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Storia della Marvel in Italia
Decima parte
a cura di Marco Rufolon
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Il 1979 si può definire a ragione l'anno del canto del cigno della Corno. Infatti il numero delle testate supereroistiche (tre quattordicinali, tre mensili di novità e tre di ristampe, per un totale di 12-13 uscite mensili) sfiorò quello degli anni migliori. Tuttavia, come ho già detto, si trattò solamente del canto del cigno della gloriosa casa editrice: la diffusione sempre maggiore dei cartoni animati made in Japan sugli schermi televisivi, la qualità sempre meno buona delle storie in arrivo dagli Stati Uniti (il fatto che le serie giganti di ristampe vendessero più delle novità è emblematico), e la forte svalutazione avrebbero portato nel giro di pochi mesi al crack editoriale di cui parleremo nella prossima puntata. Intanto torniamo a puntare il riflettore sul 1979 e sulla novità che presentò: il nuovo mensile dedicato ai Difensori. Andiamo comunque in ordine ed in particolare cominciamo a parlare della testata dell'Uomo Ragno.

Per questa collana distinguiamo due periodi principali, della durata di circa sei mesi ciascuno. Il primo presentò accanto al celebre tessiragnatele le storie del gigante verde (in media piuttosto modeste, se si eccettua il racconto in UR n.233, con la morte di Jarella, la ragazza della dimensione sub-atomica amata da Hulk) e quelle sempre più scadenti di Devil. La seconda invece vide ben due storie del ragnetto con in appendice una rotazione di Hulk, Iron Man e Devil. Il motivo di questa "strana" programmazione fu che, di fatto, da qualche tempo le varie serie super-eroistiche avevano raggiunto l'agognata "parità cronologica", attestandosi a circa un anno e mezzo dalle edizioni originali. L'abbondanza delle storie dell'Uomo Ragno, con i suoi tre mensili (Amazing Spiderman, Marvel Team-Up e Peter Parker) convinse Secchi ad offrire per un certo periodo una doppia dose del ragnetto: la qualità di questi albi? Nessun picco particolare per nessuna delle tre serie, ma Marvel Team-Up ebbe un ciclo di storie particolarmente valide realizzate da un duo d'eccezione, tali Chris Claremont e John Byrne, due tipetti che avrebbero fatto la fortuna di un gruppo destinato a dominare le vendite per tutti gli anni '80, gli X-Men. Tra le storie migliori di questo ciclo segnalo l'apparizione di Warlock in UR n.228 (la storia è stata ristampata in Play Book n.32) e la prima apparizione in Italia di Capitan Bretagna, che festeggiò adeguatamente i 250 appuntamenti con l'arrampicamuri. Nel complesso ancora una buona testata, ma il calo qualitativo generale rispetto agli anni precedenti fu palpabile.

La collana dedicata al fantastico quartetto presentò anche per il 1979, come storia d'apertura dell'albo, l'alternanza tra la Marvel Two-in-One di Ron Wilson, sempre scadente sotto il profilo grafico e molto criticata dai lettori d'allora, ma importantissima per la continuity, ed i Fantastic Four di George Perez, esaltanti come disegni e con trame discrete (buoni i nn.212-213 col destino di Agatha Harkness e con la lotta contro i Sette di Salem). Ad accompagnare i Fantastici Quattro nella loro corsa furono prima il Dottor Strange (di cui fu inspiegabilmente saltato un episodio, il n.16, che speriamo prima o poi di vedere), realizzato da un tenebroso quanto ottimo Gene Colan: nel mese di aprile, tuttavia, il buon dottore trasmigrò sulla neonata testata dedicata ai Difensori a tenere compagnia ai suoi compagni di squadra. A sostituirlo ci fu prima un ciclo di storie di Capitan Marvel (disegnato dal giovanissimo Pat Broderik, lo stesso di Destino 2099 e di Lanterna Verde), sempre a buon livello (la serie si arrestò col n.57, lasciando inediti i 5 episodi conclusivi), ma soprattutto la nuovissima eroina del momento, Miss Marvel, versione femminile del celebre Capitano, dal quale aveva avuto i poteri: l'eroina, con la quale la Marvel intendeva rivolgersi anche ad un pubblico femminile, benchè inizialmente ben disegnata dal duo Buscema-Sinnott, non ebbe mai un gran seguito perchè scontentò infine sia il pubblico maschile (era un personaggio troppo emancipato e femminista nel senso deteriore del termine) che quello femminile (di contro aveva delle forme sexy e l'ombellico scoperto, caratteristica questa assai poco femminista). I testi, comunque, non erano affatto scadenti in quanto, dopo un breve periodo di Gerry Conway, passarono nelle valenti mani di Chris Claremont. In appendice proseguono fino al n.223 (in cui la saga si conclude: l'epilogo verrà pubblicato nel 1986 in una graphic novel dalla Labor Comics) le avventure di Killraven: l'autore dei testi, Don McGregor, lo stesso delle storie della Pantera Nera, mise l'accento sul lato umano dei personaggi, esaltando il loro desiderio di rivalsa in quanto uomini e non supereroi. Dal n.224 invece arriva la nuova serie della Pantera Nera di Kirby di cui parleremo più diffusamente nella prossima puntata. Nel complesso una testata più che buona, ma anche qui appare evidente il calo qualitativo rispetto agli anni precedenti.

La testata dedicata a Thor (il logo tornò ad essere, senza alcuna spiegazione, "Thor e i Vendicatori" dal n.208) dedicò, dopo l'abbuffata Asgardiana dell'anno precedente, ampio spazio ai Vendicatori. Nel 1979 la serie fu caratterizzata dall'alternarsi di diversi disegnatori, con una prevalenza dei mitici George Perez e John Byrne; le trame furono sempre avvincenti con saghe come quella di Ultron (nn.213-214), quella di Graviton (nn.217-218), ma soprattutto la conclusione delle avventure di Warlock (nn.208-209) dove Jim Starlin sale in cattedra ed insegna al mondo come va scritto un fumetto. Dal n.219 invece torna il tonante di Simonson - De Zuniga. In appendice, terminata la razione degli Invasori di Robbins e dei Campioni di Byrne, tornano gli X-Men con avventure recentemente ristampate dalla Star Comics su "Gli incredibili X-Men" e su Starbook n.1, Capitan America con nuove storie di Sal Buscema ove Cap torna ad atmosfere a lui più congegnali dopo il periodo gestito da Kirby, Ghost con storie però assai scadenti specialmente dal punto di vista grafico, ed alcune storie di personaggi tratti dai mensili Marvel Premiere e Marvel Presents su cui spiccano i due episodi di Solomon Kane (un altro degli eroi di Robert Howard, il creatore di Conan), disegnati da Howard Chaykin. Secondo il mio giudizio, nonostante le vendite rimanessero basse, questa testata fu una delle migliori del 1979.

La serie in b/n dedicata a Shang-Chi chiuse col n.54 con la promessa di una subitanea riapertura in formato comic-book ed a colori. La nuova impostazione super eroistica della testata, con Luke a sostituire la bella e sfortunata serie dedicata ad Iron Fist (l'ultimo episodio fu pubblicato sul n.50), e la fine della moda per le arti marziali che aveva imperversato per tutti gli anni '70, convinse Secchi a procedere con un restyling per la testata (ne parleremo nel prossimo capitolo). Gli ultimi sei numeri della collana presentarono materiale non eccezionale, senza infamia ma anche senza lode.

Proseguì per tutto l'anno anche la mitica testata dedicata agli Eterni, caratterizzata dai molti personaggi presentati. Gli stessi Eterni, dopo 19 numeri ed un annual, chiusa la loro testata originale, vennero sostituiti da un altro personaggio di Jack Kirby, Mister Macchina, a partire dal n.20. Omega terminò nel n.15 lasciando interdetti i lettori (finì ucciso da un colpo di pistola) che ancora sono in attesa della soluzione dei misteri intessuti nei numeri precedenti. 2001: Odissea nello spazio era invece terminata nel n.11. Al loro posto arrivarono le storie dei Guardiani della Galassia, ed un certo numero di episodi dedicati a personaggi diversi tratti dai mensili antologici Marvel Premiere e Marvel Spotlight. Fanno quindi la loro apparizione eroi come Moon Knight, Torpedo e Paladin, e vengono presentate belle storie di fantascienza come quelle sui n.14 e 20. Prosegue invece la bella serie di Nova (si, proprio quello dei New Warriors), affidato ora alle cure di Carmine Infantino, un vecchio drago della matita che aveva caratterizzato benissimo il Flash della D.C.

Arriviamo alla nuova sfortunata serie dei Difensori: durò appena 15 numeri perchè venne coinvolta l'anno successivo nella caduta del genere super-eroistico e chiuse assieme a tante altre belle testate. Nell'arco della sua breve vita presentò trenta episodi dei Difensori, impreziositi dall'abile Keith Giffen (il disegnaore della Legione dei Super Eroi, su American Heroes) e 7 del Dottor Strange che si ricollegano direttamente a quelle che la Play Press ha cominciato a pubblicare su Silver Surfer n.16 (le cui prime pagine erano già state pubblicate proprio su "I Difensori" n.15). La testata globalmente era discreta ma, a posteriori, obiettivamente non aveva molte chance di sopravvivenza in tempi di crisi quali erano la fine degli anni '70.

Ultima nota per i Super-Fumetti in Film, che nel 1979 vide apparire di nuovo L'Uomo Ragno (sul n.13) e l'incredibile Hulk (sul n.15). Si tratta però solamente di ristampe.


A cura di Marco Rufoloni
marco.rufoloni@casaccia.enea.it

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