Letteratura
Latino Americana: una breve introduzione
A cura di Marco.R.Capelli
La
letteratura Latino Americana viene convenzionalmente
suddivisa in quattro periodi temporali: epoca
precolombiana, epoca coloniale, ottocento
e crisi del sistema coloniale, novecento.
Epoca
precolombiana
Tre
sono le culture precolombiane
più importanti: quella nahuatl
in Messico, quella maya-quichè
nello
Yucatan e quella quechua nel
territorio degli odierni Perù, Bolivia
ed Ecuador. Di esse rimangono poche testimonianze
e quasi tutte in lingua castigliana (spesso
ampiamente rimaneggiate). Le più consistenti
sono il Popol Vuh,
raccolta delle tradizioni quichè
ed i
drammi quechua Atahualpa
e Ollantay.
Queste narrazioni sono più creazioni
religiose che letterarie, tuttavia costituiscono
parte della eterogenea identità ispano-americana.
Gli archeologi sono ancora alla ricerca di
tracce narrative originali precolombiane,
ma data la natura prettamente orale di dette
narrazioni è molto difficile che qualcosa
di nuovo possa essere scoperto.
Epoca
coloniale
A partire dal 1492 l'asservimento culturale
del Nuovo Mondo alla Spagna è pressoché
totale. Durante il primo periodo della conquista
qualsiasi tentativo di sviluppo locale ed
autoctono in campo culturale viene scoraggiato
quando non effettivamente proibito. (Nel 1531
un decreto della regina Giovanna proibisce
espressamente l'introduzione di libri nel
Nuovo Mondo, salvo che non si tratti di libri
di carattere religioso.)
Il primo libro redatto nelle Americhe è
probabilmente il diario di bordo di Cristoforo
Colombo. Cui seguono le Cinque lettere
di relazione (1519-1526) di Herman Cortez,
La storia generale e naturale delle Indie
(1535) di G.Fernandez de Oviedo, Naufragi
(1542) di A.Nuñez Cabeza de Vaca
e la Storia generale delle cose della Nuova
Spagna di B.De Sahagun.
A queste opere più o meno celebrative
della conquista si possono contrapporre altri
testi meno ufficiali (e più interessanti)
come la Brevissima relazione sulla distruzione
delle Indie (1552) di B. De Las Casas
e la Vera storia della conquista della
Nuova Spagna di B.Diaz del Castillo.
Il primo vero autore sudamericano, comunque,
fu G. de la Vega (1539-1616), un inca,
figlio di un conquistador e di una
principessa indigena.
I missionari portarono con loro un ampio patrimonio
di poesia popolare (romances, villancicos
e coplas) che fu recepita e rielaborata
dagli indigeni ma di questo patrimonio, essenzialmente
orale non rimane quasi nulla.
La poesia scritta è invece di carattere
colto. Segnaliamo: F.De Terrazas (1527-1599)
autore dei primi esempi di poesia epica del
ciclo corteziano, D.Davalos y Figueroa, autore
di una Miscellanea australe
pubblicata a Lima nel 1602, e lo spagnolo
A.de Ercilla autore di un poema epico, La
araucana, che, tramite l'opera di molti
imitatori, dette vita ad un vero e proprio
ciclo.
Tutte le composizioni, tra cui predominano
i poemi epico-religiosi, sono ampiamente ispirate
a quella che è la produzione spagnola
contemporanea. La produzione teatrale fu inizialmente
molto intensa, perché gli spettacoli
(a tema religioso/educativo) venivano utilizzati
come strumento di evangelizzazione, ma a partire
dalla fine del XVI secolo il teatro iniziò
a decadere e ne rimangono poche tracce significative.
Anche se è cronologicamente prematuro
parlare di romanzi, restano buoni esempi di
testi in prosa scritti con intento storiografico
o memorialistico. Tra questi ricordiamo:
El carnero del colombiano Rodriguez
Freyle (1566-1640), La natura dell'indio del
vescovo messicano Juan de Palafox (1600-1659)
e La prigionia felice del cileno F.
Nunez de Pineda y Bascunan.
Il settecento fu un periodo di stagnazione
culturale, anche se si scrissero ancora cronache
(ricordiamo l'ecuadoriano Juan de Velasco
(1727-1792) ed il cubano Felix de Arrate y
Acosta (1701-1765)) e opere legate al dibattito
sul valore intellettuale e morale degli abitanti
del nuovo mondo, dibattito iniziato dal prussiano
De Pauw ed estesosi (marginalmente) anche
in Europa.
Nascono tuttavia in questo periodo giornali
e accademie e, oltre alle consuete influenze
spagnole, si fanno largo nuovi fermenti provenienti
dalla Francia che portano un nuovo interesse
per la filosofia e le scienze.
La poesia del secolo XVIII si trascina, invece,
abbastanza stancamente, riproponendo i consueti
motivi barocchi.
L'ottocento
e la crisi del sistema coloniale.
Il Venezuela fu il primo dei paesi sudamericani
a lottare per la propria indipendenza (1806)
dopo una fase iniziale caratterizzata dalla
repressione operata dal governo spagnolo,
iniziarono a formarsi i vari stati nazionali
(1821-1824) sotto la guida dei libertadores
Simon Bolivar e San Martin.
Dal punto di vista della letteratura, troviamo
accanto a figure tipicamente neoclassiche
(tra cui l'ecuadoriano De Olmedo (1780-1847)
poeta e cantore di Bolivar e il messicano
J.J.Fernandez de Lizardi (1776-1865) autore
di romanzi picareschi) altri autori che si
accostano a quella che potremmo definire una
forma di letteratura popolare. E' il caso
dell'uruguaiano B.Hidalgo (1788-1822), che
sperimenta quella che verrà poi definita
poesia gauchesca. Il romanticismo arriva
nel nuovo mondo con un certo ritardo rispetto
all'Europa (si afferma infatti nel periodo
1840-1890, nonostante la presenza di alcuni
pre-romantici come il cubano J.M. De Heredia
1803-1839) ma è foriero di grande innovazione
e porta ad un forte rilancio culturale.
Il primo vero autore romantico sudamericano
è probabilmente E. Echeverria (1805-1851),
uno dei proscritti argentini, gruppo
che, per primo, unì strettamente attività
letteraria e dibattito politico.
Allo stesso gruppo appartennero: J. Bautista
Alberti (1810-1884) e D.F. Sarmiento (1811-1888).
Sarmiento fu presidente dell'Argentina dal
1868 ed è autore de Facundo o Civiltà
e Barbarie, un potente atto di accusa
contro la dittatura in forma di biografia
del caudillo J. Facundo Quiroga.
Tra i poeti romantici va ricordato senza dubbio
J. Hernandez (1834-1886) autore del lungo
poema in versi sul mondo dei gauchos
noto come Martin Fierro.
Molti di questi autori portano già
in sé i germi del modernismo,
movimento letterario di influenza francese
(ha i suoi antesignani ideali in parnassianesimo
e nel simbolismo) che si affermerà
verso la fine del XIX secolo. Tra i pre-modernisti
ricordiamo: il cubano Josè
Martì (1853-1895) che fu uno
degli artefici dell'indipendenza
cubana e M. Gutierrez Najera (1859-1895)
fondatore della Revista Azul che dei
modernisti fu l'organo ufficiale. Ma la massima
figura del movimento fu senza dubbio il nicaraguense
R. Darìo (1867-1916), al punto che
la nascita del modernismo si fa coincidere
con la data di pubblicazione del suo Azul
(1888). Uno dei maggiori meriti di Darìo
fu quello di aver creato un nuovo modello
letterario interamente autoctono liberando
i suoi conterranei dai vincoli legati all'imitazione
(sentita come necessaria se non addirittura
obbligatoria) degli stili e dei movimenti
europei.
Altre figure di rilievo del secondo ottocento
sono: la peruviana C. Matto De Turner (1854-1909)
che con il suo Uccelli senza nido iniziò
la tradizione indianistica, l'argentino
E.Gutierrez (1853-1900) autore di romanzi
gaucheschi e l'uruguaiano H.Quiroga (1878-1937).
Il novecento
La
prosa
N ella prima parte del
XX secolo la prosa dell'America Latina si
suddivide in due filoni principali: realismo
a carattere locale e narrativa di carattere
psicologico/ambientale.
Al
primo gruppo appartengono le opere degli argentini
B.Lynch (1885-1951) e R.Guiraldes (1886-1927)
autore del Don Segundo Sombra
centrato sulla figura, ormai in declino, del
gaucho, e dei messicani M.Azuela (1873-1952)
e M.L.Guzman (1887-1977) nei cui romanzi troviamo
gli echi delle eterne rivoluzioni che hanno
funestato il loro paese. Sempre di questo
filone fanno parte i romanzi degli indianisti
A.Arguedas
(1879-1946 boliviano), J.Icaza (1902-1978
ecuadoriano) e C.Alegria (1909-1967 peruviano),
La voragine scritto
dal colombiano E.Rivera (1889-1928) e Donna
Barbara del
venezuelano R.Gallegos (1884-1969). Anche
gli scrittori cosiddetti nativisti
si ispirano al paesaggio ed alle tradizioni
della campagna, fra loro ricordiamo E.Amorim
(1900-1960), uruguayano e L.Novas Calvo (1905),
cubano.
La
seconda corrente, che predilige le ambientazioni
urbane (ormai sovraffollate) ed utilizza l'analisi
psicologica dei personaggi per introdurre
elementi di critica sociale, ha tra i suoi
rappresentanti gli argentini E.Larreta (1875-1961)
e L.Marechal (1900-1970), i cileni P.Prado
(1886-1952) e M.Rojas (1896-1972), e l'uruguaiano
C.Reyles (1868-1938).
Esiste
poi un terzo gruppo di scrittori che si riallacciano
ad ambedue le tematiche sopra citate rielaborandole
però attraverso l'elemento mitico e
fantastico, quasi precorrendo quella che sarà
poi la tematica dominante nella seconda metà
del secolo, il realismo magico.
Tra
questi il più noto è certamente
Jorge
Luis Borges (1899-1986) ma
si devono ricordare anche il guatemalteco
M.A.Asturias (1899-1974, nobel nel 1967),
l'argentino (anarchico e pessimista) R.Arlt
(1900-1942), il messicano J.Rulfo (1918-1986)
ed i cubani A.Carpentier (1904-1980) e J.Lezama
Lima (1910-1976) autore del romanzo Paradiso.
Il realismo magico propriamente
detto si afferma a partire dagli anni '60
ed ha il suo capostipite in Gabriel Garcia
Marquez (1928), autore di Cent'anni di
solitudine (nobel nel 1982).
Ma non si possono dimenticare autori come
J.Cortazar (1914-1984) che funge da
tramite tra Borges e le nuove forme della
letteratura fantastica, M.Vargas Llosa
(1936), C.Fuentes (1928), J.C.Onetti
(1909-1994), J.R.Ribeyro (1929) e A.Roa
Bastos (1917).
Tra le ultime
generazioni ci limitiamo a citare la cilena
Isabel Allende (1942), altra seguace
del realismo magico,
capace di produrre grande letteratura (intercalata
però a produzioni di qualità
nettamente inferiore) ed i cileni A.Skarmeta
(1940) e L.Sepulveda (1949). Sepulveda,
esiliato dal Cile durante la dittatura di
Pinochet è un autore estremamente versatile
che da il meglio di sé quando riesce
a mantenere a distanza sufficiente la sua
potente passione politica. (Da leggere, uno
fra tanti, Patagonia Express,
seguito ideale di In Patagonia
(1977)
scritto dall'amico Bruce Chatwin (1940-1989)).
La
poesia
E' probabilmente
nell'espressione poetica del primo novecento
che la letteratura sudamericana riesce ad
elaborare i contenuti più originali
ed innovativi, quando sul filone modernista
si innestano gli apporti delle avanguardie
europee. Tre sono i nomi che troneggiano in
questi anni: i cileni Pablo
Neruda (1904-1973) e V.Huidobro (1893-1948)
ed il peruviano C.Vallejo (1892-1938) autore
di componimenti diretti a denunciare le squallide
condizioni di vita dei poveri della terra.
Gli echi delle poesie di Whitman e
Pound si diffondono anche nell'america meridionale
e compaiono nei lavori di autori come A.Cortes
(1887-1969), Coronel Utrecho (1906), J.Pasos
(1914-1947), O.Paz (1914 messicano, nobel
nel 1990) e nelle prime opere di Borges.
Ricordiamo ancora la poesia afroamericana
del cubano E.Ballagas (1910-1954), il neosurrealismo
di G.Rojas (1917), l'antipoesia di N.Parra
(1914) e il movimento euforista
fondato dal portoricano L. Pales Matos (1898-1959).
In questi ultimi anni anche la poesia
è stata oggetto di repressione politica,
tra i poeti vittime delle dittature militari
citiamo i nomi di R.Dalton (1933-1975, salvadoregno),
O.R.Castillo (1936-1967, guatemalteco) o F.Urondo
(1930-1976, argentino).
Fonti:
L'universale Garzanti Vol.5 Ed.2005, Encarta
OnLine, Enciclopedia Italiana "Treccani"
Le mani alte sfidano il
sole.
E una donna. Cammina.
Ha un quadernetto color arancio. A tratti
si ferma e con una matita disegna sulle
pagine bianche.
Un cerchio di luce e raggi, che sembrano
strade infinite.
Ogni raggio è una direzione,
una strada verso limmaginazione.
Strade che portano alla Foresta Amazzonica,
o a mari insidiosi, a deserti inaccessibili,
a coste frastagliate, a distese dacqua
dove navigano velieri fantasmi.
America Latina, una superficie di circa
18 milioni di mq. Terra di passioni
e contraddizioni. Terra di frontiere
scomparse e di utopie; di cocaleros
e indios festanti; di tangueros sensuali
e desaparecidos; di bossanova e malinconia;
di samba e di morte.
Le storie non si limitano a staccarsi
dal narratore, lo formano anche: narrare
è Resistere. Sono parole
di Joao Guimares Rosa, autore brasiliano.
E saranno viaggi, le storie di questa
parte dAmerica. E parleranno di
incontri, e damore e amicizia.
E saranno di riso e di pianto.
Storie di cuore e di testa.
Storie. Per continuare a vivere.
Alina Laruccia
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