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14/01/2010
Dolore per Haiti, per essere vicini a chi soffre.
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Riceviamo da Casa della Poesia, tristemente condividiamo e giriamo ai nostri lettori, invitando - anche se è scontato - chiunque possa a dimostrare la propria solidarietà in modo tangibile, sostenendo le organizzazioni internazionali che stanno tentando di aiutare i superstiti di questa terribile tragedia. (Marco R. Capelli)
Che grande dolore per la tragedia che ha colpito l'isola di Haiti.
Una terra bellissima, ricca di storia, di ricerca di libertà e di letteratura, ma povera e depredata dal "caimano stellato".
Una terra che ci ha dato straordinari poeti e scrittori come Jacques Roumain, Stéphen Alexis, René Depestre, Anthony Phelps, Jean Metellus, il nostro carissimo Louis-Philippe Dalembert, e tantissimi altri.
Tra questi poeti straordinari, uno ci è particolarmente caro, Paul Laraque (scomparso purtroppo nel 2007) che abbiamo avuto la fortuna e l'onore di conoscere e di pubblicare e portare in Italia (La sabbia dell'esilio).
Vogliamo ricordare Paul e la sua amata isola, dalla quale visse in esilio, con una sua bella poesia. (Casa della Poesia)
Un nuovo continente
di Paul Laraque
Combattenti dell’alba che caccia gli ultimi mostri della notte
al passaggio la cui barriera si apre col soffio della speranza
gli eredi del cacicco e della sambà
ti vedono alla testa della muta europea
i fucili e i cani la schiavitù e la sifilide
che conquista questo continente al quale non lasciasti neanche
il tuo nome
Le fiamme della Natività devastano i campi di canna da zucchero La rivolta capta la collera degli dei I coltelli affilati lungo i secoli e le torce dell’insurrezione affrontarono la spada e la croce La colonia cadde.
Caravelle mutate in galere trasformate in piroscafi di lusso e navi da guerra. Specchio per le allodole delle elezioni e doppio sparviero del debito I tuoi discendenti ci forgiano delle moderne gogne.
Il tempo delle spezie è passato
o barbarie più grande dell'antica
l’invasione dei robot è cominciata
Le tue forze scatenate sono votate alla disfatta
Le radici dell'albero di cui parlò Louverture
rispuntano oggi nel paese di Mandela
Attraversando le vecchie frontiere delle razze
i popoli che hai unito tuo malgrado
partono alla scoperta di un nuovo continente
in cui l’oro sia ripartito e regni la libertà
(Port-au.Prince, 15 settembre 1990)
Traduzione di Giancarlo Cavallo
Paul Laraque è nato a Jérémie. Haiti, nel 1920. Diplomato all’Accademia militare nel 1941. Ha incontrato André Breton a Port-au-Prince nel 1945. Scrive in francese e in creolo. In esilio a New York dal 1961 al 1986. È stato privato della nazionalità haitiana nel 1964 per attività politiche contro la dittatura dei Duvalier. Professore di francese dal 1966 al 1985 e Segretario Generale dell’Associazione degli scrittori haitiani all’estero dal 1979 al 1986. È stato il primo francofono a ricevere il Premio Casa de las Américas. Il suo secondo esilio è cominciato nel 1991 dopo il colpo di stato militare contro il governo costituzionale e popolare del Presidente Aristide. Ha pubblicato: "Ce qui demeure" (Montreal 1973), "Fistibal" (Montreal 1974), "Les armes quotidiennes /Poésie quotidienne" (L’Avana, 1983), "Solda mawon / soldat marron" (Port-au-Prince, 1987), "Camourade" (Willimantic 1988), "Le vieux nègre et l’exil" (Paris, 1988), "Fistibal / Slingshot" (Port-au-Prince / San Francisco, 1989), Nel 1998 la sua opera poetica è stata racchiusa nel volume "Oeuvres incomplètes" (Quebec). La sua raccolta La sabbia dell’esilio è stata pubblicata dalla Multimedia Edizioni, che ha anche pubblicato il suo "André Breton ad Haiti". Paul Laraque è scomparso 8 marzo 2007.
© Casa della Poesia
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