L'84% dei volumi pubblicati in Italia vende meno di 500 copie
Tutti scrittori, ecco i libri fai da te Nel 2008 sono stati pubblicati in Italia 180 titoli al giorno
Armando Torno 24 marzo 2009
Dopo la nascita di Kindle2, prodotto da Amazon, sappiamo che una macchinetta di tre etti può contenere le notizie, i dati o le storie di circa 1500 libri. È una biblioteca portatile che verrà sempre più perfezionata e ampliata. È capace di nuove funzionalità, ha un disegno grazioso — il primo Kindle era più brutto dell'anatroccolo delle fiabe — nonché un rinnovato sistema di navigazione, sedici tonalità di grigio e alta risoluzione. Insomma, è più «umana». Altre biblioteche simili sono allo studio e in via di perfezionamento e tra non molto saranno in grado di interagire in rete con infinite possibilità. Un nuovo scenario tecnologico nel quale si inserisce il momento d'oro in atto per il libro fai-da-te; è, per dirla in soldoni, scoppiato il caso self-publishing. Se si desidera dare alla luce un'opera senza rivolgersi a una tradizionale tipografia o tentare le consuete vie editoriali, niente è più semplice. Decine di siti — dagli internazionali a quelli appena nati in casa nostra — offrono la possibilità di farlo a cifre modestissime.
In particolare, da noi sta vivendo una stagione fiorente la casa editrice Lampi di Stampa, che pubblica anche opere a bassa tiratura (persino in una sola copia), personalizzandole ai bisogni. Ma per non rimanere nel vago, entriamo meglio nella questione, dopo aver ricordato che il self-publishing e Kindle rappresentano un'editoria che passa dalla creazione alla lettura riducendo al minimo, se non azzerando, la macchina della distribuzione e mettendo in crisi gli intermediari tradizionali. Del resto, il dossier Patino, consegnato al governo francese alla fine del 2008, prevede a medio termine la morte delle librerie. A meno che le stesse non si riorganizzino alternando novità a modernariato o antiquariato o a prodotti multimediali. Che fine sta facendo il libro? È giunto il momento di porsi questa domanda. L'abbiamo rivolta in prima battuta a Giuliano Vigini, fondatore dell'Editrice Bibliografica e docente di sociologia dell'editoria contemporanea. Ricorda che la stampa digitale, ormai attiva da un decennio, «realizza mille pagine al minuto», ovvero occorre più tempo per distribuire un libro che per editarlo. «La produzione di opere cartacee — sottolinea Vigini — è continuamente in aumento e costa sempre meno. Oggi sono in crescita quelle stampate in proprio, anche se non è facile quantizzarle, giacché moltissime non sono registrate e hanno un utilizzo limitato, domestico».
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