La resistenza. Nient'altro che un piazzale di cemento delimitato da blocchi di roccia grigia ammassati a formare scalinate, qualche sparuta striscia d'erba giallina che striscia fra le fessure, appuntite sagome metalliche protese verso il cielo che ricordano pressappoco le saette. Il posto era nelle intenzioni dell’autore un omaggio alla resistenza e ai partigiani. Nessuno avrebbe combattuto e dato la vita se avesse saputo che sarebbe stato ricordato con un simile squallore. Eppure tutto iniziò qui.
La Resi era il sancta sanctorum di quasi tutti i musicisti della Città. Vi facevano capolino tutti, prima o poi, dai metallari agli psichedelici passando per i frequentatori del temibile conservatorio locale. Il posto era una vera e propria piccola oasi appartata fra gli sciatti turisti sciabattanti che ogni estate rubavano la Città, e i borghesi del luogo che vi trafficavano tutto l'anno pensando esclusivamente a come far soldi, possibilmente svendendo ancora un pezzettino di natura o di centro storico. Cosa non si farebbe per guadagnarsi un tozzo di pane e un'altra BMW.
Per comprendere lo spirito della Resi dobbiamo però conoscere meglio i nostri personaggi.
I variopinti abitanti della Resi si possono suddividere in alcune tipologie generali, imprecise nel caso particolare ma tuttavia efficaci nel descrivere le linee comuni al carattere dei loro appartenenti.
Osserviamoli dunque meglio durante lo svolgersi di una tipica giornata alla Resi.
I primi ad arrivare alla Resi erano i punk, solitamente i più giovani della compagnia, sempre pronti alla rissa e a pomiciare, sputare e vomitare ovunque, non necessariamente in quest’ordine. Apparivano nella tarda mattinata per fare colazione con bottiglie di Ceres, spesso avanzate dalla sera precedente, e arrivare fino a sera bivaccando, bevendo Ceres di giornata, discorrendo con vivo entusiasmo di una miriade di gruppuscoli musicali anarchici sconosciuti ai più. Erano un gruppo a sé stante che, pur vivendo in simbiosi con il resto della compagnia, conservava una innata anarchica libertà, facendoli apparire agli altri come animali selvatici migranti, in cerca di abbeveraggio o di ombra e frescura, che sparivano e riapparivano a loro piacimento e necessità.
Nel primo pomeriggio, dopo pranzo, ecco arrivare i cani sciolti, esseri che vagano dietro i loro incubi, inseguendo le cose melmose che affioravano strisciando nelle loro menti. A volte trovavano una effimera pace fra gli amici della Resi; Alessandro Acquadicane, il Nero, erano i più tranquilli, perlopiù in perenne stato semi-depressivo. Loro compagni speculari erano i pazzi, componenti destabilizzanti ma indispensabili della compagnia; esseri come il Pescatore o il Marra erano necessari e imprevedibili dispensatori di inaspettata e contorta saggezza.
Non mancavano i cosiddetti normali: il Secchione, Paolo, Billy ad esempio erano i classici ragazzi della porta accanto, dall’aspetto anonimo da bravo ragazzo ma uguali agli altri nella feroce passione per la musica. C’era sempre qualcosa da imparare, qualche gruppo strano da scoprire, un nuovo stile di suonare o qualche nuovo suono, quando si era alla Resi.
Le ragazze erano una componente immancabile della compagnia, una parte intercambiabile ma essenziale. Le Anne rappresentavano la popolazione femminile stabile, altre si vedevano per alcuni giorni, o mesi, poi sparivano, lasciando chi un bel ricordo, chi un rimpianto. Le ragazze erano la scintilla che riscaldava le serate di nebbia, quelle dove ci si rattrappiva per il freddo nei giubbotti di pelle e dove si rideva più forte del solito cercando di non pensare ad altro, al vero grigiore che c'era oltre la bruma. A dirla tutta durante i lunghi inverni quelle gelide serate erano la norma. A livello del mare l'umidità è insita nelle vibrazioni delle particelle che costituiscono gli atomi, scivola tra le molecole d'ossigeno, rende tutto più brillante, la luce stessa pare umida, ma in certe sere d'inverno è una lama puntata contro la pelle, entra in te e diventa te e tu quasi vorresti dileguarti con lei nella notte e svanire nell'oscurità. (continua)
___________________________________
Tratto da: REUNION
Copertina flessibile: 289 pagine
Editore: Brè Edizioni (22 gennaio 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832093847
ISBN-13: 978-8832093841
Dio è tornato. Ma non è come lo aspettavate…
Stanco di un mondo imperfetto e di essere bombardato ogni giorno da notizie di violenza e orrori, il giovane musicista Drago Ozelot, nell’ideale, surreale tentativo di creare bellezza e amore, inventa il Devil, [Dispositivo Emozionale Variabile Intra Limbico], un congegno che altera la percezione della realtà in chi ne viene colpito, e lo sperimenta sugli spettatori dei suoi concerti, con esiti sorprendenti. Viene scambiato per un nuovo Messia! E inizia a parlare come… Dio. Dopo aver spodestato dal Vaticano il suo legittimo occupante, attraverso il Devil e le Riunioni televisive, Drago ipnotizzerà la popolazione mondiale, incarnerà il Dio Senzanome e plasmerà il mondo a sua immagine e somiglianza, imponendo all’umanità i nuovi comandamenti, costringendola a essere felice e a vivere in pace e letizia, nei secoli dei secoli. Fino a che… venite a scoprire il clamoroso finale!
L’autore: Dario M. Vergari nasce a Pesaro. Dopo studi scientifici muove i primi passi nel mondo artistico come compositore, tastierista e cantante del gruppo new wave The Drivers, per poi intraprendere la strada del musicista solista. Esperto fotografo e fin dai primordi dell’informatica appassionato di computer ed elaborazioni grafiche, si dedica ai viaggi e alla conoscenza di altre culture. Negli ultimi anni è stato occupato a scrivere racconti, parlare con i gatti, comporre musica e lavorare alla sua più grande impresa: la propria famiglia.
Il libro può essere acquistato dal sito dell'editore: https://breedizioni.com/libri/revnion/
La versione integrale del romanzo in formato audio è disponibile su YouTube e sul sito di Progetto Babele (Audiolibri) per gentile concessione dell'autore.