo studente potesse prepararlo in anticipo. Questo è il motivo per cui viene posta grande attenzione nel mantenere segreto il testo. Oggi, alle tre circa, sono arrivate le prove di stampa dalla tipografia. L'esercizio consiste in un mezzo capitolo tratto da Tucidide. Io lo devo rileggere con molta attenzione, in quanto il testo deve essere assolutamente corretto. Alle quattro e trenta non avevo ancora terminato. Tuttavia avevo promesso ad un amico che avrei preso un te ne suo alloggio, cosi appoggiai i fogli ricevuti dalla tipografia sulla mia scrivania e lasciai il mio appartamento. Sono stato assente per un'ora circa. Sicuramente saprete, signor Holmes, che tutte le porte della nostra facoltà sono doppie, costituite da una porta interna e da una pesante porta di quercia all'esterno. Nel momento in cui stavo avvicinandomi alla porta esterna del mio appartamento, rimasi sorpreso vedendo una chiave su di essa. Per un momento pensai che fosse la mia ma, tastandomi la tasca, mi resi conto che era impossibile. Per quanto ne sapevo l'unico duplicato esistente apparteneva al mio servitore Bannister, l'uomo che ha riordinato la mia stanza per più dieci anni e la cui onestà è assolutamente al di sopra di ogni sospetto. Infatti, la chiave nella serratura era effettivamente la sua: Bannister era entrato nel mio appartamenteo per vedere se volessi un te ed aveva poi lasciato, incautamente, la chiave nella porta quando se n'era andato. La sua visita nel mio studio doveva certamente risalire a pochi minuti dopo che io me n'ero andato. Non mi ci volle molto per accorgermi che questa dimenticanza, che non avrebbe avuto nessuna importanza in un'altra occasione, aveva causato la più deprecabile delle conseguenze. Nel momento in cui posai gli occhi sul mio tavolo, mi accorsi immediatamente che qualcuno aveva rovistato tra le mie carte. Ricordavo di avere lasciato i tre fogli che costituiscono il testo d'esame assieme, ora si trovavano sparsi per la stanza."
Holmes si mosse per la prima volta. "La prima pagina si trovava sul pavimento, la seconda vicino alla finestra e la terza era ancora dove l'aveva lasciata", disse.
"Esattamente signor Holmes, lei mi sorprende. Come è possibile che lei lo sappia?"
"Per cortesia, continui il suo interessante racconto."
"Per un istante ho persino pensato che Bannister si fosse preso l'imperdonabile libertà di esaminare le mie carte. Lui ha negato, tuttavia, con la più completa franchezza ed io sono sicuro che stava dicendo la verità. L'unica alternativa era che qualcuno, passando, avesse visto le chiavi sulla porta e, sapendo che ero uscito, fosse entrato per cercare il testo dell'esame. C'è in ballo una grossa borsa di studio, per gli studenti è una occasione importante, ed un uomo senza scrupoli potrebbe facilmente correre qualche rischio pur di trovarsi in vantaggio rispetto ai suoi compagni. Bannister era assolutamente sconvolto per l'accaduto. É quasi svenuto quando ha scoperto che i fogli erano stati senza dubbio copiati. Gli ho dato un po' di brandy e l'ho lasciato accasciato su di una sedia mentre procedevo ad una accurata ispezione della stanza. Mi sono accorto subito che l'intruso aveva lasciato altre tracce, oltre alle carte in disordine. Sul bancale della finestra c'erano schegge di legno provenienti da una matita che era stata temperata. C'era anche una punta di grafite spezzata. Evidentemente il furfante copiando i fogli in gran fretta, aveva rotto la sua matita ed era stato costretto a farle nuovamente la punta."
"Eccellente", disse Holmes che stava ritrovando il suo buon umore mano a mano che la sua attenzione veniva catturata dal racconto. "La fortuna è stata dalla sua parte…"
" E questo non è tutto. Ho un nuovo scrittoio, con una elegante copertura in cuoio rosso. Sono pronto a giurare, e cosi pure Bannister, che era liscio e senza graffi. Ora, ho trovato un taglio netto lungo circa tre pollici - non un semplice graffio, un vero taglio. Non soltanto questo, sul tavolo ho trovato anche una piccola quantità di fango, o argilla, contenente parti di quella che sembra essere segatura di legno. Sono sicuro che questi segni sono stati lasciati dall'uomo che ha copiato i fogli. Tuttavia non c'erano impronte di scarpe o altre tracce della sua identità. Non sapevo cos'altro fare quando, improvvisamente, mi sono ricordato della sua presenza in città e sono venuti direttamente qui per sottoporle la faccenda. Mi aiuti, signor Holmes. Ora può ben capire il mio problema. O trovo il colpevole o devo spostare l'esame fino quando non avrò preparato un nuovo testo, e dal momento che questa cosa non può essere fatta senza una spiegazione ufficiale, ci sarà sicuramente un tremendo scandalo che infangherà non solo la nostra facoltà ma l'intera università. Più di ogni altra cosa, desidero che questa incresciosa faccenda sia risolta in silenzio e con discrezione."
"Sarò felice di indagare su questa storia e di darle tutto l'aiuto che potrò." disse Holmes alzandosi ed infilandosi l'impermeabile "Il caso non è del tutto privo di interesse. Ha ricevuto qualche visita dopo che i fogli le erano stati consegnati?"
"Si, il giovane Daulat Ras, uno studente indiano che vive nella stessa ala della facoltà, è passato per chiedere alcuni dettagli in merito all'esame."
"Al quale era iscritto?"
"Si."
"Ed i fogli erano sul suo tavolo?"
" Sono quasi certo che fossero rovesciati a faccia in giù"
"Ma avrebbe comunque potuto riconoscerli come prove d'esame?"
" É possibile."
"Nessun altro nella sua stanza?"
"No."
"Nessun altro era al corrente che quei fogli sarebbero stati nel suo studio?"
"Nessuno, a parte il tipografo."
"Ne era al corrente anche questo signor Bannister? "
"No, certamente no. Nessuno lo sapeva."
"Dov'è Bannister, ora?"
"Era molto scosso, pover'uomo. L'ho lasciato semi-svenuto su di una sedia. Avevo fretta di correre qui da lei."
"Ha lasciato la porta aperta?"
"Ho messo al sicuro i testi d'esame prima di uscire."
"Dunque il fatto si riduce a questo, signor Soames, a meno che lo studente indiano abbia riconosciuto i fogli che lei aveva sul tavolo come prove d'esame, l'uomo che li ha copiati li ha trovati per caso, senza sapere che fossero lì."
"Questo è quello che penso anch'io"
Holmes gli rivolse un sorriso enigmatico.
"Bene." Disse "facciamo un giro. Non è uno dei suoi casi, Watson. Completamente intellettuale, niente di fisico. Ma ci segua, se vuole. Ora, signor Soames, siamo a sua disposizione!"
Il salotto del nostro cliente guardava sull'antico cortile macchiato di licheni del vecchio college attraverso una finestra alta e stretta, dai vetri lattiginosi. Una porta sormontata da un arco gotico conduceva ad una scala di pietra consumata. Al piano terra c'era l'alloggio dell'insegnante, al piano di sopra abitavano tre studenti, uno per ciascun lato del pianerottolo. Era già il crepuscolo quando raggiungemmo il luogo in cui si erano svolti i fatti.
Holmes si fermò ed osservò attentamente la finestra. Quindi le si avvicinò e, in punta di piedi ed allungando il collo, studiò attentamente l'interno della stanza.
" Deve essere entrato attraverso la porta, non c'è nessun altro accesso alla stanza.", disse la nostra colta guida.
" Certamente " disse Holmes, e sorrise in modo singolare lanciando un'occhiata al nostro compagno "Bene, se non c'è niente da scoprire qui, faremmo bene ad andare dentro."
Il professore aprì la porta esterna e ci condusse dentro la stanza. Ci fermammo sulla soglia, mentre Holmes esaminava il tappeto.
"Pare proprio che non ci siano impronte qui." disse " Del resto, si fatica ad immaginare un giorno più asciutto. Il suo servitore sembra essersi completamente ripreso. Lo aveva lasciato su di una sedia, vero? Quale sedia?"
"Quella vicino alla finestra."
"Vedo. Vicino al tavolino. Potete entrare, ora. Ho finito col tappeto. Adesso diamo un'occhiata allo scrittoio. Del resto quello che è successo qui è molto chiaro. Il nostro uomo è entrato ed ha preso i documenti, un foglio per volta, dal tavolo centrale. Li ha portati sul tavolo sotto la finestra perché da lì avrebbe potuto controllare se lei stesse attraversando il cortile ed essere pronto a scappare."
"Tuttavia non avrebbe potuto vedermi." disse Soames "In quanto sono rientrato dalla porta laterale."
"Questo è un punto importante! In ogni caso non me ne ero dimenticato. Lasci che dia un'occhiata ai tre fogli. Niente impronte digitali. No. Bene… ha preso questo per primo e l'ha copiata. Quanto tempo può essere necessario per farlo, usando ogni possibile abbreviazione? Un quarto d'ora, non meno. Poi l'ha gettato via ed è passato al successivo. Era sicuramente nel mezzo dell'operazione quando lei è ritornato obbligandolo ad una precipitosa ritirata. Decisamente precipitosa, visto che non ha neppure avuto il tempo di rimettere i fogli al suo posto, cosa che le avrebbe impedito di scoprire che qualcuno era stato qui. Non si è accorto di passi affrettati sulle scale mentre entrava dalla porta esterna?"
"Non mi pare."
"Bene, ha scritto cosi furiosamente che ha spezzato la sua matita ed ha dovuto temperarla nuovamente. Questo è un dettaglio interessante, Watson. La matita non era una matita di tipo comune. Era di dimensioni pressoché normali, con una mina molto morbida ed il colore del rivestimento era blu scuro. Il nome del fabbricante era impresso in lettere argentate e la parte rimanente non poteva essere più lunga di un pollice e mezzo. Trovi questa matita, signor Soames, ed avrà trovato il suo uomo. Se aggiungo che possiede anche un coltello dalla lama larga e poco affilata, il suo compito dovrebbe essere ulteriormente facilitato."
"Posso seguire gli altri punti, ma questa osservazione sulla lunghezza della matita…"
Holmes raccolse una scheggia di legno con le lettere NN seguite da un pezzo di legno pulito.
"Vede?"
"No, temo che anche ora…"
"Watson, devo riconoscere di essere stato spesso ingiusto con lei. Non è l'unico… Signor Soames, cosa potrebbe rappresentare questa doppia N? Si trova alla fine di una parola. Lei sicuramente sa che Johann Faber è il più diffuso fabbricante di matite. Non è forse chiaro che resta della matita soltanto quanto, solitamente, segue la scritta Johann?"
Holmes inclino il tavolo, in modo da esporlo lateralmente alla luce della lampada elettrica.
"Speravo che, se la carta su cui stava scrivendo era sottile, alcune tracce si fossero depositate su questa superficie lucida. No, non vedo nulla. Non credo che ci sia altro che possiamo scoprire, qui. Occupiamoci ora della scrivania. Suppongo che questo sia il fango nero di cui mi ha parlato. Forma vagamente piramidale e scavata, noto. Come dice lei, sembra che ci siano pezzetti di segatura all'interno. Molto bene, questo è molto interessante. E per quel che riguarda il taglio… è una vera lacerazione. Inizia con un sottile graffio e finisce in uno strappo dalla forma irregolare. Le sono molto grato per avere sottoposto questo caso alla mia attenzione, signor Soames. Dove conduce quella porta?"
"Alla mia camera da letto."
"Siete stato la da quando questa storia è iniziata?"
"No, sono venuto direttamente da lei."
"Mi piacerebbe dare un'occhiata. Che affascinante esempio di camera 'vecchio stile. Potete attendere un momento mentre esamino il pavimento? No, non vedo nulla. Che mi dice di questa tenda? Lei ci appende gli abiti dietro. Se qualcuno fosse costretto a nascondersi in questa stanza, dovrebbe farlo qui, dal momento che il letto è troppo basso ed il guardaroba troppo stretto. C'è nessuno qui?"
Mentre Holmes apriva la tenda, io mi ero accorto, da una certa rigidità dei suoi movimenti, che era pronto per un'emergenza. In realtà la tenda aperta non mostro altro che tre o quattro completi agganciati ad una serie di attaccapanni. Holmes si volto e si fermò bruscamente osservando il pavimento.
"Aha… cos'è questo?", disse.
Era una piccola piramide di materiale nero simile ad argilla, esattamente come quella trovata sul tavolo dello studio. Holmes la raccolse e la osservò alla luce della lampadina elettrica, tenendola sul palmo della mano.
"Il suo visitatore sembra avere lasciato traccia di sè tanto nella camera da letto quanto del salotto, signor Soames."
"Ma cosa poteva cercare qui?"
"Penso che sia abbastanza chiaro. Lei è rientrato da una direzione inattesa, cosicché non se ne deve essere accorto se non quando lei era già sulla porta. Cosa avrebbe potuto fare? Ha raccolto tutto quello che avrebbe potuto tradirlo ed è corso verso la sua camera da letto per nascondersi."
"Buon Dio, signor Holmes, lei intende che, per tutto il tempo che stavo parlando con Bannister in questa stanza, il nostro uomo era qui, prigioniero, se solo lo avessimo saputo?"
"Questo è quello che emerge dagli indizi presenti."
"Deve esserci un'altra spiegazione, Mr. Holmes. Non so, avete osservato la finestra della mia camera da letto?"
"Vetri opachi, intelaiatura in piombo, tre finestre separate, una montata su cardini e larga a sufficienza da consentire il passaggio di un uomo."
"Esattamente, e guarda su di un angolo del cortile cosi da essere parzialmente nascosta. L'uomo avrebbe potuto entrare da li, lasciare quelle tracce passando attraverso la camera da letto e, infine, trovando la porta aperta, essere scappato attraverso quella."
Holmes scosse la testa con impazienza.
"Cerchiamo di essere pratici" disse "Se ho ben capito ci sono tre studenti che usano la stessa scala e che passano regolarmente di fronte alla sua porta."
"Si, esatto"
"E sono tutti iscritti a questo esame?"
"Si"
"Ha qualche motivo per sospettare di uno di loro prima che degli altri?"
Soames esito ." É una faccenda molto delicata", disse, " Non è piacevole sospettare di qualcuno quando non ci sono prove "
" Ci parli dei suoi sospetti. Io cercherò le prove"
" Le descriverò, in poche parole, il carattere dei tre uomini che vivono in quest'ala del college. Il primo è Gilchrist, ottimo studente ed atleta, gioca nella squadra di Rugby ed in quella di Cricket ed ha vinto un 'Blue per la corsa ad ostacoli ed il salto in lungo. É una persona affabile ed alla mano. Suo padre era il famoso Sir Jabez Gilchrist, che si rovino al gioco dei cavalli. Il mio studente è stato lasciato solo ed in grandi ristrettezze, ma è assai industrioso ed è un ottimo lavoratore. Se la caverà bene. Il secondo appartamento è abitato da Daulat Ras, l'indiano. É un tipo calmo ed imperscrutabile, al pari della maggior parte degli indiani. Se la cava bene negli studi, anche se il greco è il suo punto debole. É metodico e costante. L'ultimo alloggio, è abitato da Miles McLaren. É un tipo veramente brillante, quando decide di impegnarsi…uno degli intelletti migliori dell'università. Ma è instabile, dissoluto e privo di principi. É stato sul punto di essere espulso per uno scandalo legato al gioco delle carte, il primo anno. Non ha fatto nulla per tutta la durata del corso e deve sicuramente guardare con terrore a questo esame."
"Quindi è di lui che lei sospetta?"
"Non mi permetterei di affermarlo. Tuttavia, dei tre, è sicuramente il meno improbabile."
"Esatto. Ora è tempo di incontrare il suo servitore, il signor Bannister."
Bannister era un ometto sulla cinquantina, pallido, rasato di fresco e dai capelli grigi. Stava ancora soffrendo per l'improvvisa violazione della quieta routine della sua vita. La sua faccia cascante si agitava per il nervosismo e le sue dita non riuscivano a stare ferme.
"Stiamo investigando su questa infelice vicenda, Bannister.", disse il suo padrone.
"Si, signore."
"Mi pare di capire", disse Holmes, " che lei abbia lasciato la sua chiave nella porta."
"Si, signore."
"Non è stata forse una straordinaria coincidenza che lo abbia fatto proprio nel giorno in cui il testo dell'esame si trovava nella stanza?"
" É stata una sfortunata coincidenza, signore. Ma era capitato, occasionalmente, altre volte."
"A che ora è entrato nella stanza?"
"Erano circa le quattro e trenta, quella è l'ora del te, per il signor Soames."
"Per quanto tempo è rimasto nella stanza?"
"Quando ho visto che era assente, me ne sono andato immediatamente."
"Ha osservato le carte che erano sul tavolo?"
"No, signore! Certamente no."
"Come è capitato che la chiave sia rimasta nella porta?"
"Avevo il vassoio per il te tra le mani. Pensavo di tornare per prendere la chiave ma me ne sono dimenticato."
"La porta esterna ha una chiusura a scatto?"
"No, signore."
"Quindi è rimasta aperta tutto il tempo?"
"Si, Signore."
"Chiunque nella stanza avrebbe potuto uscire?"
"Si, Signore."
"Quando il signor Soames è ritornato e l'ha chiamata, lei era molto scosso?"
"Si, signore. Una cosa del genere non è mai successa nel corso di tutti gli anni che sono stato qui. Sono quasi svenuto, signore."
"Cosi mi è parso di capire. E dove si trovava quando ha iniziato a sentirsi male?"
"Dove mi trovavo, signore? Perché? Qui, qui vicino alla porta."
"Questo è strano, dal momento che poi si è seduto su quella sedia laggiù, vicino alla finestra. Perché ha ignorato queste altre sedie?"
"Non ne ho idea, signore. Non aveva nessuna importanza per me dove sedermi."
"Non credo che fosse consapevole di quello che stava facendo, signor Holmes. Non si sentiva molto bene…era molto spaventato."
"Dunque lei è rimasto qui quando il suo padrone se n'è andato?"
"Soltanto per un minuto. Poi ho chiuso a chiave la porta e me ne sono andato nella mia stanza."
"Ha sospetti su qualcuno? "
" Oh, non mi permetterei mai, signore. Non credo che ci sia un solo gentiluomo in questa università capace di compiere un'azione simile. No, signore. Non lo credo".
"La ringrazio, questo può bastare. ", disse Holmes " Oh, no. Un momento, ancora una cosa. Lei non ha detto a nessuno dei tre gentiluomini cui presta servizio, che quaggiù è successo qualcosa?"
"No signore, non ho detto una parola."
"Lei non ha visto nessuno di loro?"
"No, signore."
"Molto bene. Ora, signor Soames, se vuole cortesemente seguirmi, faremo una passeggiata nel cortile."
Tre quadrati di luce gialla brillavano sopra di noi nell'oscurità.
"I suoi tre uccelletti sono nei loro nidi." Disse Holmes guardando verso l'alto. " Cos'è quello? Uno di loro sembra piuttosto nervoso." Era l'indiano, la cui sagoma apparve improvvisamente dietro alla tenda. Stava camminando velocemente su e giù per la sua stanza.
"Mi piacerebbe dare un'occhiata ad ognuno di loro" disse Holmes, "É possibile?"
"Non c'è nessun problema. ", rispose Soames "Questo edificio è certamente il più vecchio dell'intero college e non è inusuale che qualche visitatore voglia dare un'occhiata intorno. Mi segua e la condurrò personalmente."
"Niente nomi, per cortesia.", disse Holmes, nel momento in cui bussammo alla porta di Gilchrist. Un ragazzo magro e dai capelli ondulati ci aprì la porta e ci invito ad entrare quando ebbe compreso il motivo della nostra visita.
C'erano alcuni elementi di architettura medioevale davvero interessanti all'interno dell'appartamento. Holmes fu cosi affascinato da uno di essi, che insistette per farne una copia sul suo blocco per gli appunti. Ruppe la propria matita, dovette chiederne una in prestito al nostro ospite ed, infine, chiese in prestito anche un coltello per rifare la punta della propria. Lo stesso curioso incidente accadde nell'appartamento dell'indiano. Un tipo basso e silenzioso dal naso aquilino che ci guardo curiosamente e che fu palesemente felice quando gli studi architettonici di Holmes furono, infine, terminati. Soltanto al terzo tentativo la nostra visita non ebbe successo. La porta non venne aperta al nostro bussare e null'altro che un torrente di male parole ci arrivò da dietro di essa. " Non mi importa chi siate. Potete andarvene al diavolo." Ruggì la voce arrabbiata "Domani è giorno di esami e non voglio essere disturbato da nessuno!"
"Un vero maleducato" disse la nostra guida, arrossendo per la rabbia, mentre ci ritiravamo lungo le scale. " Naturalmente non si è reso conto che ero io a bussare, ma ciononostante, la sua condotta è stata molto scortese e, dopotutto, date le circostanze, piuttosto sospetta."
La risposta di Holmes fu abbastanza curiosa: "Mi sa dire esattamente la sua altezza?"
"In verità, signor Holmes, non sono del tutto sicuro, è più alto dell'indiano ma non cosi alto come Gilchrist. Direi pressappoco cinque piedi e sei pollici."
"Questo è molto importante" disse Holmes "Ed ora, Mr. Soames, le auguro la buona notte."
La nostra guida emise un grido di sorpresa e disappunto. "Buon Dio, signor Holmes, di sicuro lei non sta per lasciarmi solo in questa terribile situazione! Lei non capisce la mia posizione. Domani è il giorno dell'esame. Devo fare qualcosa questa notte stessa. Non posso permettere che l'esame si svolga regolarmente se uno dei fogli d'esame è stato copiato. La situazione deve essere affrontata."
"Per il momento dovrà lasciare le cose come sono. Sarò qui domani mattina presto e potremo discutere nuovamente la questione. É possibile che, a quel punto, io sia in grado di indicarle quale decisione prendere. Nel frattempo non faccia nulla, assolutamente nulla."
"D'accordo, signor Holmes."
"Cerchi di non preoccuparsi. Noi troveremo sicuramente un modo per risolvere il suo problema. Prenderò con me il fango nero ed anche i trucioli della matita. Arrivederci."
Quando fummo fuori, nell'oscurità del cortile, guardammo di nuovo verso le finestre. L'indiano passeggiava ancora nella sua stanza. Gli altri erano invisibili.
"Bene, Watson, cosa ne pensa?" chiese Holmes, quando fummo sulla strada principale " É un piccolo gioco di società…un po' come il trucco delle tre carte, non è vero? Ci sono tre uomini, deve essere stato uno dei tre. Devi soltanto fare la tua scelta... Qual'è la sua scelta, Watson?"
"Il tipo maleducato dell'ultimo appartamento. É quello con i precedenti peggiori. Ed anche l'indiano è un tipo sospetto. Perché mai dovrebbe passeggiare tutto il tempo nella sua stanza?"
"Non significa nulla, molti uomini lo fanno quando stanno cercando di imparare qualcosa a memoria."
"Ci guardava in modo sospetto"
"Cosi farebbe anche lei, se il giorno prima di un esame, nel momento in cui ogni istante è fondamentale, un gruppo di estranei entrasse nella stanza in cui lei sta studiando. No, non ci vedo nulla di strano in tutto questo. Neppure nelle matite o nei coltelli… É stato tutto soddisfacente. Ma quel tipo mi incuriosisce davvero."
"Chi?"
"Bannister, il servitore…. Qual è il suo ruolo in questa storia?"
"Mi ha impressionato per la sua completa onestà.'"
"Lo stesso vale per me. É questa la parte curiosa. Perché un uomo completamente onesto dovrebbe… Bene, bene. Ecco una grossa cartoleria. Possiamo cominciare da qui le nostre ricerche."
C'erano soltanto quattro cartolerie di una certa importanza in città, in ciascuna di esse Holmes mostro la sua matita e chiese di acquistarne una simile. Tutti furono concordi nel rispondere che una simile matita poteva essere ordinata ma che non era di tipo usuale e che, quindi, non ne avevano a disposizione. Il mio amico non sembro deluso da questo fallimento ma si strinse nelle spalle in una rassegnazione quasi divertita.
"Niente di buono, mio caro Watson. Questo, che avrebbe dovuto essere l'indizio migliore, e l'unico conclusivo, si è rivelato inutile. E tuttavia, ho pochi dubbi che riusciremo a ricostruire il caso con sufficiente chiarezza anche senza di esso. Per Giove, amico mio, sono quasi le nove e la padrona di casa aveva detto qualcosa a proposito di piselli verdi alle sette e trenta. Se continua nel suo eterno fumare e nella sua irregolarità ai pasti, mi aspetto che presto le venga imposto di smettere , e che dovrò anch'io seguirla in questa caduta. Non prima, però, di avere risolto il mistero del professore spaventato, del servitore disattento e dei tre intraprendenti studenti".
Holmes non fece altri accenni alle vicende di quel giorno, anche se sedette a lungo, perso nei suoi pensieri, dopo la nostra cena consumata in ritardo. Alle otto del mattino entro nella mia stanza giusto nel momento in cui avevo finito di lavarmi.
"Bene, Watson, è ora di andare al St. Luke. Pensa di poter fare senza colazione?"
"Certamente."
"Soames sarà in uno stato di terribile agitazione fino a che non saremo in grado di dargli qualche buona notizia."
"Ha qualche buona notizia da dargli?"
"Penso di si"
"Ha, dunque, raggiunto una conclusione?"
"Si, mio caro Watson, ho risolto il mistero."
"Ma quali nuove prove ha raccolto?"
"Non è stato senza ragione che mi sono alzato all'improbabile orario delle sei e trenta. Ho lavorato duramente per un paio d'ore e camminato per almeno cinque miglia. Dia un'occhiata qui."
Nel palmo della sua mano c'erano tre piccole piramidi di fango nero.
" Com'è possibile, erano soltanto due ieri."
"E ce n'è una di più questa mattina. É un fatto che il luogo da cui proviene la numero tre e certamente lo stesso da cui provengono anche la numero due e la numero uno. Che ne dice, Watson? Muoviamoci e togliamo l'amico Soames dal suo dolore."
Lo sfortunato insegnante era in uno stato di compassionevole agitazione quando lo incontrammo nel suo appartamento. Nel giro di poche ore sarebbe dovuto iniziare l'esame e lui ancora non sapeva se avrebbe dovuto rendere pubblica la notizia o lasciare che il colpevole potesse concorrere con il resto degli studenti. Faticava a stare in piedi, per la grande agitazione mentale, e quando vide Holmes gli corse incontro con le braccia spalancate.
"Grazie al cielo è qui! Avevo paura che avesse rinunciato, disperando di trovare una soluzione. Cosa devo fare? L'esame potrà avere corso?"
"Si, può procedere con l'esame. Senza dubbio."
" Ma questo furfante? "
" Non parteciperà all'esame."
" Sapete chi e?"
" Penso di si, e se questa storia non deve diventare pubblica, dovremmo attribuire a noi stessi un certo potere e risolvere il caso all'interno di una piccola corte marziale privata. Si sieda qui, Soames, se vuole. Lei qui, Watson. Io prenderò la poltrona centrale. Credo che ora siamo sufficientemente impressionanti da spaventare un cuore colpevole. Per cortesia, suoni il campanello!"
Bannister entro, ed indietreggio evidentemente sorpreso e spaventato dal nostro aspetto di giudici.
"La prego di chiudere la porta" disse Holmes "Ed ora, Bannister, vuole, cortesemente, dirci la verità a proposito dell'incidente di ieri?" L'uomo sbianco fino alla radice dei suoi capelli.
"Le ho già detto tutto quanto sapevo, signore."
"Non ha proprio niente da aggiungere?"
"Nulla, signore."
"Bene, in questo caso vedrò di darle qualche suggerimento. Quando si è seduto su quella sedia, lo ha fatto per nascondere la presenza di un oggetto che avrebbe rivelato l'identità dell'uomo che era stato in questa stanza?"
La faccia di Bannister era spettrale.
"No, signore. Assolutamente."
" É solo una teoria" disse Holmes con voce gentile "Devo ammettere che, onestamente, non posso provarlo, ma sembra probabile dato che, nel momento in cui il signor Soames voltava la schiena, lei ha permesso all'uomo che si trovava nell'altra stanza di andarsene."
Bannister si inumidì le labbra.
"Non c'era nessun uomo nell'altra stanza, signore."
"Ah, questo è un peccato, Bannister. Fino a questo momento lei poteva anche aver detto la verità, ma, da questo istante, so per certo che lei sta mentendo."
La faccia dell'uomo assunse un espressione insolente.
"Non c'era nessuno, signore."
"Suvvia, Bannister!"
"No, signore. Non c'era nessuno, davvero."
"In questo caso, lei non ha più informazioni utili per noi. Le dispiacerebbe tuttavia restare nella stanza? In piedi laggiù, vicino alla camera da letto. Ora, Soames, vorrei chiederle la cortesia di salire nella stanza del signor Gilchrist e di chiedergli di scendere."
Un istante dopo il professore era di ritorno portando con se lo studente. Gilchrist era un uomo di bell'aspetto, alto, agile, dal passo elastico e dal viso aperto e piacevole. I suoi preoccupati occhi blu guardarono ciascuno di noi ed, infine, si fermarono con un'espressione di allarme su Bannister immobile nell'angolo opposto della stanza.
"Per cortesia chiuda la porta" disse Holmes "Ora, signor Gilchrist, siamo completamente soli qui, e nessuno saprà mai nulla di quello che ci diremo. Quindi possiamo essere assolutamente sinceri. Vorremmo sapere come sia accaduto che un uomo rispettabile come lei abbia commesso un'azione tanto disdicevole come quella di ieri."
Lo sfortunato giovane fece un passo indietro e lancio un'occhiata piena di rancore e di disapprovazione a Bannister nell'altro angolo.
"No, no, signor Gilchrist, signore, non ho detto una parola…. Non una parola!" piagnucolo il servitore.
"No, però lo ha fatto ora…" disse Holmes "Ora, signore, le dovrebbe essere chiaro che, dopo le parole di Bannister, lei si trova in una posizione che non le concede alcuna via di fuga, e che la sua unica possibilità è una onesta confessione"
Per un momento Gilchrist, con le mani alzate, tentò di controllare il proprio imbarazzo. Un istante dopo si inginocchio vicino al tavolo coprendosi la faccia con le mani ed esplose in una tempesta di violenti singhiozzi.
"Suvvia" disse Holmes gentilmente " è umano commettere errori e nessuno di noi la sta accusando di essere un crudele criminale. Forse sarebbe più semplice per lei se fossi io a raccontare al signor Soames cosa è successo, e lei può correggermi laddove mi dovessi sbagliare. Possiamo procedere in questo modo? Mi ascolti e vedrà che non le faccio torto. Dal momento che lei mi ha detto, signor Soames, che nessuno, neppure Bannister, avrebbe potuto sapere che i documenti erano in questa stanza, il caso ha iniziato ad assumere una prospettiva ben definita nella mia mente. Si poteva escludere, ovviamente, lo stampatore. Avrebbe potuto esaminare comodamente i fogli nel suo ufficio. Anche l'episodio dell'indiano era irrilevante. Se i testi d'esame erano arrotolati, non avrebbe potuto in alcun modo riconoscerli. D'altro canto, sembrava una coincidenza impossibile che qualcuno avesse avuto il coraggio di entrare in questa stanza esattamente il giorno in cui i testi si trovavano sul tavolo. Ho subito scartato anche questa possibilità. L'uomo che era entrato nella stanza, sapeva che i documenti si trovavano qui. Come aveva potuto saperlo? Quando sono entrato nella sua stanza ho esaminato la finestra. Lei mi ha sorpreso pensando che stessi contemplando la possibilità che qualcuno, in pieno giorno e pienamente visibile attraverso una qualunque delle finestre che si aprono sul cortile, avesse potuto entrare da li. Era un'idea completamente assurda. Stavo cercando di capire quanto avrebbe dovuto essere alto un uomo per vedere, passando nel cortile, le carte disposte sul tavolo. Io sono alto sei piedi, e potevo farlo con un piccolo sforzo. Nessuno che fosse più basso di me ci sarebbe riuscito. Può già vedere come mai stavo pensando che, se uno dei tre studenti fosse stato un uomo di altezza inusuale, sarebbe stato il più probabile colpevole. Una volta dentro la stanza, ho avuto fiducia nelle sue osservazioni relative al tavolino. Ma non avevo modo di dedurre nulla di utile dal tavolo centrale, fino al momento in cui lei ha menzionato che Gilchrist era un atleta nel salto in lungo. A quel punto l'intera vicende si è chiarita e tutto quello di cui avevo bisogno erano alcune chiare prove. Che ho rapidamente ottenuto. Questo è ciò che accadde: questo ragazzo aveva passato l'intero pomeriggio ai campi di atletica allenandosi nel salto. É ritornato portando con se le sue scarpe da saltatore, che sono dotate, come sicuramente sa, di tacchetti molto acuminati. Passando davanti alla finestra ha visto, grazie alla sua altezza, questi documenti sul suo tavolo ed ha intuito di cosa si trattava. Non sarebbe accaduto comunque nulla se, passando davanti alla porta, non si fosse accorto che le chiavi erano state dimenticate nella serratura per una distrazione del suo servitore. Lo deve aver preso un impulso irresistibile di entrare e di vedere se, davvero, si trattasse delle bozze del testo d'esame. Non era un'azione pericolosa, avrebbe sempre potuto fingere di essere entrato soltanto per porle qualche domanda. Quando si accorse che erano davvero le bozze dell'esame, fu in quel momento, che cedette alla tentazione. Mise le scarpe sul tavolo. Che cosa aveva appoggiato sulla sedia vicino alla finestra?"
"I guanti.", rispose il giovane. Holmes guardo Bannister con sguardo trionfante.
"Mise i guanti sulla sedia e quindi prese le bozze ad una ad una per copiarle. Pensava che il professore sarebbe rientrato dal cancello principale e che avrebbe potuto vederlo dalla finestra. Ma, come sappiamo, lui tornò invece dalla porta laterale. Improvvisamente lo udì aprire la porta. Non c'era via di fuga. Dimenticò i guanti, ma raccolse le scarpe e si precipitò nella camera da letto. Se osservate attentamente, il taglio sulla scrivania, è leggero ad un lato, ma si approfondisce in direzione della camera da letto. Questo è sufficiente a dimostrare che la scarpa è stata tirata in quella direzione e che il colpevole si è rifugiato là. Un po' di terra si è staccata dai tacchetti ed è rimasta sul tavolo, un altro campione è caduto nella camera da letto. Potrei aggiungere che ho camminato fino alle piste di atletica questa mattina ed ho notato che questa solida argilla nera è usata nella pista per il salto in lungo. Ne ho preso un campione, insieme ad un po' di quella segatura di legno che viene sparsa sulla pista per evitare che l'atleta possa scivolare. Ho detto il vero, signor Gilchrist?"
Lo studente si era rialzato in piedi. "Si, signore, è tutto vero." disse.
"Per tutti i Santi! Non ha nulla da aggiungere?" strillò Soames.
"Si, signore, ho qualcosa da aggiungere, ma lo shock di questa umiliazione mi ha sopraffatto. Ho qui una lettera, che ho scritto per lei questa mattina presto. Nel mezzo di una notte insonne. Prima che sapessi che la mia azione era stata scoperta. Eccola, signore. Lei può vedere che ho scritto 'Ho deciso di non partecipare all'esame, mi è stato offerto un incarico nella Polizia Rhodesiana e partirò al più presto per il Sud Africa."
"Mi fa piacere udire che non aveva intenzione di approfittare del suo sleale vantaggio. " disse Soames "Ma per quale motivo avete cambiato preso questa decisione?"
Gilchrist indico Bannister "Quello è l'uomo che mi ha indicato la giusta via.", disse.
"Venga qui, Bannister.", disse Holmes "Le sarà chiaro ora, da quel che ho detto, che lei era l'unico che avrebbe potuto lasciar uscire questo ragazzo. Dal momento che lei era rimasto nella stanza e che deve aver chiuso la porta a chiave nel momento in cui se n'è andato. Infatti una fuga da quella finestra era assolutamente improbabile. Potrebbe ora chiarirci l'ultimo mistero di questa vicenda e cioè la ragione delle sue azioni?"
" É abbastanza semplice, signore, se solo lei avesse saputo…ma anche con tutta la sua abilita lei non poteva sapere Molto tempo fa, ero domestico del vecchio Sir Jabez Gilchrist, il padre di questo gentiluomo. Quando egli cadde in rovina, venni in questo college come servitore, ma non ho mai dimenticato il mio vecchio datore di lavoro soltanto perché era caduto in disgrazia agli occhi del mondo. Ho badato a suo figlio al meglio che ho potuto, nel nome dei vecchi tempi. Bene, signore, quando entrai in questa stanza ieri, dopo che il signor Soames mi aveva chiamato, la prima cosa che vidi furono i guanti beige del signor Gilchrist appoggiati sulla sedia. Conoscevo bene quei guanti e capii subito cosa significassero. Se il signor Soames li avesse visti, il gioco sarebbe finito subito. Mi sono lasciato cadere sulla sedia e niente avrebbe potuto muovermi fino a che il signor Soames non è venuto a cercarla. Quindi arrivò il mio povero giovane padrone, lo stesso che avevo cullato sulle mie ginocchia quando era un bambino e mi confessò l'accaduto. Non era forse naturale, signore, che cercassi di aiutarlo e non era altrettanto naturale che cercassi di parlargli come il suo povero padre, morto, avrebbe fatto, per convincerlo che non poteva approfittare di una cosa del genere? Potete condannarmi per questo, signore?"
"No di certo." disse sinceramente Holmes balzando in piedi. "Bene, Soames, direi che abbiamo risolto il suo piccolo problema e che la nostra colazione ci aspetta a casa. Andiamo, Watson! Per quanto la riguarda, signore. Sono certo che un brillante futuro la aspetta in Rhodesia. Questa volta lei è caduto in basso. Ci mostri, in futuro, quanto in alto può arrivare."

© Sir Arthur Conan Doyle
Trad. A cura di Marco R. Capelli
marco_roberto_capelli@progettobabele.it

 

 

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