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Diossido guidava per le colline come faceva sempre quando si annoiava o doveva riflettere. Il paesaggio al tramonto con il sole basso e rosso lo distraeva dalla noia. Era l’ultimo uomo al mondo, come nei film di fantascienza che gli piacevano da bambino, l’ultimo essere pensante in un mondo di decerebrati. La cosa lo irritava, era disgustato dalla sua impotenza, soprattutto temeva di dover riconoscere che in fondo Drago aveva vinto. Ovunque era andato aveva trovato solo gente sorridente, persino felice; quando camminava ombroso per le strade chi lo vedeva gli sorrideva, gli ammiccava con una smorfia per rallegrarlo, e naturalmente la cosa non faceva che indispettirlo ancora di più. Spesso quando era di umore più cupo del solito rispondeva ai saluti sputando addosso ai malcapitati, ma questi non se ne davano pena, e anzi iniziavano a ridere e sputarsi fra di loro provocando infine un diluvio di saliva. Diossido, umido e umiliato, aveva più volte abbandonato il campo fra le risate degli altri che si divertivano deliziati da quel nuovo gioco. Ultimamente il suo aspetto era peggiorato, aveva iniziato a trascurarsi, ormai erano un paio di mesi che non si tagliava la barba. Quando parlava da solo, cosa che succedeva sempre più spesso, era più per capire se era ancora in grado di articolare qualche parola che per esprimere davvero qualcosa. Vagava senza meta per la maggior parte del tempo, a volte si fermava sulla collina a guardare da lontano i lavori che procedevano senza sosta giorno e notte. A volte si addormentava seduto sul terreno con la schiena appoggiata a un albero, quando si svegliava di soprassalto non riusciva mai a ricordare i suoi incubi e inciampava frenetico fra i cespugli nella notte fino a trovare rifugio in macchina per ascoltare un po’ di musica che lo aiutasse a non pensare troppo. A casa sua gli scorpioni erano usciti dal terrario e avevano trovato più favorevole dimora negli interstizi dei mobili in cucina, erano floridi e felici. Spesso facevano insieme lo spuntino di mezzanotte quando, tornato a casa, li trovava intenti a frugare tra le provviste e le immondizie. Meglio così, pensava, anche loro hanno diritto alla loro libertà. Quel giorno, mentre guidava, la palla rossa del sole all’orizzonte gli era sembrata per un attimo il pallone da basket che il Marra proiettava contro il muro del campetto con cocciuta ostinazione da pennuto. Era rimasto a osservarlo nascosto in disparte tutto il pomeriggio. Il Marra non aveva fatto altro che stare tutto il tempo in piedi sotto il sole e tirare ripetutamente la palla contro il muro senza muoversi di un solo centimetro dalla sua posizione. Si era andato lentamente ricoprendo di sudore fino a che parve emergere dall’involucro sciolto la sua vera forma da volatile, un vecchio condor forse, o un avvoltoio calvo. Mentre Diossido lo osservava al riparo di alcune piante si chiedeva chi fosse più pazzo, il pazzo o chi lo sta a guardare? Gli era salita una gran malinconia senza che gli venisse in mente un possibile rimedio e aveva preso la macchina ansioso di vedere il mondo scorrere dai finestrini come in un film. Quando se ne era andato il Marra era ancora lì e non si sarebbe stupito affatto se l’avesse trovato anche l’indomani. Ora teneva mollemente le mani sul volante mentre le morbide onde d’erba adagiate come una coperta a scacchi sulle pendici della collina gli riempivano lentamente l’animo di una ignota calma. Aveva voglia della compagnia dei suoi simili, ma di suoi simili ormai non c’erano che quei due. Aveva quasi voglia di arrendersi alla sconfitta e, cosa alquanto insolita, quasi gli andava di ascoltare un blues.
(continua)
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Tratto da: REUNION
Copertina flessibile: 289 pagine
Editore: Brè Edizioni (22 gennaio 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832093847
ISBN-13: 978-8832093841
Dio è tornato. Ma non è come lo aspettavate…
Stanco di un mondo imperfetto e di essere bombardato ogni giorno da notizie di violenza e orrori, il giovane musicista Drago Ozelot, nell’ideale, surreale tentativo di creare bellezza e amore, inventa il Devil, [Dispositivo Emozionale Variabile Intra Limbico], un congegno che altera la percezione della realtà in chi ne viene colpito, e lo sperimenta sugli spettatori dei suoi concerti, con esiti sorprendenti. Viene scambiato per un nuovo Messia! E inizia a parlare come… Dio. Dopo aver spodestato dal Vaticano il suo legittimo occupante, attraverso il Devil e le Riunioni televisive, Drago ipnotizzerà la popolazione mondiale, incarnerà il Dio Senzanome e plasmerà il mondo a sua immagine e somiglianza, imponendo all’umanità i nuovi comandamenti, costringendola a essere felice e a vivere in pace e letizia, nei secoli dei secoli. Fino a che… venite a scoprire il clamoroso finale!
L’autore: Dario M. Vergari nasce a Pesaro. Dopo studi scientifici muove i primi passi nel mondo artistico come compositore, tastierista e cantante del gruppo new wave The Drivers, per poi intraprendere la strada del musicista solista. Esperto fotografo e fin dai primordi dell’informatica appassionato di computer ed elaborazioni grafiche, si dedica ai viaggi e alla conoscenza di altre culture. Negli ultimi anni è stato occupato a scrivere racconti, parlare con i gatti, comporre musica e lavorare alla sua più grande impresa: la propria famiglia.
Il libro può essere acquistato dal sito dell'editore: https://breedizioni.com/libri/revnion/
La versione integrale del romanzo in formato audio è disponibile su YouTube e sul sito di Progetto Babele (Audiolibri) per gentile concessione dell'autore.
©
Dario Vergari
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