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Dal di fuori
di Silvano Maino
Pubblicato su SITO


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SILVANO MAINO


DAL DI FUORI


1


Ormai è finita ed è finita male; ho deciso che è meglio non pensarci più, ma il rammarico, l’amaro in bocca, il senso desolato d’impotenza si tagliano col coltello.
Sono convinto di aver sfiorato il colpo grosso, la mano di poker d’assi, il bacio della fortuna che ti sfiora una volta nella vita… avrei potuto riscattarmi davanti ai miei ex superiori… magari rientrare nei Servizi ed oggi tutti i giornali e le televisioni parlerebbero di me… ma a Roma non mi hanno ascoltato, la dannata legge sulla privacy ha fatto il resto, ed io finirò la mia vita a fare il pensionato qui sulla spiaggia di S. Bartolomeo a Mare, pescando, chiacchierando con il bagnino, guardando i giovani che fanno vacanza… Devo smettere di pensarci, perché sta diventando un’ossessione. E’ passata solo una settimana da quando questa storia è cominciata e mi sembra un secolo.

Ma andiamo con ordine. Domenica scorsa poco prima delle nove stavo prendendo il caffè al bar del bagno dell’hotel Splendid, quando casualmente ho visto arrivare un tipo. Statura media, stazzato, capelli bianchi con qualche filo nero, in netto contrasto con le sopracciglia folte e nerissime, occhiali a goccia stile anni Novanta, abbronzatura soft da gite domenicali, il capo leggermente reclinato da un lato. Indossava una canottiera azzurra, un costume da bagno amaranto, ciabatte da mare blu ed un cappellino alla pescatora con i colori da tuta mimetica . Mi sono chiesto tante volte in questi giorni cosa mi abbia colpito di quest’uomo, all’apparenza per nulla diverso dalle migliaia di turisti che in questa stagione affollano le spiagge di Diano Marina e di S. Bartolomeo al Mare. Beh intanto diciamo che uno come me che è stato nei Servizi ha un sesto senso per le persone che possono essere interessanti, un medico parlerebbe di “occhio clinico”… ma a dire il vero la prima cosa che ho notato è che non portava una borsa da spiaggia, ma un’enorme busta di plastica, come quelle dei supermercati, ma grande il triplo. Una busta bianca con disegnate in verde una croce, il simbolo di Esculapio e la scritta “Il tuo farmacista ti consiglia”. Ha presentato a Niccolò, il giovanissimo studente di quinta ginnasio che funge da bagnino (ma sarà legale avere un minore come bagnino? Boh non sono affari miei…) il vaucher dell’albergo e gli è stato assegnato un ombrellone con due sdraio in seconda fila.
“Sono da solo -ha detto- mi basta una sdraio”
Niccolò ha sorriso e gli ha detto di non preoccuparsi, che era la regola, che ad ogni camera corrispondeva un ombrellone e ad ogni ombrellone due sdraio.
Il tipo ha fatto un cenno con la testa, poi ha tolto dalla borsa un salviettone blu, un quotidiano, un libro, un marsupio rosso (rosso, alla sua età!!! Di solito gli adulti il marsupio ce l’hanno nero!!!), una scatolina di Tic Tac , una crema solare che si è spalmato su tutto il corpo (ho notato che la mano destra presenta una lieve difficoltà a compiere certi movimenti, niente di serio, però qualcosa in passato deve avergli offeso il deltoide…), poi si è messo a leggere il “Corriere della Sera”. A quel punto ho notato che il tipo portava la fede all’anulare sinistro.
“Allora è sposato -mi sono detto- e che ci fa uno sposato in vacanza da solo?
Ho cominciato ad osservarlo ed ho subito notato che era estremamente metodico… lettura… sole… bagno… passeggiata… poi ancora lettura… sole… bagno… Ho deciso di tenerlo sotto controllo. Tempo, fatica, energie… tutto buttato al vento. Anche il diario che ho tenuto in questa settimana non servirà a niente.






2


Lunedì 14 agosto

Sarà opportuno tenere un diario di quanto sto osservando… sento che mi tornerà utile. Già l’altro ieri appena visto il tipo l’ho catalogato per metodico… e non sapevo ancora niente!!!
Ormai passo le mie giornate ad osservarlo e le cose che noto mi convincono sempre più che non si tratta di un comune villeggiante. Qui c’è sotto qualcosa, già, ma cosa? Se solo riuscissi a scoprirlo… Intanto ho notato che ogni mattina si sveglia alle sette in punto senza bisogno di sveglia (come faccio a saperlo? Beh, è semplice, gli ho messo una cimice in camera con la complicità di una donna delle pulizie… ci fosse il minimo rumore lo sentirei… inoltre ho scoperto che ha la camera proprio davanti al balcone del mio soggiorno). Si sveglia alle sette e per prima cosa calza un guanto da chirurgo e prende in mano un oggetto che non sono riuscito ad identificare (anche se l’ho fotografato ed ingrandito…) si tratta di un oggetto lungo, sottile, che termina con un cono rovesciato verde, simile alle bacchette magiche con cui giocano i bambini. Con questo oggetto si chiude in bagno e quando torna non ha più né il guanto né la “bacchetta magica”. Ho chiesto alla donna delle pulizie di indagare, ma mi ha detto che non vuole grane e che già ha rischiato il licenziamento facendomi entrare una volta. La stessa operazione la ripete alle tre del pomeriggio e alle undici di sera come avrò modo di scrivere. Alle 7.05 torna a letto ed ascolta per venticinque minuti la radio (sempre la stessa stazione: Radio Italia Solo Musica Italiana); alle 7.30 si lava e si sbarba (con la finestra del bagno aperta, quindi dalla mia finestra posso controllarlo…), alle 7.45 prepara la sacca da spiaggia, ritira dal balcone costume e salviettone che ha messo ad asciugare la sera precedente, getta nel cestino della spazzatura il giornale del giorno prima; alle otto in punto spegne la radio, accende la televisione ed ascolta il TG1, poi alle 8.05 scende a fare colazione.
Ho chiesto ad un cameriere marocchino di controllare se la sua colazione varia da un giorno all’altro… ma come prevedevo mangia ogni giorno le stesse cose: quattro fette di pane su cui spalma due confezioni di miele, una brioche, due bicchieri di succo di pompelmo ed un caffè espresso. Alle 8.30 va sull’Aurelia a comprare il giornale ed alle 8.45 arriva in spiaggia. Si siede su una delle due sdraio e comincia a leggere il giornale, fino alle 10.30. A quell’ora entra in acqua, mezz’ora esatta di bagno; alle 11 passeggia sulla battigia, poi va a mettersi su una specie di pontile assolato in legno, un altro bagno alle 11.30, esce dall’acqua a mezzogiorno, torna sul pontile fino alle 12.10, poi si veste, torna in albergo e va a pranzo. In sala da pranzo siede da solo, in un posto appartato vicino ad un pilastro. Ignora il grande buffet di verdure crude, mangia di buon appetito, con una spiccata preferenza per i piatti regionali (trenette al pesto… ravioli di pesce… seppioline… coniglio con le olive… cima…). Beve solo acqua minerale, in grande quantità, di solito un litro a pasto. Raramente prende la frutta, solitamente un pezzo di crostata, oppure della crema catalana.
Domani voglio monitorare ancora più attentamente il pomeriggio e la sera, per vedere se fa qualcosa di diverso rispetto ad oggi e a ieri. Dovrei cercare di sapere qualcosa di più anche sulle telefonate e sui messaggini che manda e riceve. Ah se solo i miei ex colleghi di Roma facessero un’intercettazione e mi permettessero di ascoltarla…



3


Martedì 15 agosto

Ormai ho la certezza che dietro la “vacanza” di questo personaggio che continuerò a chiamare “il tipo” (ho chiesto il nome a Niccolò, ma non me l’ha saputo dire, l’ho chiesto all’hotel e si sono trincerati dietro la privacy…) si nasconda un mistero ed io intendo venirne a capo. Né ieri né oggi le sue mattine sono cambiate di una virgola… e neppure i pomeriggi e le sere. Alle 13.15 si alza da tavola, passa al bar dell’hotel e prende un caffè, si ritira in camera, o più precisamente sul balcone, e fa una lunga telefonata. Poi manda una serie di sms, ne riceve altrettanti, si butta sul letto e si addormenta. Si sveglia alle 15, ripete la misteriosa operazione del mattino, poi scende in spiaggia. Ad intervalli regolari (troppo regolari!!!) legge un romanzo (“Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo, andiamo bene: la storia della banda della Magliana, un testo decisamente critico nei confronti dei Servizi!!!), si bagna, prende il sole sul pontile e, alle 17.30 in punto, si fa un caffè al bar del bagno. Non parla con nessuno (se non al telefono: ogni giorno riceve un discreto numero di sms e di telefonate (che io d’ora in avanti devo mettermi ad ascoltare, nonostante il tipo si spinga sul pontile assolato, proprio in faccia al mare;, se ci riuscirò, e non dubito di riuscirci, sarà il caso di mettere nero su bianco quello che sento). Le uniche persone con cui scambia due parole sono i suoi vicini di ombrellone, una famigliola composta da padre e madre quarantenni con una bambina di circa dieci anni ed un bimbo di pochi mesi. Ma gli argomenti di conversazione sono del tutto insignificanti: tempo e Juventus, Juventus e tempo. Col vicino di ombrellone si vende come tifoso dell’Inter, ma ascoltando bene i suoi discorsi mi pare che non gli interessi molto il calcio, che sia più interessato a polemizzare bonariamente col suo interlocutore che invece è uno juventino scalmanato. Alle 18.45 in punto raccoglie le sue cose, torna in camera, accende la TV, ascolta i titoli del TG3, poi si mette sotto la doccia e ci rimane per una ventina di minuti. Si riveste, sempre con gli stessi abiti che ha indossato in giornata, e scende per la cena. Dopo cena torna in camera e dal balcone fa una lunga telefonata, poi tutte le sere la stessa passeggiata: dapprima si dirige alla spiaggia, percorre lentamente il lungomare di S. Bartolomeo dando un’occhiata distratta alle bancarelle di bigiotteria etnica, passa davanti ad almeno dieci gelaterie senza fermarsi, supera il torrione medievale, lascia la passeggiata a mare e percorre via Indipendenza. Si ferma al “Negozietto del Gelato”, acquista un grosso cono (uno dei gusti è fisso: violetta, tutte le sere, gli altri variano: noce, fico, menta…) e va a mangiarlo in riva al mare su una specie di promontorio ventoso ed isolato; poi torna lentamente verso l’hotel; si ferma a prendere un caffè (novità clamorosa e degna di nota: ogni sera in un bar diverso!!!), rientra verso le 22.45, si piazza sul balcone ad ascoltare la radio, alle 23 in punto compie il misterioso rito della “bacchetta magica”, ancora una mezz’ora di radio sul balcone, poi abbassa le tapparelle e dal fatto che non sento nessun rumore devo dedurre che si addormenta subito. Stasera veramente dopo il cenone di Ferragosto (a proposito: è stato uno dei pochi in tutto l’hotel che ha fatto piazza pulita sia del filetto al pepe verde sia dei gamberoni al forno) si è fermato una decina di minuti alla piscina dell’hotel ad ascoltare il piano bar, ma senza mostrare particolare interesse. Ha mangiato due fette di crostata di frutta, una meringa, tre pasticcini, ha bevuto un tè alla pesca, poi via per la solita passeggiata sempre uguale a se stessa.








4

Mercoledì 16 agosto ore 11

Lo dicevo io che c’era sotto qualcosa!!! Diciassette anni passati al Sismi non sono bruscolini!!! Poco fa ho sentito un discorso da brivido che mi ha fatto drizzare le antenne. La ragazzina di dieci anni, la figlia dello juventino, si è avvicinata al tipo e gli ha detto qualcosa. Lui ha piegato il giornale, si è drizzato sulla sdraio e ha cominciato a parlare. A questo punto, mangiandomi le mani per non aver sentito la domanda della piccola, mi sono messo in ascolto. Il tipo stava dicendo che c’è una congrega misteriosa che conosce un segreto capace di mettere in crisi tutta la nostra civiltà… che Cristo non era Dio e non è morto in croce… che è andato in Francia dove ha sposato la Maddalena ed ha dato origine ad una stirpe che esiste ancora oggi, ma la Chiesa non vuole che questa cosa si sappia e fa di tutto perché la verità non venga a galla… e non arretra davanti a niente, usando se del caso anche l’omicidio. La ragazzina è scoppiata a ridere e ha detto “ma sono tutte cacchiate”; purtroppo l’ha sentita la madre, che è subito intervenuta: prima ha detto: “Ma Letizia, boia fàus, ma ti sembrano parole da dire?” e poi “Letizia non dare fastidio al signore”. La ragazzina, imbronciata, si è seduta per terra e si è messa polemicamente a fare le formine con la sabbia. Il tipo ha sorriso ed ha ripreso in mano il giornale. Io mi sono sentito raggelare. Nella migliore delle ipotesi si tratta si un pazzo… già, ma se fosse un adepto di una setta segreta, magari di una setta satanica??? Vigilanza!!! Sento che è un tipo pericolosissimo!!!


Un’ora dopo

Per fortuna che me ne sono accorto in tempo… stavo lanciandomi su una falsa pista. E un errore del genere non me lo posso permettere, proprio ora che sto cercando di riscattarmi agli occhi dei Servizi.
Ho avvicinato la ragazzina in acqua e dopo averle mostrato come si pescano le meduse, argomento a cui era interessatissima, essendo appena stata punta sul seno, le ho chiesto di cosa avesse parlato con il vicino di ombrellone.
“Gli ho chiesto di cosa tratta il film di cui stava parlando prima con la mia mamma: “Il codice Da Vinci” mi ha detto. Toppato!!! Come ho fatto a non pensarci??? Ma sento che non devo mollare la presa.




Ore 23.30

Oggi ho cominciato ad ascoltare le telefonate del tipo. Ne fa e ne riceve molte, ma sostanzialmente comunica con quattro persone che quasi sicuramente hanno nomi in codice: Nena, Marta, Costantino e Ricciolona. Dopo quello che ho sentito oggi, già mi sono fatto un’idea, ma voglio essere sicuro prima di chiamare il responsabile dei Servizi, quel generale Benincasa che sette anni fa ha deciso la mia espulsione. Un errore nella mia vita di agente segreto l’ho fatto e l’ho pagato caro… ma stavolta penso davvero di essere sulla strada giusta.





5


Venerdì 18 agosto


Finalmente è tornato il sole. Ieri è piovuto tutto il giorno, il tipo è rimasto in camera ad ascoltare la radio e a leggere, ma io ne ho approfittato per analizzare gli elementi in mio possesso da cui ho tratto una serie di dati indiscutibili. Riproduco nel mio diario la lettera che ho appena inviato al gen. Arturo Benincasa, direttore del Sismi.


Eccellentissimo Signor Generale Arturo Benincasa
c/o Direzione generale Affari riservati del Sismi
00100 ROMA

Signor Generale

La prego con tutto il cuore, nel supremo interesse della nostra Patria, di prescindere dagli spiacevoli avvenimenti di sette anni fa che non ritengo di dover nominare, e di darmi ascolto, credito e, qualora ritenga fondate le mie osservazioni, anche un aiuto. Come le ho anticipato nella mia telefonata di ieri sera al suo segretario capitano Magliocco, sto indagando da giorni su un personaggio sospetto, da me localizzato su una spiaggia ai confini tra i comuni di Diano Marina e di San Bartolomeo al Mare e sui rapporti telefonici che intrattiene con quattro persone che sono chiaramente responsabili di altrettanti gruppi eversivi tra loro collegati. Per incredibile che possa parere ci troviamo di fronte ad un’organizzazione comunista ramificata su tutto il territorio nazionale. E siccome dopo l’esito tragico e sconfortante delle ultime elezioni i comunisti al potere ci sono già, sarebbe importante capire quali siano gli obiettivi di questa banda di criminali: il potere assoluto? La guerra civile? L’eliminazione dell’unico grande politico presente sulla scena italiana, quel Cavaliere che tutto il mondo libero ci invidia?
Ma andiamo con ordine. La prima cosa che ho notato ascoltando le telefonate fatte o ricevute dal sospettato (come ho già avuto modo di dire ieri sera al capitano Magliocco) è che ogni interlocutore ha un orario ber preciso per conferire con il suddetto. Quello che chiamano “Costantino” chiama o è chiamato sempre di mattina; “Nena”, a parte una telefonata importantissima di cui dirò tra breve, viene chiamata dal tipo ogni giorno alle 13.15 ed alle 20.15; le conversazioni con “Marta” avvengono di pomeriggio, quelle con “Ricciolona” di sera. Un’altra cosa che mi ha colpito, e che nello stesso tempo mi ha fatto capire di essere sulla buona strada: non sono riuscito a capire dove si trovi Nena, ma ho identificato l’ubicazione degli altri tre: si trovano una nel Nord Italia, uno nel Centro ed una nel Sud. Basterebbe questo fatto ad evidenziare la pericolosità dell’organizzazione ed a giustificare l’adozione di provvedimenti urgenti.
A questo proposito la prego signor generale di leggere con la massima attenzione quanto segue.

PREMESSA: tutto quanto il sottoscritto affermerà in queste righe è ricavato dall’ascolto delle telefonate della persona sospetta di cui sopra. Purtroppo non mi è mai stato possibile sentire cosa si dice all’altro capo del filo.

NENA Con questo nome il sospetto si rivolge ad un’interlocutrice da lui chiamata ogni giorno, come detto sopra, alle ore 13.15 ed alle ore 20.15. Ad un primo ascolto parrebbero telefonate di routine, normali comunicazioni tra marito e moglie prive di significato per gli estranei: tempo… salute…figli… gatto… assegni bancari da versare o da riscuotere…, senonché martedì 14 agosto u.s. alle ore 21.40 Nena ha chiamato il sospettato. Trascrivo la risposta del suddetto: “devi premere System, poi digitare l’ora sul timer, dare l’ok e schiacciare il pulsante rosso. Dopo di che fa tutto automaticamente”. Generale Benincasa, le dice niente la parola “timer”?

COSTANTINO Chiaramente si tratta di un nome in codice. Costantino, lei m’insegna, signor generale, era un imperatore romano che la storiografia tradizionale ci ha presentato come “buono” e a cui Roma ha dedicato un arco. Immediatamente, appena ho sentito questo nome, mi sono chiesto se ci fosse stato un altro imperatore romano passato alla storia come “buono” ed onorato con un arco. Ebbene c’è: è Tito. TITO!!! Guarda caso il nome di battaglia assunto durante la seconda guerra mondiale da Josif Brosiz, caporione dei comunisti jugoslavi in lotta contro le forze sane e civili dell’Europa ariana e cristiana. Già dal nome ci troviamo di fronte ad un palese omaggio in codice al comunismo internazionale!!! Ho sentito chiaramente che la base del gruppo si trova ad Urbino (da questo fatto deduco che “Costantino” sia il responsabile dell’organizzazione per l’Italia Centrale…). Comunque in questo momento questo Costantino è fuori gioco: è stato ferito (sarebbe interessante sapere come e da chi…), ho sentito chiaramente parlare di stampelle, di abbandono della postazione, di ritorno a casa. Non sarebbe il caso, signor generale di ordinare un’indagine in loco?

MARTA Nelle numerose telefonate che il sospettato fa e riceve con “Marta” ho sentito chiaramente più volte nominare la Valle d’Aosta. Un gruppo che si prepara in montagna evoca in tutti noi sinceri patrioti dei funesti ricordi. Si aggiunga che nei colloqui del sospettato con la sedicente “Marta” ho sentito spesso fare il nome di Chicco. Ora signor generale, non è chi non veda che si tratta di un nome in codice, ma non mi è chiaro a cosa voglia alludere. Inoltre il sospettato chiede sempre di essere tenuto al corrente dei progressi di “Emma”. Non ci vuole molto a dedurre che il gruppo di cui Marta è la referente è incaricato di addestrare e preparare nuove leve. Ragione di più per intervenire, scoprirlo e renderlo inoffensivo. Ma c’è di più: martedì 22 agosto il sospettato si recherà in visita a “Marta” e non da solo. Faccio notare, signor generale, che quando il sospettato parla di questo incontro usa sempre il plurale verremo… andremo… faremo… Ho capito che sono in programma due diverse esercitazioni, una diurna (probabilmente più dura e più pesante, tanto che il sospettato ha più volte assicurato che ce la farà, che non è troppo pesante per lui ecc.), l’altra notturna più leggera. Patetico il nome in codice delle due operazioni, rispettivamente “picnic” e “grigliata con polenta”, come se una persona appena un tantino addentro nell’intelligence potesse credere che veramente si sta parlando di una scampagnata o di gastronomia valdostana. Ad un certo punto poi il sospettato ha detto una frase che mi sembra la chiave di tutto: “va bene Marta, se voi portate il lardo d’Arnad, noi portiamo le torte salate…(pausa)…e il cioccolato fondente chi lo porta? Lo porti tu Marta? Ah va bene allora restiamo d’accordo così”. La prego signor generale di trasmettere questa frase all’Ufficio Decrittazioni; credo che avremo una bella sorpresa.

RICCIOLONA Nei colloqui telefonici intercorsi tra il sospettato e “Ricciolona”, (meno numerose di quelle fin qui esaminate e tutte in orario serale) ho spesso sentito parlare chiaramente di Puglia, anche se il sospettato è sempre stato bene attento a non nominare il luogo in cui questo gruppo agisce… ma proprio ieri sera il suddetto ha fatto un’allusione alla “tragedia sul lavoro al tuo paese di cui ha parlato il TG”. E’ bastata una telefonata ad un mio amico che lavora a Roma in RAI per sapere che oggi l’unica disgrazia sul lavoro di cui hanno dato notizia i telegiornali è avvenuta a Monopoli. Signor generale, spero che lei leggendo queste note si ricreda sul mio conto, tanto più che di questa “Ricciolona” posso darle anche il vero nome… ad un certo punto il sospettato, probabilmente troppo sicuro di sé e certo di non essere ascoltato da nessuno, si è lasciato andare a chiamarla col suo vero nome che è Margherita. Sinceramente non ho capito molto di queste telefonate, il sospettato e “Ricciolona” parlano del tempo, del clima del nord e di quello del sud, del gelato alla violetta… stavo già per archiviare queste telefonate come non significative, quando ho captato un’informazione strabiliante. Intanto il sospettato non ha mai incontrato di persona “Ricciolona”, anche se ha più volte detto che la cosa gli farebbe piacere, ma la notizia bomba è questa: lo scorso anno Ricciolona è salita al nord (testuale) “per gli U2” (mi permetto di farle notare signor generale che per decodificare questa sigla non c’è nemmeno bisogno dell’apposito ufficio: “U2” non può che voler dire “G8”… e G8 per questa gente significa no global). Nel corso di questo viaggio “Ricciolona” avrebbe dovuto incontrare il sospettato, ma l’incontro è stato annullato all’ultimo momento (testuale) “per via dei carabinieri”. Signor generale, io le riconfermo la mia stima ed il mio rispetto, non sta certo a me darle consigli, ma, se posso permettermi: non sarebbe il caso di fermare e sottoporre ad interrogatorio tutte le donne di Monopoli dai 14 ai 65 anni di nome Margherita?
Sicuro della sua attenzione e certo che vorrà prendere tutti i provvedimenti necessari per proteggere la nostra amata Patria dal pericolo rosso, resto in attesa e la saluto rispettosamente.


Amedeo Vittorio Emanuele PONZIELLI



6


Sabato 19 agosto

Il capitano Magliocco quando gli ho telefonato giovedì sera non si è sbilanciato. Mi ha ascoltato in silenzio, mi ha detto di preparare una relazione per il generale Benincasa e mi ha permesso di inviarla per corriere riservato. Oggi quando è squillato il mio cellulare e mi è stato detto che mi cercava il generale Benincasa ho passato il minuto più bello di tutta la mia vita. “Si è scomodato di persona- ho pensato-; questo significa che sono riuscito a convincerlo”. E invece…
Certo sì è scomodato di persona il generale Benincasa. Altroché…Al telefono sembrava che volesse uscirmi dalla cornetta: “O Ponzielli, maremma maiala, o che bischerate la mi viene a raccontare? Ma la vole capire una bona volta, Madonna bonina, che qui si lavora e che non abbiamo tempo di acchiappare fantasmi? Banda armata… comunisti… arco di Tito… lardo di Arnod… grigliata con la polenta… ma che si è bevuto il cervello? ’un gli è mica bastata la figura di merda che ci ha fatto fare col Mossad nel ’99? Ma la vole piantare una volta per tutte di scassare i coglioni a noi che ci facciamo un mazzo dalla mattina alla sera? Ma mi vole proprio vedere a Lampedusa a dirigere il CPT? Io a sentirla a lei fo perquisire Urbino, arrestare tutte le donne che di nome fanno Margherita, magari mettere in stato d’assedio la valle d’Aosta, perché un bischero d’un coglione d’un figlio d’un beo anziché farsi le vacanze in santa pace si mette ad ascoltare le telefonate dei turisti? Ma un la mi rompa i coglioni che è meglio. Ma io una roba del genere non l’avrei fatta nemmeno prima, quando all’Interno c’era Pisanu che era dei nostri, e secondo lei io vado da quel bonomo di Amato a raccontargli queste ciufole? Mi scusi Ponzielli, ma io di lei ne ho veramente piene le tasche, la mi stia a sentire una volta per tutte, queste storie gliele racconti a quella maiala della su’ mamma”. Ed ha riattaccato.


Domenica 20 agosto

Stamattina ho voluto prendermi una bella soddisfazione. Per giorni e giorni ho fatto di tutto perché il tipo non mi vedesse, non si accorgesse che lo osservavo, lo pedinavo, ne ascoltavo le telefonate…ormai posso farne a meno e di questo devo ringraziare l’insipienza (o magari la connivenza? No meglio non pensarci) di chi sta a capo dei Servizi.
Alle 8.30 il tipo era già in spiaggia. Ha detto a Niccolò “il mio vaucher è scaduto ieri, quanto devo per stare in spiaggia anche stamattina?” Niccolò gli ha detto “si sieda e non si preoccupi”. Per tutta la mattina l’ho fissato mentre leggeva, mentre salutava i vicini di ombrellone; continuavo a fissarlo mentre mandava e riceveva sms… ho nuotato accanto a lui che manco si è accorto di me. Poi a mezzogiorno è uscito dall’acqua, si è fatto una doccia, si è asciugato, ha indossato dei pantaloncini blu ed una canottiera gialla tipo basket (a spalline larghe e molto accollata, mentre per tutta la settimana ha portato canottiere scollatissime a spalline strette), si è seduto al bar ed ha ordinato due panini alla pancetta e mezzo litro di minerale. Confesso che fino all’ultimo ho sperato di scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa da poter comunicare ai carabinieri… ma solo nei film la situazione cambia all’ultimo secondo.
Il tipo si è alzato, ha preso un caffè, ha pagato ed io istintivamente l’ho seguito.
E’ tornato in hotel, ha recuperato nella hall la sua valigia (una valigia rigida di colore verde acido!!! Giuro che una valigia di quel colore non l’ho mai vista in vita mia né penso che ne esistano altre in tutto il mondo…) ci ha messo le cose da spiaggia, ha indossato dei mocassini neri ed è uscito in cortile. Col cellulare ha chiamato un taxi, poi ha aperto il portafogli ed ha imprecato. Mi ha guardato e mi ha chiesto se avevo da cambiare, perché non gli andava di irritare il tassista pagandolo con un pezzo grosso. Gli ho detto di no. Mi ha chiesto allora se potevo guardargli un attimo la valigia ed è tornato in hotel a farsi cambiare la banconota da 50 Euro.
In quell’istante ho avuto la tentazione di prendere la valigia e portargliela via… senz’altro avrei scoperto qualche segreto di questa pericolosa organizzazione. Stavo per farlo e lo avrei certamente fatto senonché come un lampo in una notte buia mi sono venute in mente le parole di Benincasa ed ho alzato le spalle.
“Peggio per loro” mi sono detto.
E’ arrivato il taxi, io ho detto al tassista che il cliente sarebbe arrivato subito e l’ho aiutato a deporre la valigia, pesantissima, nel cofano della vettura.
Il tipo è uscito, mi ha sorriso, mi ha ringraziato e mi ha fatto un cenno di saluto.
“Alla stazione” ho sentito che diceva chiudendo la portiera.



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