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L' abominevole dottor Phibes
regia di Robert Fuest
Pubblicato su SITO
Anno
1971-
GB
Una recensione di
Heiko H. Caimi
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Votanti:
6141
Media
79.47%
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Produzione: Gb, 1971, col., 94 minuti
Regia: Robert Fuest
Interpreti: Vincent Price, Joseph Cotten, Hugh Griffith, Therry Thomas, Virginia North, Peter Jeffrey, Norman Jones
Il dottor Phibes, rimasto vittima di un incidente automobilistico nel quale gli è morta la moglie, sopravvive rimanendo però deturpato: si copre il viso con una maschera e parla utilizzando un amplificatore vocale. Decide però di vendicarsi dei chirurghi che, a suo modo di vedere, avrebbero potuto salvare la vita della moglie e, aiutato dalla bella Vulnavia, la sua amante, compie una serie di omicidi ispirandosi alle piaghe d’Egitto.
Straordinaria pellicola in bilico tra grottesco e grand-guignol, “L’abominevole Dottor Phibes” (con un seguito non entusiasmante, “Frustrazione”) merita di essere annoverato tra i classici del cinema di genere. Simile nell’assunto a “La signora in nero”, di woolrichana memoria (indimenticabile la trasposizione cinematografica di Francois Truffaut), l’opera di Robert Fuest è una fantasmagoria di invenzioni, sia nelle situazioni che nelle soluzioni sceniche. Molto teatrale, estremamente claustrofobico, ha il suo punto di forza nelle ambientazioni e nella recitazione sopra le righe di Vincent Price, che conferisce al proprio personaggio il fascino del male visto come attraverso una lente distorta: il Dr. Phibes non è simpatico ma, nonostante la sua crudeltà, attira la nostra simpatia non per le motivazioni della propria vendetta, ma proprio per il suo modo di presentarsi. I suoi monologhi, ascoltati tramite un mangiadischi, sono un esempio dello spirito di questa pellicola unica e irripetibile.
Le scene sono spesso macabre, ma sempre con un che di irreale che riesce a renderle ambiguamente divertenti, grazie alle scenografie kitch e all’estremizzazione delle situazioni. Il linguaggio visivo è in bilico tra il fascino di un certo cinema retrò e il linguaggio della pop-art, vicino per certe soluzioni a pellicole come “Modesty Blaise” o “Satanik”, ma ad un livello molto più alto e con una maggiore cura dei particolari.
E la scena precedente il finale, in cui il Dottor Phibes costringe una delle proprie vittime ad assistere all’esecuzione del figlio, è un piccolo capolavoro di tensione e di sadismo.
Un film assolutamente da non perdere che purtroppo, nella versione in DVD, perde un po’ del suo fascino: l’audio rimane mono, e il video ha frequenti pixelature e pesanti sgranature nelle scene più buie. Gli extra, inoltre, sono del tutto assenti, se si fa eccezione per il trailer originale. Il prezzo, comunque, vale l’acquisto (7 euro e 99 su alcuni siti), anche se forse sarebbe preferibile reperirlo in videocassetta.
Una recensione di Heiko H. Caimi
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