Mio dolce inganno di Eros,
non ti rinfaccerò di averti raccolto naufrago e derelitto, né ti ricorderò di come ci innamorammo e delle promesse e dei giuramenti d'amore che ci scambiammo come fanno gli amanti di tutti i tempi e ad ogni età. Né inveirò contro gli Dei che, invidiosi della nostra passione, ci costrinsero ben presto a tornare alle responsabilità e agli obblighi dei nostri ruoli. Non negherò, disperata, di averti maledetto, accusandoti di aver carpito con la menzogna la mia virtù ed aver tradito la mia fiducia venendo meno ai voti pronunciati mentre giacevi nel talamo.
Tu, l'uomo con cui avevo sperato di condividere il resto della vita, mi abbandonavi. Partivi portando con te i nostri sogni.
Io ero la Regina, avevo lo scettro del comando nelle mie mani: il potere. Sarebbe bastato un solo gesto per fermarti, ma non sarebbe servito.
Il nostro futuro era già stato scritto dal Destino e la volontà non sarebbe bastata ad interromperne il compimento, neanche se era quella della Regina di un popolo temuto e potente.
Ho lottato fino alla fine per salvare il nostro sentimento piegandomi solo quando ho compreso che nulla avrebbe potuto contrastare il volere del Fato. Se fossi riuscita a trattenerti, di certo, avrei cambiato il corso della storia e questo gli Dei non me lo avrebbero mai concesso. Nessuno può opporsi a ciò che ha deciso il Fato.
E così fu anche per noi!
Tu, adorato Enea, dovevi riprendere il mare e veleggiare alla volta della meta a cui eri fatalmente destinato ed io fui immolata in nome della futura grandezza di Roma...
Dopo l'abbandono, con il cuore colmo di dolore non compresi subito che anche tu, unica stella della mia eterna notte, rinunciavi a me e al nostro amore perché obbligato da un volere superiore al quale la volontà umana non può che sottostare. Accettavi il biasimo dei posteri nei secoli a venire perché cosciente dell'importanza della missione che ti era stata affidata e dell'onere della responsabilità che ti eri assunto. Sacrificavi sentimenti e volontà personale, anche tu vittima e non artefice volontario del tradimento.
Forte di questo, con fierezza replicherò a chi mi accusa di aver trascurato, per causa tua, il regno e aver dimenticato, per le tue bugie, il senso dell'onore.
Mai, fino all'ultimo respiro, ho mancato nei riguardi delle mie funzioni istituzionali e mai il senso della dignità mi ha abbandonata. Mai mi sarei concessa per potere o per denaro, mai solo per lusinghe! Il nostro amore è stato puro e benché consumato nella fisicità della passione non è mai diventato lussuria. E quando vinta dalla disperazione e dalla solitudine presi la decisione estrema che, illusa, sperai potesse costituire la mia catarsi e il tuo riscatto, compresi.
Non sarei mai riuscita a liberarmi dalle invisibili catene della passione che mi divorava e dalle false illusioni che le tue parole avevano creato e di cui ancora mi nutrivo perchè non tu, ma l'inevitabile Destino che giocò con le nostre anime e si fece beffa del nostro sentimento fu bugiardo.
Tua per l'eternità
Elissa (Didone)
Regina del popolo Fenicio