Eric Arthur Blair (vero nome di G.Orwell) nasce il 25 Giugno 1903 a Motihari, sul confine tra India e Nepal, da una famiglia britannica di diplomatici e militari di origine scozzese. "Nobiltà senza terra", come la definirà lui stesso ricordando l'impegno con cui il padre anglo-indiano cercava di conciliare povertà e necessità di salvare le apparenze. Rimarrà in India fino al 1907, anno in cui la famiglia decide di rientrare in patria stabilendosi nel Sussex. Brillante ma svogliato negli studi (ebbe a dichiarare di aver sentito la vocazione di scrittore all'età di cinque anni e di essersi concentrato, da allora, soltanto su quella), si iscrive al collegio St. Cyprian di Eastbourne dove per anni subirà snobistiche umiliazioni da parte dei compagni di studio (si veda il saggio autobiografico "Such, Such were the Joys" del 1947). Nel 1917 viene ammesso all'Eton College, che frequenta per quattro anni, e dove ha per insegnante Aldous Huxley (grande esponente della letteratura distopica), alle cui opere forse si ispirerà in parte per la stesura di "1984". Nel 1922 si arruola nella polizia indiana e presta servizio a Burma (Birmania). Disgustato dal sistema imperialistico che egli stesso è costretto ad imporre, nel 1928 si dimette e ritorna a Londra dove inizia a studiare letteratura da autodidatta. Ispirato all'esperienza di questo periodo è il successivo romanzo "Giorni in Birmania" (del 1934). Naturalmente irrequieto, si trasferisce a Parigi, dove, per sopravvivere, lavorerà come sguattero e lavapiatti. Iniziano in questo periodo a svilupparsi le sue idee politiche ed, in particolare, il disprezzo per le elite nullafacenti, siano essere aristocratiche o bohemien. Idee che si concretizzeranno nella forma di un socialismo di tipico stampo anglosassone.
A Parigi scrive il primo romanzo, intitolato "Senza un soldo a Parigi e Londra (1933)" e pubblicato con lo pseudonimo di George Orwell, è l'inizio di una magnifica carriera letteraria che si consolida con "La figlia del reverendo" (1935) e "Fiorirà l'aspidistra" (1936) - ispirato alle miserie dei suoi primi anni in Inghilterra. Rientrato in patria nel 1929, lavora prima come insegnante elementare (ma deve dimettersi nel 1932 per motivi di salute) e poi come commesso part-time in una libreria e, contemporaneamente, come critico di romanzi per il New English Weekly. Da un'indagine condotta sulle condizioni di vita dei minatori nel nord dell'Inghilterra, nasce il durissimo "La strada per Wigan Pier" (1937).
Nel 1936, ormai molto noto come giornalista, attivista politico ed opinionista, Orwell si sposa con Eileen O'Shaughnessy, sua compagna da un anno.
Alla fine del 1936 parte per Barcellona, con l'intento di scrivere un articolo sulla Guerra Civile spagnola ma, una volta giunto in territorio iberico, prende contatti con una frazione marxista e decide di arruolarsi combattendo agli ordini del Partito Operaio di Unificazione Marxista (P.O.U.M. Partito Obrero de Unificacion Marxista d'ispirazione trotzkista). Ferito al collo sul fronte aragonese da un cecchino franchista, rientra a Barcellona ma qui scopre che, con il prevalere della linea del Fronte Popolare e del partito comunista nel governo repubblicano, il Poum e gli anarchici sono dichiarati fuorilegge e Orwell si trova costretto a riparare in Francia con la moglie. Pur rimanendo per tutta la vita un socialista convinto, l'aver toccato con mano gli errori (e gli orrori) del comunismo realizzato in Unione Sovietica, lo trasforma in un convinto antisovietico e antistalinista, portandolo alla rottura con gran parte della sinistra europea di quegli anni.
"Ogni riga di ogni lavoro serio che ho scritto dal 1936 a questa parte è stata scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e a favore del socialismo democratico, per come lo vedo io.", scriverà nel 1946. Nel 1939 scopre di essere ammalato di tubercolos e si trasferisce in Marocco, dove completa la stesura di "Una boccata d'aria" (1939) e comincia a lavorare a "La fattoria degli animali".
Durante la Seconda Guerra Mondiale, respinto dall'esercito regolare per motivi di salute, si arruola nelle milizie territoriali della Home Guard, con il grado di sergente (1940). Contemporaneamente, cura per la BBC una serie di trasmissioni propagandistiche rivolte all'India. Nel 1941 pubblica il saggio " Il leone e l'unicorno: il socialismo e il genio inglese" e collabora alle riviste Poetry London, New Statesman and Nation e Horizon. Nel Novembre del 1942 abbandona la Home Guard per dirigere il settimanale socialista "Tribune".
Nel 1944 termina "La fattoria degli animali" ma, per le allusioni chiaramente critiche all'allora alleato Sovietico, il libro viene inizialmente rifiutato da numerosi editori (uscirà solo al termine della guerra, nel 1945), a Giugno dello stesso anno adotta il piccolo Richard Horatio Blair e parte per la Francia come corrispondente di guerra per conto dell'Observer. Nel 1945, a seguito di un intervento chirurgico, muore la moglie Eileen, per Orwell è un colpo durissimo. Nel 1947 si trasferisce con il figlio a Jura nelle isole Ebridi, ma il clima inclemente peggiora ulteriormente le sue condizioni di salute. Nel 1948 sposa in seconde nozze Sonia Bronwell, redattrice di Horizon, e termina la stesura di "1984", probabilmente il suo libro più famoso, meditazione rigorosa e profetica sugli esiti estremi del processo di globalizzazione capitalistica. Ricoverato a Londra per una nuova crisi, vi morirà il 21 gennaio 1950 a soli 47 anni. (M.R.Capelli)
Bibliografia (romanzi):
Senza un soldo a Parigi e Londra (Down and Out in Paris and London, 1933)
Giorni in Birmania (Burmese Days, 1934)
La figlia del reverendo (A Clergyman's Daughter, 1935)
Fiorirà l'aspidistra (Keep the Aspidistra flying, 1936)
La strada di Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937)
Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938)
Una boccata d'aria (Coming Up For Air, 1939)
La fattoria degli animali (Animal Farm, 1945)
1984 (Nineteen Eighty-Four, 1948)
Una storia da fumoir (incompleto) (A Smoking-Room Story, 1949)
Fonti: Wikipedia.org, Enciclopedia Universale Garzanti.
« Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto.» (George Orwell)