Il 1977 fu un anno interlocutorio: non
vi furono nuove testate Marvel (a parte Devil
Gigante che però era una ristampa); la
Corno si limitò a lanciare due quattordicinali
con materiale DC (Kamandi e Il Soldato
Fantasma). Alla fine dell'anno poi chiuse
Dracula (di cui abbiamo parlato nella
scorsa puntata) e persino Capitan America.
Il 1977 fu però l'anno che inaugurò
la nuova impostazione delle testate Corno che,
dalle parole dello stesso Secchi, presentarono
in ogni albo 3-Super-Eroi-3. Questo significava
che in ogni albo (di 48 pagine) sarebbero state
ospitate due storie complete più un terzo
personaggio con storie spezzate. Facciamo ora
il punto della situazione testata per testata.
L'Uomo Ragno continua ad essere la testata
più solida della Corno grazie anche al
fatto che proprio in quel periodo erano apparsi
in televisione i cartoni animati del nostro
eroe (c'è qualcuno che si ricorda di
Super-Gulp?). Alla serie più modesta
Marvel Team-Up (realizzata da un Sal
Buscema così così) si affiancano
le trame più che discrete di Amazing
Spiderman, ordite da Gerry Conway e realizzate
da un ottimo Ross Andru. Il tutto ruota intorno
al ritorno in scena di Gwendy Stacy (anche se
poi si scoprì che si trattava solo di
un clone della vera Gwendy, creato dal Professor
Warren, alias lo Sciacallo), proprio nel momento
in cui il buon Peter sembrava aver dimenticato
il suo primo amore per la rossa Mary Jane.
Per quanto riguarda i comprimari possiamo suddividere
l'annata in due periodi. Il primo, fino al n.185,
vide affiancato all'arrampicamuri un Iron Man
discreto, realizzato per lo più da George
Tuska e da un dignitoso Herb Trimpe, e le storie
dell'Uomo Lupo, disegnate da uno strepitoso
George Perez. Il secondo, a partire dal n.186,
vide il ritorno di Hulk dopo la sfortunata parentesi
editoriale della sua testata personale: Herb
Trimpe continuò ad illustrare brillantemente
la carriera del vecchio pelleverde passando
per episodi veramente storici, come la conclusione
della prima saga di Warlock (UR nn.188-190)
e la prima apparizione di un mutante che avrebbe
avuto un successo davvero sensazionale. Sto
parlando naturalmente di Wolverine, che potete
ammirare su UR nn.192-194. Accanto ad Hulk poi
continuò le sue avventure il Diavolo
Rosso in un gruppo di storie opera di Bob Brown
e Klaus Janson: dal punto di vista grafico,
secondo la mia opinione, si tratta delle storie
più scadenti di tutta la carriera di
Devil. Una citazione speciale poi per lo storico
n.200 di questa testata che vide accanto ad
un episodio di Marvel Team-Up con ospite Killraven,
il primo dei due "What If" pubblicati
dalla Corno (l'altro è su Fantastici
Quattro n.209): una bella storia che esamina
cosa sarebbe accaduto se l'Uomo Ragno si fosse
unito ai Fantastici Quattro.
Parlando del fantastico quartetto, vista la
pericolosa vicinanza della data di copertina
tra le storie pubblicate in Italia e gli originali
americani, Secchi cominciò, a partire
dal n.151 della testata, ad alternare come storia
d'apertura dell'albo le collane Fantastic
Four e Marvel Two-in-One. Alla prima,
ben scritta e magistralmente disegnata dal trio
Roy Thomas - Rich Buckler - Joe Sinnott (spicca
per eccellenza la trilogia con protagonisti
Silver Surfer ed il Dottor Destino sui nn.165-167),
si contrappone la seconda, con trame più
semplici e disegni piuttosto scadenti, ma importantissime
dal punto di vista della continuity: molti personaggi
videro l'epilogo delle loro gesta proprio su
queste pagine, come per esempio Golem (n.157).
Dividono inoltre le pagine della testata prima
Capitan Marvel (realizzato da un Al Milgrom
in ottima forma, davvero irriconoscibile rispetto
ai lavori attuali), poi, dopo un episodio del
Sub-Mariner tratto dal mensile Marvel Spotlight,
dall'insolita accoppiata Sub-Mariner / Dottor
Destino. A partire dal n.172 l'onore di accompagnare
i Fantastici Quattro va al Warlock di
Jim Starlin che abbiamo recentemente ristampato
in Play Book nn.31-32. In appendice poi furono
pubblicate le avventure di Skull l'Uccisore,
un reduce del Vietnam che guida nella preistoria
i sopravvissuti di un disastro aereo causato
dalla distorsione temporale del triangolo delle
Bermude. La serie durò solo 8 episodi
e terminò l'anno successivo nella serie
Marvel Two-in-One. A sostituire Skull, nel n.173,
arrivò il serial degli Inumani, opera
ancora una volta del grande Perez. A mio parere
il livello della testata si mantenne comunque
ottimo per tutto l'anno.
La testata dedicata a Thor e i Vendicatori
alternò le avventure del Dio del Tuono
e del gruppo più possente della Terra
quale storia d'apertura dell'albo. Se nel primo
semestre dell'anno abbiamo un Thor finalmente
mitico anche nel disegno, con un John Buscema
finalmente all'altezza della situazione (per
merito delle chine di Joe Sinnott), con avventure
indimenticabili quali la prima apparizione del
Panteon egizio (nn.157-158) ed il viaggio nel
futuro in compagnia di Zarrko (nn.159-162),
nel secondo semestre assistiamo al ritorno dei
Vendicatori che, dopo qualche episodio non eccezionale
disegnato da George Tuska, presero il volo per
merito di George Perez con un ciclo di storie
(nn.167-172) che vide i nostri eroi alle prese
con lo Squadrone Supremo e la Corona del Serpente
in una serie di avventure che li vide proiettati
addirittura nel Far West. Comprimari di Thor
e i Vendicatori furono prima il figlio di Satana
(che dopo le storie provenienti dal mensile
Marvel Spotlight, vide pubblicate quelle estratte
dal proprio mensile: per qualche ragione oscura
il n.8, il conclusivo, di quest'ultima serie
non venne mai pubblicato dalla Corno ed è
perciò tuttora inedito) e poi il bellissimo
serial della Pantera Nera: a partire dal n.160
si dipanano le vicende di T'Challa, scritte
da un lirico ed intenso Don McGregor, alle prese
col perfido Killmonger. In appendice invece
arriva Ka-Zar, dopo la chiusura dell'albo
che condivideva con Conan: anche questa serie
si interruppe lasciando inedito un numero originale
(il n.20, che avrebbe dovuto presentare anche
la conclusione dell'avventura in corso di pubblicazione),
vale la pena di sottolineare l'ottimo lavoro
di Val Mayerick nei numeri finali. A sostituire
Ka-Zar arrivò infine dal n.173 il Golia
Nero, sfortunato protagonista di una serie brevissima
(solo 5 episodi!). Nel complesso un albo che
si mantenne ad alti livelli.
Cattive notizie invece per la testata di Capitan
America: la serie chiuse infatti col n.128
all'inizio del 1978. Il motivo della chiusura
fu ufficialmente imputato alla scarsità
di materiale originale dedicato al Capitano
e quindi l'impossibilità di mantenere
la periodicità quattordicinale. Il fatto
che recentemente alle storie di Capitan America
si fossero affiancate quelle degli Invasori
(il gruppo in cui il Capitano aveva militato
durante la seconda guerra mondiale) e quindi
vi fossero a disposizione due storie mensili
anzichè una sola mi induce a credere
che il vero motivo della chiusura fossero le
vendite scarse del quattordicinale. A dispetto
di questo fatto la testata, nel suo ultimo anno
di vita aveva presentato materiale veramente
ottimo. Capitan America, finito il periodo Robbins
col n.104, passò nelle geniali mani di
Jack Kirby, di ritorno alla Marvel dopo
l'esperienza alla D.C. Unico difetto di queste
storie è l'ambientazione fantascientifica,
non adatta al personaggio, ed il fatto che il
"King" ignorò completamente
i comprimari abituali di Cap. Alternate a quelle
del Capitano furono poi le storie del già
citato gruppo degli Invasori, realizzate ancora
una volta da Frank Robbins, disegnatore geniale
dal tratto originalissimo e per questa ragione
snobbato dai ragazzini di allora. A tenere compagnia
al nostro eroe tanti comprimari: cominciamo
da Ghost, passiamo per Luke, alias Power Man,
per arrivare all'esordio del gruppo dei Campioni
(il primo super-team con sede a Los Angeles)
ed all'attesissimo ritorno degli X-Men
con le storie della seconda genesi (a partire
dal n.114). Tutte storie più che degne
che però non riuscirono a mantenere in
vita l'albo. Il motivo della chiusura? Probabilmente
la crisi economica, ma più semplicemente
ritengo che il gusto dei lettori stava mutando,
ed il grande successo dei robot giapponesi che
cominciarono la loro invasione proprio in quel
periodo ne è la riprova.
Passiamo ai mensili in b/n: come già
detto chiuse Dracula col n.18, mentre continuò
con discreto successo la serie di Shang-Chi,
maestro del Kung-fu. I numeri dal 25 al
36 presentarono materiale di buona qualità,
in particolare di Paul Gulacy (su Shang-Chi),
John Byrne (su Iron Fist, con testi di Chris
Claremont) e George Perez (sul serial dei Figli
della Tigre che, nel frattempo, aveva mutato
titolo e protagonista ne "La Tigre Bianca").
Da citare brevemente infine la serie cronologica
di ristampe dedicata al Diavolo Rosso "Devil
Gigante", che sopravvisse 40 numeri, ed
il secondo dei tre speciali della Corno: questa
volta si tratta di "2001: Odissea nello
Spazio", riduzione a fumetti del film
omonimo di Stanley Kubrick, disegnata in maniera
stratosferica dal grande Kirby. Breve menzione
anche per i due volumi rilegati per libreria
"Noi siamo I Fantastici Quattro" e
"Io sono L'Uomo Ragno", che presentavano
una miscela di ristampe di alcune importanti
avventure dei nostri eroi.
continua ...
A cura di Marco Rufoloni
marco.rufoloni@casaccia.enea.it
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