Giovedì, ore 04.50. Mi sono svegliato con un forte sapore di birra, questo vuol dire che tra il bere, andare a dormire e risvegliarsi è passato troppo poco tempo. Rimango un po’ immobile davanti allo specchio e mi reggo al lavandino, apro l’acqua calda, il rumore mi da fastidio, poi passa. Accendo la luce del mobiletto, devo pur guardare dove passeranno le lame del rasoio, la luce mi da fastidio, poi passa pure questo.
Mentre mi insapono il viso mi torna in mente un compagno di giochi di quando ero bambino. Non ricordo neppure il nome ma il volto sì, non so perché mi sia ricordato di lui solo ora ma conosco bene il motivo: la birra. A quei tempi aveva dodici o tredici anni, mi ricordo che suo padre era considerato figo tra noi bambini perché riusciva ad impennare con l’auto, non ricordo né il modello né come facesse ma ci riusciva e per noi era una cosa meravigliosa e grazie a questa cosa anche lui era considerato figo. Un giorno mentre giocavamo a palla mi disse che doveva andare a casa a fare i compiti e che suo padre lo aspettava al parcheggio, per me andava bene, io non giudico come uno impiega il suo tempo. Doveva fare un tema per il giorno dopo. Aveva avuto un ampio preavviso ma lui si era ridotto all’ultimo momento.
-“Ma ce la fai a fare il tema per domani, sono le 5 del pomeriggio!”
-“Si, io sono sempre stato lento, prima delle 10 di sera non finivo mai i compiti, ma mia madre ha trovato una soluzione”
-“Di cosa si tratta?”
-“Di birra! Mi da un bicchiere di birra e mi dice che devo berlo velocemente”
-“E funziona?”
-“Inizio a scrivere e pochi minuti dopo ho finito”
Mentre disse questo, suonò un clacson, era il padre che aspettava al parcheggio. Salì, il mio amico mi indicò, il padre impennò con l’auto e se ne andarono.
Rimasi fermo a guardare l’auto andare via pensando a questa cosa della birra. Mi chiedevo se almeno sapeva cosa buttava giù su quel foglio dopo che aveva bevuto.
Quando uscirono le pagelle capii che il metodo della birra era sbagliato.
Quando diventai grande capii che il metodo della birra era giusto, era il soggetto ad essere sbagliato.
Da un contenitore vuoto non puoi cavare che altro vuoto.
Mi sciacquo il viso, passo un po’ di dopobarba, sono completamente sveglio ora, mi vesto e accendo la tv per fare colazione. C’è il telegiornale. Odio il telegiornale, non mi piace che scelga lui cosa devo e cosa non devo sapere. C’è una notizia inerente ad un video postato su internet.
Che palle! Non puoi fare un passo falso che subito c’è qualche stronzo che ti sta riprendendo con il telefonino e sbatte le immagini su una piattaforma web. E ti ritrovi lì, in una piazza infinita con il mondo che ti giudica e condanna. Poi appena qualche ente installa delle telecamere di sicurezza tutti che gridano alla libertà e alla privacy. Riprendono con lo smartphone le telecamere che stanno riprendendo loro che riprendono le telecamere. Poi pubblicano in internet il video dicendo che è ingiusto girare per strada ed essere ripresi.
E’ il peccato che fa il peccatore o è il peccatore che fa il peccato?
Mentre cercate una risposta fate un video su di me che mi stappo un’altra birra.