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Non ho più fretta di avere fretta.
Più non mi insegue il macigno di un dolore
dall'uscio della sopportazione
e di scadenze vissute
questo pressato straccio che memoria consuma
dal di dentro
battello senza remi e senza motore
alla deriva
in braccio alla corrente della noia.
La cara infanzia certo
disillusa radice inespiata
di se stessa dispensa barlumi ancora
come cavalieri
ad una corsa il vento di scirocco
il tempo
tenero abbraccio
a consegnarci del vivere il nulla
del nulla il senso e lo spazio senza fine.
E glicine sale sui muri
dalle pendici
allo sguardo rimasto indietro
impasta tristi pensieri faticosi
di perduti legami sprofonda
in uno schizzo
tutto torna alla foce
in poche tracce
e un suono
di memoria
acute note
in uno scrigno
©
Lidia Altea
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