- CAPITOLO
SECONDO-
Ombre nel Collegio
di Mario Topoldo
Laudonio
(rev. 01/03/2005 a cura di
CARLO SANTULLI)
L'Anziano capì che la situazione richiedeva
un immediato intervento dell'esercito, e per
muoversi in forze, l'unico sistema era rivolgersi
al Collegio dei Druidi. Portandosi due dita
alla bocca, emise un lungo fischio e subito,
appena visibile nella pallida luce della luna
nuova, apparve nel cielo una minuscola figura
bianca. In breve, questa si avvicinò
e prese forma: era uno dei messaggeri della
Capitale. Silenziosa, la civetta volteggiò
in basso fino a raggiungere il braccio proteso
del Druido il quale, con gesti esperti e rapidi,
legò un breve messaggio alla zampa dell'animale,
che spiccò subito il volo.
<< Bisogna prepararsi subito all'attacco,
Maestro>> disse Varior spezzando con foga
il silenzio.
<< Dobbiamo prima conferire con il Sommo
Collegio>> replicò il Druido, mentre
raccoglieva le sue cose. <<Anche se sarà
dura convincerli>> aggiunse.
<<Dovremmo mettere l'intera Contea in
allarme?>> sbottò seccato il giovane.
<<Saranno loro a decidere cosa fare>>
<<L'attesa potrebbe esserci fatale>>
insistette.
<<La tua fretta potrebbe esserlo>>
l'ammonì perentorio l'Anziano. <<Ce
la fai ad arrivare fino alla Capitale?>>
riprese, considerando la stanchezza del giovane.
Varior guardò in direzione della Capitale
e, quasi come se potesse distinguere le torri
e le case attraverso tutto lo spazio che li
separava da essa, lentamente annuì. Si
misero immediatamente in cammino ed, anche se
scelsero di seguire il percorso più breve,
il viaggio fu comunque lungo. Quello, di certo,
era il tragitto più difficile da percorrere
all'interno della Contea, in quanto non vi era
una vera strada battuta da seguire. Solo l'allenamento
da Druidi ed il loro senso dell'orientamento
consentì loro di seguire il percorso
che attraversava i boschi della fitta macchia.
Tutto era avvolto da un profondo silenzio, infranto
appena dal rumore dei loro passi; ogni tanto
in lontananza si stagliava la forma di un piccolo
villaggio o qualche casa solitaria come grandi
animali addormentati. Il giorno successivo,
quando i primi raggi dell'alba laceravano il
cielo come sottili lame, raggiunsero le mura
della Capitale. All'entrata principale trovarono
solo due guardie insonnolite che, riconoscendo
gli abiti druidici, li fecero passare senza
fare domande. Varcate le porte, un complesso
mosaico dagli infiniti colori si schiuse davanti
ai loro occhi. Dal bianco perla della Torre
del Sommo Collegio dei Druidi al bruno dal sapore
di terra del massiccio edificio del Consiglio
della Contea, dai variopinti tetti delle case
al verde degli alberi dei piccoli giardini,
senza contare le numerose costruzioni dalle
forme e dai colori bizzarri. Quel luogo era
cresciuto proprio come la loro società:
un incrocio florido di etnie, lingue e tradizioni
antiche di millenni, vividamente riflesso nella
differente architettura delle abitazioni. Il
giovane apprendista ed il suo Maestro percorsero
silenziosi le vie principali, attirando su di
loro per qualche istante la curiosità
dei primi commercianti che cominciavano ad aprir
bottega, mentre il resto della gente ancora
dormiva. La Torre del Collegio si trovava su
di una collinetta dal lato opposto all'edificio
del Consiglio della Contea rispetto al centro
della Capitale, ed era circondata da un giardino,
dove numerosi alberi davano ospitalità
ai messaggeri dei Druidi. A protezione dell'entrata
un gruppo di Guardie Druidiche erano ferme sull'attenti.
Quando Terry e Varior si avvicinarono, fu loro
bruscamente intimato di fermarsi e di farsi
riconoscere.
<<Non pensavo, Maestro, che lei mancasse
da questi luoghi da così tanto. Si sono
scordati persino chi lei sia>> scherzò
Varior.
<<Purtroppo non c'è molto da essere
allegri. Almeno loro non si sono fidati delle
nostre vesti e ci hanno fermati.>> rispose
Terry, ripensando alle sentinelle che li avevano
fatti entrare nella Capitale senza nemmeno degnarli
di uno sguardo.
L'Anziano, seccato più dai loro modi
che dal non essere riconosciuto, si fece allora
avanti e con tono fermo salutò nell'antica
lingua druidica.
<<Sehamat fenyl arembath>>
Le guardie s'inchinarono subito profondamente
e si fecero da parte mentre il loro capo guarnigione
rispondeva per tutte loro.
<<Norejar thoth eloimas>>
Una volta all'interno della Torre, apprendista
e Maestro, cominciarono a salire la grande scala
che si arrotolava su se stessa come un serpente.
Giunti in cima, i due trovarono ad attenderli
il lungo e freddo corridoio che portava alla
sala del Sommo Collegio. Silenziosi vi si addentrarono
ed il frusciare delle loro vesti ruppe la quiete
di luoghi ormai da troppo tempo poco visitati.
Varior notò che, fatta eccezione per
la maestosa porta che si ergeva in fondo, nessun
altro ingresso si apriva sull'immenso corridoio.
La sua attenzione fu poi attratta dai primi
raggi del nuovo giorno che, passando attraverso
le finestre volte ad oriente, tracciavano lunghe
ferite rosse sul bianco pavimento di marmo.
Terry spiò con la coda dell'occhio il
giovane. Escludendo il giorno in cui si era
deciso il suo addestramento, era quella la prima
volta che lui si presentava al Collegio, eppure
non sembrava sentire il peso di ciò che
stavano per affrontare come, del resto, non
sembrava accusare la stanchezza causata dai
giorni trascorsi senza dormire. Una ruga di
preoccupazione, che non sfuggì a Varior,
increspò la fronte del Druido.
<<Sei troppo sicuro di te.>> disse
l'Anziano << Se vuoi parlare di fronte
al Collegio, rammenta di restare umile ed essere
accorto nel parlare. E per amor della Dea>>
aggiunse con una vena di sfinimento <<tieni
a freno i tuoi istinti>>
Varior non rispose, ma il suo sguardo velato
d'irritazione parlò per lui. Era concentrato
su quell'importante incontro. Pensava alle parole
giuste per infiammare gli spiriti di quelle
persone e per fare comprendere la reale portata
della minaccia.
Erano arrivati infine alla maestosa porta della
sala. Era di un nero profondo, tale che anche
da vicino sfuggiva alla vista, come se fosse
fatta essa stessa di ombra e non di materia.
Una forte magia l'avvolgeva e Varior ne fu intimorito.
Quell'oggetto arcano assorbiva ogni raggio di
luce e a lui, per un attimo, parve che quello
non fosse un metallo o una pietra, ma qualcosa
di vivente. Ma fu solo un secondo, un respiro
di assoluto silenzio che Terry ruppe poggiando
la mano al centro della porta e mormorando la
parola chiave. Senza emettere alcun suono, la
porta si aprì verso l'interno ruotando
su cardini invisibili. Una vasta sala rotonda
apparve alla vista di Varior, il quale notò
subito l'assenza di finestre. L'unica fonte
di luce proveniva da due imponenti lampadari
neri che pendevano dall'alto soffitto perso
nelle ombre. Al centro della grande stanza,
attorno ad un enorme tavolo circolare, sedevano
i Druidi.
I due entrarono spediti mentre le porte si richiudevano
silenti alle loro spalle. Tutti i presenti si
alzarono e salutarono i nuovi arrivati. Qualcuno
mormorava complimenti per il ritorno dalla missione,
altri invece si lamentavano per il fastidio
recato loro dalla riunione; quando si furono
seduti al tavolo nei posti loro riservati il
Sommo Asenath si alzò in piedi e prese
parola.
<<Eleakori ibildan, fratelli miei>>
<<Fey cadaleth>> risposero in coro
gli altri Druidi.
Dopo il saluto di rito continuò: <<Cosa
c'è dunque di così importante
da richiedere la riunione del Sommo Collegio
con tale urgenza?>>
Terry con volto grave prese subito la parola
e disse: <<Miei fratelli, Sommo Asenath,
voi mi conoscete e sapete che valuto col metro
dell'obiettività i problemi e non lascio
che paura o ira influiscano sul mio giudizio.
Se vi ho convocati è perché ciò
che è emerso dalla missione richiede
un'immediata valutazione. Grandi forze si stanno
riunendo alle porte della Contea. I Goblins
cambiano territorio e i Troll li lasciano stare
all'interno delle proprie zone, anzi formano
accampamenti comuni a sud della Muraglia. Sappiamo
quanto queste due razze siano ottuse e quanto
la loro reciproca bramosia ha sempre impedito
loro di unirsi, ma ora non è più
così. Ora che sembrano unirsi, formano
una massa spaventosa ed i loro bivacchi si estendono
dalla valle fino al mare>>
Il brusio si sollevò tra i Druidi ed
uno di loro ne approfittò per prendere
la parola:
<<Terry, forse il tuo giovane non è
abituato a valutare le forze del nemico. E'
ancora inesperto e avrà esagerato il
suo resoconto>>
Varior ebbe un guizzo d' ira, che riuscì
a controllare rapidamente mentre questi continuava.
<<Noi siamo a conoscenza dei movimenti
lungo il perimetro della Contea, non è
affatto una novità il passaggio di qualche
banda solitaria di Troll o di Goblins, ma sappiamo
benissimo che loro non sono capaci di organizzarsi,
soprattutto nelle quantità da te suggerite.
E' pure assurdo che pensino di attaccare la
Contea. Ogni loro aggressione in passato è
sempre stata respinta e non hanno mai rappresentato
un vero pericolo per la Capitale>>
Molti dei Druidi Anziani assentivano col capo
alle parole del loro fratello Nimor, ma Terry
non si fece intimorire dal loro comportamento
e riprese dicendo: <<Non è tutto
però. I loro movimenti e la loro organizzazione
mi portano a pensare all'esistenza di una unica
mente dietro tutto questo ed inoltre una nuova
razza mai vista prima si sta radunando sulle
rive della Baia Incantata. Si chiamano Nugul
e sono dotati di forza strabiliante, unita ad
una spiccata intelligenza istintuale. Caratteristiche
queste a dir poco allarmanti>> concluse.
<<Ridicolo!>> interruppe Nimor <<Questi
esseri di cui parli sembrano decisamente inventati!>>
concluse scoppiando a ridere e trascinando con
sè alcuni giovani membri del Collegio
suoi sostenitori.
Varior balzò in piedi gridando: <<Io
non ho inventato niente!>>
Ma prontamente Terry lo afferrò per
una spalla e lo spinse a sedere.
<<Aspettate!>> disse imperioso il
Maestro attirando su di se l'attenzione del
Collegio ancora tutta rivolta verso Varior.
<<Il mio allievo è stato fuori
dalle Mura nel territorio nemico e ha visto
con i suoi occhi la situazione. Posso garantire
per lui che non sta affatto esagerando, né
tanto meno mente. Se vi ho chiamato è
perché il motivo è grave>>
Il silenzio calò nuovamente nella sala,
Terry stava per aggiungere parole che di sicuro
avrebbero nuovamente infervorato il Collegio
e sperò tanto che Varior sarebbe riuscito
a tenere i nervi saldi. <<Dietro questa
imponente mobilitazione>> riprese a tono
basso <<si nasconde infatti il ritorno
del Dominio>>
<<Il Dominio non esiste più!>>
esclamò Nimor <<È stato
battuto!>>
<<Battuto sì, ma non annientato.
Ed ora, a quanto pare, è tornato>>
replicò Terry.
<<Tu menti!>> gridò fuori
di sé Nimor <<Vuoi solo trascinare
nel fango il Collegio!>>
Un coro di voci infervorate si sollevò.
Varior intanto, ormai fuori di se, balzò
in piedi portando la mano all'elsa della spada
ed ancor prima che potesse essere fermato nuovamente
dal suo Maestro disse:
<<Druido Nimor le tue parole non sono
degne della tua carica e saranno loro a portare
la distruzione in questo Sommo Collegio!>>
Il silenzio calò di colpo, mai prima
d'ora un Apprendista aveva osato tanto.
<<Voi dite che il Dominio è tornato>>
intervenne Asenath <<Ma che prove potete
portare a vostro favore. Sai bene Anziano Terry>>
riprese il Sommo escludendo Varior dalla discussione
<<che non possiamo dare dei falsi allarmi.
Il nostro potere si è affievolito ed
ormai non abbiamo più l'influenza di
un tempo sulla popolazione. La nostra credibilità
verrebbe minata ulteriormente da un falso allarme
e l'intero Collegio sarebbe screditato a favore
del Consiglio il quale non aspetta altro che
un nostro errore per rimuoverci del tutto dal
potere decisionale della Capitale. Dobbiamo
controllare la verità delle tue informazioni
ed essere cauti. Manderemo un Anziano nel territorio
oltre la Muraglia ad accertare lo stato delle
cose e al suo ritorno valuteremo le contromisure
necessarie>>
Nimor si alzò in piedi e disse:
<<Potremmo mandare qualcuno dei miei uomini.
Loro sanno ben distinguere qualche falò
da un accampamento>> aggiunse guardando
velenoso Varior il quale, a sentire quelle parole,
balzò nuovamente in piedi.
<<Per la Dea! Ma siete sordi?! Non vi
abbiamo forse detto che il pericolo incombe
sulle nostre teste? Cosa volete che un Troll
si presenti qui di sua volontà a riferire
il piano dell'invasione?! Io sono stato in quelle
terre! Io ho visto le infinite schiere dei nemici
che si preparavano ad assaltarci! Io ho visto
il male che si annidava nella oscurità
al di fuori delle mura! Io ho visto le nere
vele del Dominio e le loro bandiere garrire
al vento sugli alberi della nave alla fonda
nella Baia Incantata! Se vogliamo sopravvivere,
in questo momento, la nostra unica possibilità
sta nella velocità con cui prepareremo
un attacco!>>
Terry era visibilmente irato per l'azione del
giovane allievo, ma d'altra parte non poteva
disapprovare la sua posizione. Temeva la reazione
del Collegio a un simile attacco, che poteva
essere considerato come un affronto.
Asenath aveva serrato la mascella e inarcato
le folte sopracciglia bianche in segno di disapprovazione,
mentre una vena palpitava sotto la pelle rugosa
della fronte. Il silenzio era assoluto. Il suo
sguardo pungente costrinse Varior a sedersi
e a chinare il capo. Un sorriso attraversò
come gelo il viso del druido Nimor.
<<Sei stolto e avventato giovane Varior>>
disse infine <<Devi riuscire a tenere
sotto controllo le tue emozioni o non diventerai
mai un Druido.>>
Asenath fece passare qualche attimo di silenzio,
quindi continuò dicendo: <<E' necessario
che venga inviato qualcuno oltre la Muraglia
a valutare le forze del nemico, e soprattutto
a controllare se è vero quello che dici
sul Dominio. Tuttavia mandare qualcuno a controllare
la situazione ci farebbe perdere troppo tempo.
Tutto ciò che potrei fare per il momento
è allertare le Guardie Druidiche, ma
avrei bisogno di prove certe.>>
Le Guardie Druidiche, pensò Terry, non
erano stati più utilizzate dall'esilio
del Dominio ma restava pur sempre una legione
di fedelissimi stanziata a difesa della Capitale.
Forse l'unico corpo veramente preparato nel
caso di un assalto.
<<Tu cosa puoi portare a sostegno di quello
che dici?>> concluse il Sommo Druido.
<<La mia armatura parla per me.>>
rispose Varior <<Guardate.>>
Si alzò il mantello che copriva la sua
cotta la quale era lucente come se fosse stata
appena fatta grazie anche alla sua magia di
protezione. Nel punto in cui era stata colpita
invece si era formata una grossa macchia opaca
che andava corrodendo sempre più il metallo
delle maglie. Perfino Nimor per un attimo sembrò
turbato, ma subito disse: <<Per quello
che sappiamo potrebbe essere causa dell'incuria
di questo giovane. Come possiamo essere certi
della sua natura. Quell'ammaccatura non dimostra
nulla.>> concluse guardando il Sommo Asenath
<<Ha ragione Nimor, tutti noi abbiamo
una cotta scheggiata o in cattive condizioni.>>
intervenne un suo affiliato.
<<Nimor non ha torto.>> convenne
Asenath <<Ed anche se vedo che la tua
armatura è lesa nonostante sia protetta
magicamente, non posso considerare questa una
prova certa. Se riusciste a portarmi invece
l'arma che ha provocato quel danno, oppure prove
tangibili del ritorno del Dominio o dell'esistenza
di questi Nugul, allora potremmo prendere in
considerazione le vostre affermazioni. Ma fino
ad allora, che nessuno parli di quanto qui è
stato detto. Se il Dominio ha veramente ricostituito
le sue forze, allora l'ultima cosa che effettivamente
ci serve è il panico tra la gente.>>
Varior guardò esterrefatto Terry, ma
questi gli fece segno di sedersi e non parlare
più. Il giovane apprendista obbedì
ma a denti stretti mormorò: <<Porterò
io le prove di cui avete bisogno.>>
Asenath si alzò in piedi seguito dagli
altri druidi e quando tutti si furono levati
concluse dicendo:
<<La seduta è sciolta, ilam.>>
<<Ilam.>> risposero in coro tutti
gli altri Druidi che, avvolti nelle vesti bianche,
solerti si allontanarono dalla Torre come colombe
che prendono silenziosamente il volo.
Una volta in strada, Terry e Varior camminarono
a lungo l'uno accanto all'altro avvolti nelle
riflessioni. Passarono di fronte a botteghe
di alchimisti e cartomanti che con le loro lusinghe
invadevano i quartieri vicino alla Torre, sussurrando
promesse di una magia senza valore. Si mischiarono
silenti nel mercato tra le donne e gli uomini
che lo gremivano intenti nelle loro incombenze.
Sentirono i commercianti ostentare spavaldi
la loro merce: frutti dalle forme bizzarre e
invitanti, spezie che stordivano i sensi per
i loro profumi e colori, vasi e piatti di ogni
foggia e di ogni materiale, dalla rossa e povera
argilla, all'accecante argento.
Infine svoltarono in una viuzza deserta e silenziosa.
Qui Varior ruppe il rumoroso silenzio dei loro
pensieri: <<Non m'importa quello che dice
il Collegio. Io parlerò stasera con uno
dei Capitani delle Guardie Druidiche. È
un mio amico e manterrà il segreto.>>
Terry lo afferrò per un braccio e dopo
essersi assicurato che nessuno li stesse spiando
rispose:
<<Per la Dea, fa attenzione!>>
Il Druido non si sentiva affatto al sicuro ma
dopo un ennesimo furtivo controllo continuò
dicendo:
<<Tu non puoi rammentare, ma se il Dominio
è tornato, non possiamo fidarci di nessuno.>>
L'Anziano, guardando dritto negli occhi il suo
apprendista, concluse dicendo: <<Dobbiamo
essere cauti Varior>>
<<Non m'importa.>> rispose strattonandosi
e liberandosi così dalla presa del suo
Maestro <<Se il Collegio resta inerte,
io mi muoverò>>
<<Senza l'appoggio degli Anziani non potrai
mai far nulla>>
Terry sentendosi poco sicuro in quel posto decise
di spostarsi, afferrando nuovamente il giovane
per il braccio lo incitò a proseguire
nella camminata. Con tono molto più basso,
quasi un sussurro, aggiunse: <<Dobbiamo
muoverci con cautela. Senza sollevare l'attenzione
di nessuno.>> proferì voltandosi
brevemente dietro di sé. <<Dimmi,
puoi fidarti di quel tuo amico?>>
Varior rispose con sicurezza: <<Sì>>
Terry rimase in silenzio per alcuni attimi,
poi riprese dicendo: <<Allora organizza
un incontro con lui per questa sera in un posto
sicuro e riparato da occhi indiscreti. Non nominare
mai il Dominio e parlagli solo degli accampamenti.
Se lo vedi propenso a crederti, accennagli anche
dei Nugul ma soppesa bene le tue parole e le
sue reazioni. Adesso va e riposarti>>
aggiunse fermandosi al limite del vicolo che
affacciava su di una ennesima strada affollata.
<<Sta attento e guardati le spalle>>
Varior annuì e salutato il Maestro, si
mischiò rapido tra la folla. L'Anziano
diede un ennesimo sguardo alla strada appena
percorsa poi prese la direzione opposta. Quando
questi fu lontano, un'ombra scivolò via
tra le ombre del vicolo. Per un istante Terry
percepì qualcosa e si voltò arrestandosi
di scatto, ma si trattava di un debole sortilegio
troppo distante per essere seguito ed allora,
riprendendo a camminare si lasciò guidare
dal flusso di gente ancora indaffarata nei suoi
acquisti.
Mario (Topoldo) Laudonio
topoldo@hotmail.it
(...continua....)
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TERZO<<
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