Progetto Babele 20 - Vampiri di Carta
Maggio 2024
Monumentale monografia su un tema
letteralmente (e letterariamente) immortale.
167 pagine di storie, articoli, saggi e recensioni.
124'134 parole, 762'745 caratteri.
Si parla di: Bram Stoker, Joseph Sheridan Le Fanu, Lord Byron, Polidori, Mary Shelley, Murnau, Bela Lugosi, Nosferatu, Christopher Lee, Dracula, Carmilla e Varney The Vampyre, di Villa Diodati e del vulcano Tambora…
Racconti di: Pasquale Francia, Fabio Calabrese, Andrea Coco, Gordiano Lupi, Giuliano Giachino, Massimiliano Marconi, Vittorio Baccelli e Giovanni Buzi
Traduzioni: L’ospite di Dracula, di Bram Stoker e Il gioco piů pericoloso di Richard E. Connell
…e con un contributo di Chelsea Quinn Yarbro.
Dall'editoriale:
Moglia 01/05/2024
Ecco un editoriale che... ormai non pensavo più di scrivere.
Per una serie interminabile di eventi (che non sarebbero di alcun interesse per il lettore), infatti, la pubblicazione di questo numero della rivista è stata rimandata per oltre dieci anni.
In realtà, essendo passato tanto tempo, sono stato più volte in dubbio sull'opportunità o meno di una pubblicazione ma, alla fine, i vampiri hanno prevalso.
Dopotutto, luce del sole permettendo, loro sono immortali. Che differenza fa, per chi non può morire, un decennio o due? Dracula, Carmilla, Varney sono “attuali” oggi come lo erano dieci anni fa. E’ questo, in fondo, il vantaggio di avere a che fare con classici letterari (e poeti estinti).
Ed anche la carta, sulla quale vivono (si fa per dire) le loro sanguinose avventure, pur se non eterna, attraversa i secoli senza grossi problemi.
Peccato che lo stesso non si possa dire per gli autori, né per i redattori, come me. Degli amici con i quali, oltre vent'anni fa, ho iniziato l'avventura di Progetto Babele, molti, purtroppo, già mancano all'appello. Alcuni per ragioni anagrafiche altri… perché la vita ha un curioso senso dell’umorismo, come ben sa chi bazzica le biografie dei poeti estinti. Anche in questo caso, mi sono chiesto se fosse o meno opportuno includere comunque i loro scritti.
Ma, il dubbio è durato un'istante.
Peggio della morte, c'è solo l'oblio. E' per questo che si scrive, in fondo. Per mettere qualcosa al riparo dalla morte. “Travaillons sans raisonner, dit Martin ; c'est le seul moyen de rendre la vie supportable.”, (...) - (continua)
|