1976:
inizia la lenta contrazione delle testate Marvel-Corno.
Chiudono "
Hulk e i Difensori"
e "
Conan e Ka-Zar", entrambe
col n.44; chiude anche "
Il Corriere della
Paura" (per essere sostituito immediatamente
da "Dracula") e calano le vendite per
tutte le altre testate. Anche nel 1976 il prezzo
delle testate Corno subì il consueto aumento
del prezzo di copertina passando da 300 a 350
Lire, aumento che servì a coprire i costi
aggiuntivi dovuti alla forte svalutazione. Passiamo
ora ad osservare i fatti salienti delle varie
serie.
L'Uomo Ragno rimase la testata più solida
per tutto l'anno, presentando oltre alle storie
dell'arrampicamuri (con le due testate Amazing
Spiderman e Marvel Team-Up) anche
diverse storie di Iron Man disegnate per lo
più dal buon George Tuska. Ci fu anche
il ritorno di Devil, con un ciclo di storie
realizzate da Bob Brown, mentre in appendice
tornò Morbius (che per l'occasione era
disegnato da un grande matitista dal tratto
distorto quanto affascinante: Frank Robbins);
al termine della saga di quest'ultimo personaggio
iniziò quella altrettanto appassionante
dell'Uomo Lupo, vale a dire il figlio di J.J.
Jameson (i primi episodi videro ancora una volta
George Tuska alle matite). Nel complesso ancora
una buona testata, anche se di qualità
inferiore a quello che si era visto negli anni
precedenti. Torniamo per un attimo al ragnetto
solo per dire che in questo periodo, alle sue
serie già citate, si affiancò
brevemente una collana trimestrale di grande
formato (Giant Size Spiderman), realizzata da
un buon Ross Andru, ma nel complesso non eccezionale.
Per qualche esempio vedere su Uomo Ragno nn.155,
165, 170 e 173. Dal punto di vista delle storie
da segnalare la seconda apparizione del Punitore
proprio sul n.173.
La testata dedicata al fantastico quartetto
rimase invece a ottimi livelli qualitativi tutto
l'anno. I Fantastici Quattro, realizzati
prima da John Buscema, poi dal duo Buckler-Sinnott
(ma si dice che Rich Buckler fosse aiutato in
quel periodo da un apprendista dotato di un
talento straordinario, tale George Perez...
che ne dite, si è fatto conoscere poi?),
furono travolti da una serie di drammi: Crystal
abbandonò Johnny Storm per Quicksilver
che poi sposò nello storico n.150; arrivò
la prima crisi coniugale per Reed e Sue, che
minacciò di concludere il loro matrimonio
con un divorzio ed allontanò Sue dal
quartetto per diversi episodi (fu sostituita
dall'Inumana Medusa): fu tutto risolto, infine,
nel n.148 per merito di Sub-Mariner,
insolito alleato dei Quattro dopo averli minacciati
più volte. La serie di Namor arrivò
mestamente al capolinea dopo 72 episodi, complice
un orrendo Don Heck a storpiare il Sub-Mariner
ed amici; a nulla valse l'intervento di un dignitoso
George Tuska negli ultimi episodi. Da segnalare
una buona sequenza di storie con avventure della
Torcia e della Cosa da soli (tratte da Marvel
Team-Up, Marvel Feature e Marvel Two-in-One):
si tratta di materiale ottimo, realizzato per
lo più da artisti del calibro di Gil
Kane e Jim Starlin. Sempre Starlin è
l'autore (testi e disegni) degli episodi di
Capitan Marvel che concludono la prima saga
di Thanos: tale saga, su F.Q. nn.140-144, è
stata da noi ristampata su Play Book n.11 (La
vita di Capitan Marvel). Ultima segnalazione
per il Namor degli anni '50, realizzato dal
compianto Bill Everett, su F.Q. nn.146-150.
Per la testata dedicata a "Thor e i
Vendicatori" l'anno cominciò
decisamente male sotto il profilo della qualità.
Le matite di John Buscema non riuscirono a dare
linfa alle storie di Thor e taccio per decenza
la mia opinione sul contributo di Don Heck alle
storie dei Vendicatori. Tuttavia durante l'anno
le cose migliorarono: Joe Sinnott arrivò
ad inchiostrare Thor, e ben presto John Buscema
cedette il compito a Rich Buckler, che si presentò
con un tratto che imitava fortemente il grande
Kirby. Per i Vendicatori arrivò il duo
Buscema-Cockrum e poi Sal Buscema ad illustrare
una sequenza di storie scritte da un Englehart
in ottima forma (non sarebbe poi più
riuscito ad uguagliarsi): l'avvento della Madonna
Celestiale, il sacrificio dello Spadaccino,
le avventure nel limbo di Immortus e le rivelazioni
sulle origini della Visione e dei suoi legami
con la Torcia Umana originale sono tutte storie
indimenticabili. Segnalo infine che a partire
dal n.139 Secchi, costretto a mantenere la periodicità
quattordicinale, cominciò ad alternare
nell'albo la presenza di Thor e dei Vendicatori
inserendo in appendice le storie del Figlio
di Satana: ottimo il suo esordio per merito
di Herb Trimpe, meno buono in seguito a causa
di un Jim Mooney troppo statico.
Su Capitan America Secchi risolse il
problema di dover sostituire gli X-Men
con altri personaggi ripescando due eroi che
da qualche tempo languivano in naftalina:
Luke Cage (dal n.77 al n.94), proveniente
degli A.S.E., e Ghost (dal n.95 in poi),
proveniente dalla defunta testata di Devil.
Se da una parte abbiamo storie di Cap discrete,
realizzate prima da Sal Buscema e poi da un
vecchio drago come Frank Robbins, con saghe
importanti come quella del Segreto Impero (Capitan
America nn.81-87) e quella in cui abbandona
la sua identità segreta per divenire
Nomad (nn.88-95), dall'altra abbiamo un Luke
Cage per lo più scadente, mai brillante
dal punto di vista grafico (nè Tuska,
nè Billy Graham nè tanto meno
Ron Wilson seppero dargli quel qualcosa di più),
seguito da un Ghost che, persa l'atmosfera horror
datagli da Mike Ploog (il suo primo disegnatore),
era ancora alla ricerca di una caratterizzazione
credibile. Nel complesso una testata così
così, che cominciò a perdere inesorabilmente
lettori.
Come ho già detto all'inizio di quest'articolo,
"Conan e Ka-Zar" terminò
la sua corsa col n.44. Fu un vero peccato perchè
la testata pubblicava materiale buonissimo.
Conan, oltre che con le storie provenienti dalla
testata americana omonima, fu presente con "Savage
Sword of Conan", testata b/n ricolorata,
in verità con ottimi risultati, dai grafici
della Corno. Memorabili i nn.29-30 con la riduzione
di "Chiodi Rossi", recentemente ristampata
dalla Comic Art in un albo speciale, ma tutti
i successivi sono stupendi. Dopo brevi apparizioni
del Colosso Vivente e di Golem (due personaggi
ora dimenticati), tornò anche Ka-Zar
(con storie ricolorate tratte dal b/n Savage
Tales) ed arrivò contemporaneamente Killraven,
personaggio appartenente alla linea temporale
che porterà al futuro dei Guardiani della
Galassia, ispirato al romanzo "La guerra
dei mondi" di H.G. Wells e realizzato ottimamente
prima da Neal Adams e poi da un buon Herb Trimpe,
passando per un episodio di Howard Chaykin,
allora agli esordi.
Col n.44 chiuse i battenti anche la testata
dedicata a "Hulk e i Difensori". Dal
lato grafico abbiamo Herb Trimpe alle matite
della serie dedicata al gigante di giada e Sal
Buscema a realizzare le storie dei Difensori.
Assente per tutto l'anno invece il Dottor
Strange. Dal lato delle storie ricordiamo
il n.33 con la storica "prima" dei
Guardiani della Galassia, ed i nn.41-44 con
l'incontro tra i Difensori e gli stessi Guardiani,
in cui viene narrata la storia futura della
Terra. Da segnalare che l'albo, dal n.34 al
n.40 si trasformò in un "tutto Hulk",
visto che la serie dei Difensori era molto avanti
cronologicamente, ed esisteva al contrario molto
materiale del vecchio pelleverde. Fu probabilmente
questo fatto, visto che il mostro di giada non
ha mai raccolto molte simpatie in Italia, ad
affossare definitivamente la testata che, comunque,
non era realizzata male ed aveva presentato
molte buone storie.
La collana b/n dedicata a Shang-Chi
proseguì senza particolari modifiche
per tutto l'anno proponendo ottime storie del
figlio di Fu-Manchu disegnate per lo più
da uno straordinario Paul Gulacy, con interventi
di un buon Rudy Nebres e di un più ordinario
Sal Buscema. In appendice, come al solito, I
Figli della Tigre che vantavano l'apporto alle
matite di George Perez il quale, sebbene alle
prime armi, era già una sicurezza. Soltanto
nel n.24 esordisce Iron Fist, ma di lui parleremo
nel prossimo capitolo.
L'altra serie a chiudere fu "Il Corriere
della Paura", col n.22. Fu però
una chiusura per modo di dire perchè
il mese successivo approdò nelle edicole
un nuovo b/n: Dracula. Cosa era accaduto?
Semplicemente si erano esaurite le scorte di
materiale di Fratello Voo-Doo e di
Simon Garth ed i suoi Zombie: restava per
lo più materiale dedicato al principe
dei vampiri e perciò fu naturale rinominare
la testata dedicandola a lui. Fu però
un tentativo alquanto sfortunato perchè
la nuova serie durò solamente 18 numeri.
Evidentemente l'horror non era molto gradito
tra i Marvel-fan.
Resta lo spazio per dare un breve cenno a "L'Uomo
Ragno Gigante", serie cronologica con
formato GN e 64 pagine a colori, che presentava
le ristampe delle avventure dell'arrampicamuri
in stretta sequenza cronologica. La serie ebbe
un discreto successo e durò ben 93 numeri:
la chiusura avvenne solo pochi mesi prima del
fallimento della Corno.
Esordì quell'anno anche "Super-Fumetti
in Film" strana serie formato comic-book,
di volumetti a 160 pagine in b/n, trimestrale,
con lo scopo di presentare al pubblico serie
Marvel e non che avessero avuto una trasposizione
cinematografica. Durante il 1976 apparvero le
riduzioni by Marvel di Doc Savage (nel
n.1) e del "Pianeta delle scimmie"
(nel n.3).
Un breve cenno anche allo speciale "Superman
contro l'Uomo Ragno", il primo dei
tre albi speciali prodotti dalla Corno, col
primo cross-over Marvel/D.C. Oggi è un
pezzo molto raro ma la storia non è un
granchè.
A cura di Marco Rufoloni
marco.rufoloni@casaccia.enea.it
>>Progetto Babele
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