Siamo nel 1973, e nel corso di quest'annata
la Corno arrivò a vendere il maggior
numero di albi della sua storia, facendo esordire
due nuovi quattordicinali. Il 1973 è
però anche l'anno di inizio della crisi
economica: molti dei lettori più attempati
ricorderanno le domeniche di "austerity",
con il divieto di circolazione delle automobili.
Il tasso di inflazione, prima quasi inesistente,
balzò improvvisamente oltre il 10%, e
questo costrinse la Corno al primo della lunga
serie di aumenti imposti al prezzo di copertina:
al ritorno dalle vacanze estive i numerosi appassionati
dovettero sborsare 50 Lire in più per
acquistare i loro albi preferiti.
Andiamo però ad esaminare testata per
testata gli eventi di maggior spicco.
L'Uomo Ragno si conferma testata leader
e si mantiene sostanzialmente di buona qualità.
Le matite di John Romita Sr. rimangono sempre
ad ottimo livello e le storie sono sempre avvincenti.
Sostanzialmente sono da segnalare due eventi
su tutti: il nuovo costume della Vedova Nera
sul n.87 e la morte del Capitano Stacy, il padre
di Gwendy, nel n.91: direi che quest'ultimo
episodio diventi particolarmente importante
al giorno d'oggi se pensiamo che gli X-Men anni
'80 hanno improntato la loro produzione sul
così detto "Filone morte e distruzione";
secondo il mio parere Claremont non ha fatto
altro che riprendere dei concetti che erano
già presenti in embrione su altre serie
in precedenza, sicuramente poi espandendoli
ed arricchendoli. Hulk prosegue la sua corsa
con i racconti tratti da Tales to Astonish (erano
racconti brevi di una decina di pagine ciascuno),
senza particolari colpi di genio, ma anche senza
particolari cadute stilistiche. Alle matite
del gigante verde si alternano Jack Kirby e
Bill Everett, per poi lasciare il posto a Marie
Severin, un disegnatrice che svolgerà
un lavoro dignitoso. Decisamente meglio il Dottor
Strange che, dopo diversi numeri di Dan Adkins
vede pubblicati due gioielli di Barry Windsor
Smith sull'Uomo Ragno 82-85. Da segnalare che,
dopo la pubblicazione di Strange Tales 168,
considerato che gli episodi dal 169 al 183 erano
già stati proposti sull'Uomo Ragno 1-22,
la Corno passò direttamente a proporre
lo One-Shot tratto da Marvel Feature 1 e gli
episodi da Marvel Premiere. Tuttavia nel n.89
il Dottore delle arti mistiche fu provvisoriamente
sospeso per lasciar posto al breve ritorno di
Ant-Man. Si tratta di storie disegnate da un
Herb Trimpe in buona forma, che tenta di fare
il verso a Kirby: niente di speciale, ma senza
dubbio una lettura divertente e piacevole. Finisco
segnalando il trittico di storie su UR 98-100,
denominate poi "il ciclo della droga",
uscite in America senza l'approvazione del Comics
Code per le tematiche scottanti (per l'epoca)
che toccava: a chi volesse reperirle ricordo
che la Star Comics le ha recentemente riproposte
sull'Uomo Ragno Classic.
Passiamo all'incredibile Devil: se dovessi
dare un giudizio personale dei numeri dal 76
al 100, questo sarebbe decisamente negativo;
solamente i disegni di Gene Colan e l'arrivo
della Vedova Nera sul n.80 danno un pò
di linfa alle storie del Diavolo Rosso. Francamente
ho difficoltà ad indicare anche un solo
episodio degno di nota di Iron Man che, orfano
delle matite di Colan, fu affidato prima nelle
mani del pessimo Jim Craig e poi in quelle di
George Tuska, un buon artista ma senza quei
picchi qualitativi caratteristici del vero genio.
Nick Fury, dopo appena una manciata di episodi,
perse Jim Steranko, lui sì vero genio,
per passare nelle mani assai meno valenti di
Frank Springer e poi in quelle di Herb Trimpe,
qui in uno dei suoi momenti più negativi.
La testata perde inesorabilmente lettori e,
nel referendum indetto dalla Corno in quell'anno,
arriverà ultima.
La serie dedicata ai Fantastici Quattro
è forse la più ricca di eventi
epocali, oltre ad essere una delle migliori
sotto il profilo grafico, arricchita dall'apporto
di un fenomeno della matita quale era il grande
Jack Kirby. Anche le storie del Sub-Mariner
sono molto buone dal punto di vista del disegno:
Bill Everett, John Buscema e Marie Severin gli
artisti che hanno prestato la loro mano al principe
degli abissi in quel periodo. Del quartetto
ricordo i numeri 54-57 in cui il Dottor Destino
sottrasse i poteri a Silver Surfer per battersi
contro i nostri fantastici eroi, i nn.63-64
che presentarono la nascita di Warlock,
un eroe che si sarebbe fatto strada, ed i nn.70-74
con il secondo scontro dei Quattro con Galactus,
mentre di Namor segnalo la storia sul n.75 in
cui viene introdotto nel cosmo Marvel Stingray,
un personaggio che vedremo presto assieme ai
Vendicatori. Completano l'albo brevi storielline
autoconclusive provenienti spesso da fascicoli
pre-Marvel.
Passiamo alla quarta testata storica della
Corno, ovvero il mitico Thor. Il periodo
che analizziamo, quello che va dal n.51 al n.75,
vede Jack Kirby realizzare senza soste le avventure
del biondo dio del tuono, ed il decollo, almeno
sotto il punto di vista grafico, del serial
dei Vendicatori, con l'arrivo alle matite di
John Buscema. Completano l'albo prima gli
Inumani (fino al n.63) con un serial di
grande rilevanza grafica, ricco dell'apporto
di Jack Kirby prima e di Neal Adams poi, ed
infine della Vedova Nera (dal n.64 in poi),
con storie disegnate da John Buscema. Per quanto
riguarda Thor segnalo il n.58 (con la rivelazione
che l'identità di Don Blake fu creata
da Odino per insegnare al figlio l'umiltà),
i nn.59-61 (con la narrazione delle origini
di Galactus) ed i nn.64-65 (con la seconda apparizione
di Warlock). Nelle storie dei Vendicatori
segnalo i nn.66-67 (col tradimento di Jarvis),
il n.69 (con l'arrivo della Visione) ed il n.73
(col matrimonio di Wasp con Hank Pym). Tutto
di altissima qualità il serial degli
Inumani, che consiglio per intero, mentre reputo
discrete, ma senza picchi particolari, le storie
della Vedova Nera.
Ed ora passiamo alle novità; come dicevo
in apertura le condizioni erano mature per il
lancio di due nuove serie: Capitan America
e Gli Albi dei Super-Eroi.
La testata del Capitano Stelle e Strisce contiene,
oltre alle storie dello stesso Capitan America,
anche quelle di un gruppo destinato ad un fulgido
avvenire: gli X-Men. I primi numeri della
testata, approfittando del formato più
corto (10-11 pagine) delle storie del Capitano
tratte da Tales of Suspense, sono dedicati totalmente
al fumetto supereroistico; in seguito l'albo
sarà completato da storie tratte da albi
pre-Marvel. Segnalo su queste pagine il salto
di Tales of Suspense 61, terza storia in originale
di Capitan America. La storia, ambientata in
Vietnam, era intrisa di un anticomunismo molto
feroce, e Secchi non se la sentì di pubblicarla
in Italia, che nel 1973 era schierata quasi
totalmente dalla parte dei Vietnamiti. Le storie
del Capitano furono realizzate da Jack Kirby,
con brevi interventi di George Tuska e Gil Kane.
Da segnalare il n.1 (con la riproposta delle
origini e del suo ritrovamento da parte dei
Vendicatori), ed il n.13 (con l'A.I.M. e l'origine
di Modok), ma tutti i primi episodi sono di
ottima qualità. Per quanto riguarda gli
X-Men segnalo la prima apparizione di Magneto
(non la prima apparizione italiana, però)
su Cap 1-2, ed in seguito della Confraternita
dei Mutanti Malvagi; altri esordi da ricordare
sono quelli del Fenomeno sul n.14 e delle Sentinelle
sul n.16. I disegni del gruppo, dopo gli inizi
di Kirby, furono affidati ad un Jay Gavin molto
più incerto.
Gli albi dei Super-Eroi furono una testata
veramente atipica. Ogni albo era monografico,
e dedicato a rotazione ad otto personaggi diversi;
dall'horror (Dracula e Licantropus)
al Western (Red Wolf), alla fantascienza
(Warlock), alla fantasy (Conan) ed al
superoismo puro (I Difensori, Luke
e Ka-Zar): tutti i generi erano rappresentati.
I primi 25 numeri della testata videro ruotare
tutti i personaggi abbastanza omogeneamente.
In seguito la Corno effettuò un sondaggio
tra i lettori (il solito referendum) ed improntò
la collana dando la precedenza ed il maggior
numero di albi ai personaggi più votati.
Veramente degni di nota il Warlock di Gil Kane
sul n.2, il Licantropus di Mike Ploog sul n.6,
il Ka-Zar di Barry Smith sui nn.8-9 e l'inizio
della stupenda serie dedicata a Conan, sempre
di Barry Smith, sul n.11.
A cura di Marco Rufoloni
marco.rufoloni@casaccia.enea.it
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